Inquadramento storico del monitoraggio idro-meteografico e delle relative competenze
Sin dalla seconda metà del 1800, illustri idraulici avevano costatato la necessità che fosse istituito un Servizio Idrografico a carattere nazionale che provvedesse al rilevamento delle caratteristiche dei corsi d’acqua. Tale attività non poteva essere organizzata da privati, anche perché in quegli anni si era già definitivamente affermato il carattere pubblico delle acque. L’organizzazione del Servizio fu studiata dal Consiglio Superiore delle Acque e, in particolare, dall’ing. Gaudenzio Fantoli, docente dal 1919 al 1927 di idraulica industriale e generale presso il Politecnico di Milano, che propose la creazione di un Servizio statale che si occupasse delle ricerche e degli studi relativi al patrimonio idrico nazionale.
Il Servizio Idrografico italiano per l’Italia peninsulare e per le grandi isole di Sicilia e Sardegna fu istituito con i Decreti Luogotenenziali del 17 giugno e del 25 ottobre 1917. Il territorio nazionale fu diviso in 8 compartimenti definiti secondo criteri idrografici e facenti capo ad altrettante Sezioni autonome, istituite presso gli Uffici del Genio Civile del Ministero dei Lavori Pubblici, che si andavano ad aggiungere ai già esistenti Ufficio Idrografico del Regio Magistrato alle Acque a Venezia (istituito nel 1907) e Ufficio Idrografico del Po a Parma (nato nel 1912).
Gli 8 compartimenti erano così distribuiti:
- Pisa, per il dominio del litorale ligure - toscano;
- Roma, per il dominio del litorale del Lazio;
- Napoli, per il dominio del litorale della Campania;
- Catanzaro, per il dominio del litorale della Calabria e Basilicata;
- Chieti, per il dominio del litorale degli Abruzzi, Molise e Puglie;
- Bologna, per il dominio del litorale delle Marche e della Romagna;
- Palermo, per il dominio del litorale della Sicilia;
- Cagliari, per il dominio del litorale della Sardegna.
Dal 1 ottobre 1932 la sezione idrografica di Chieti venne soppressa e sostituita dalla Sezione idrografica di Pescara, per quanto inerente al territorio dei bacini imbriferi dei corsi d’acqua con foce al litorale adriatico dal Salinello al Fortore, e dalla Sezione di Bari, per i bacini con foce al Litorale Adriatico e Jonico dal Lago di Lesina al Galaso. Sempre nel 1932 fu soppressa la Sezione Autonoma di Pisa e istituite le Sezioni autonome di Genova e Firenze. A Genova venne attribuita la giurisdizione sui bacini con foce al Litorale Tirrenico dal Roja al Magra, a quella di Firenze, fu assegnata la giurisdizione sui bacini con foce nel Litorale Tirrenico dal Serchio all’Albegna. La sezione di Firenze fu poi assorbita nel 1935 dall’Ufficio Idrografico del Genio Civile con sede a Pisa con giurisdizione sui bacini dell’Arno e limitrofi tra il Magra e il Fiora. A partire dal 1975, le stazioni afferenti ai territori delle provincie autonome di Trento e Bolzano passarono di competenza ai relativi Uffici Idrografici provinciali (istituiti formalmente solo nel 1976) .
Il Servizio Idrografico fu inizialmente posto sotto la vigilanza del Consiglio Superiore delle Acque, organo consultivo presso il Ministero dei Lavori Pubblici. In seguito, con la L. 183/1989, fu stabilito che i Servizi Idrografico e Mareografico (quest’ultimo istituito con Legge n. 1460 del 18/10/1942), unificati nel Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), confluissero insieme ad altri servizi tecnici (sismico, dighe e geologico), già esistenti presso i Ministeri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente, nei Servizi Tecnici Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con il D.P.R. 85/1991 (art. 22) vennero identificati e descritti nuovi e più ampi compiti attribuiti al SIMN, tra i quali quello di dover provvedere al rilevamento, validazione, archiviazione e pubblicazione delle grandezze climatiche, idrologiche e idrografiche interessanti il reticolo idrografico superficiale e sotterraneo, le lagune, il clima marittimo, i livelli marini ed i litorali. Inoltre lo stesso D.P.R. (art. 23) descrive l’organizzazione del SIMN, confermandone la struttura così come si era evoluta nel tempo consistente in una Direzione centrale (con sede a Roma), dieci Uffici compartimentali (Venezia, Parma, Bologna, Pescara, Bari, Catanzaro, Napoli, Roma, Pisa e Genova), sette Sezioni staccate (Udine, Padova, Milano, Torino, Sondrio, Potenza e Firenze) e l’officina di Strà. Inoltre, al SIMN è affidato il compito di fornire indirizzi per gli Uffici Idrografici di Bolzano, Trento, Cagliari e Palermo al fine di assicurare il coordinamento fra l’attività del Servizio nazionale ed i suddetti Uffici.
Con il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59” (Legge Bassanini) venne disposto che gli uffici periferici del Dipartimento dei Servizi Tecnici Nazionali fossero trasferiti alle regioni (art. 92, comma 4). Il trasferimento venne sancito definitivamente con il DPCM del 24/07/2002, in cui si stabilì che a far data dal 1 ottobre 2002 gli uffici compartimentali, le sezioni staccate e l’officina di Strà del SIMN con esclusione della sezione dell’Ufficio compartimentale di Venezia deputata al monitoraggio della laguna, fossero trasferiti alle regioni presso le quali avevano sede per essere incorporati nelle strutture operative regionali competenti in materia. Si stabilì inoltre (art. 7) che per garantire l’unitarietà a scala di bacino idrografico e la gestione coordinata delle funzioni di carattere compartimentale, fossero stipulati accordi tra le regioni territorialmente interessate, in grado di garantire il funzionamento delle reti di rilevamento sulla base degli standard fissati dal SIMN, d’intesa con le regioni, nonché la continuità del rilevamento delle stazioni storiche del SIMN e l’analisi, validazione e pubblicazione dei dati idrologici a scala di bacino idrografico.
Nel 1999 con D.Lgs. n. 300 (art. 38) venne istituita l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT) alla quale furono trasferite le attribuzioni dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA) e quelle dei Servizi Tecnici Nazionali (ad eccezione di quelle del servizio sismico nazionale) contestualmente soppressi.
Con il D.L. 112/2008 e successivamente con la L. 133/2008 venne istituito, sotto la vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) con l’accorpamento in un unico Istituto dei tre enti: l’APAT, l’Istituto Nazionale per la fauna selvatica (INFS) e l’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM).