Emission Trading europeo
1. Quadro generale
Il Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (EU ETS) è uno dei principali strumenti su cui si fonda la politica dell'UE per contrastare i cambiamenti climatici e uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra (GHG).
L’EU ETS è il primo, e tuttora il più grande, sistema internazionale per lo scambio di quote di emissione al mondo, è stato istituito nel 2005 ed è attivo in 31 paesi (i 28 dell’UE, più l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia). Tale sistema limita le emissioni prodotte da oltre 11.000 impianti ad alto consumo di energia e dalle compagnie aeree che operano nello spazio economico europeo (SEE), coprendo circa il 40% delle emissioni totali di gas ad effetto serra prodotte nell’UE.
Il sistema EU ETS dalla sua introduzione, ha subito numerosi cambiamenti ed è stato suddiviso in distinti periodi di trading, noti come “fasi”.
Le fasi EU-ETS
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L’attuale fase dell’EU ETS è iniziata nel 2013 e terminerà nel 2020.
Le principali differenze tra le diverse fasi EU-ETS
Fase I e II (2005 – 2012) | Fase III (2013-2020) | Fase IV (2021-2030) |
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Limiti nazionali alle emissioni | Unico limite alle emissioni per tutta l’UE | Unico limite europeo alle emissioni decrescente del 2.2% annuo |
Periodi di trading di 3 e 5 anni | Periodo di trading di 8 anni | Periodi di trading di 10 anni con due periodi di allocazione (2021-2025 e 2026-2030) |
Allocazioni a titolo gratuito basate sulla emissioni a livello di impianto | Allocazioni a titolo gratuito basate su benchmarks prestabiliti a livello europeo e produzione storica | Allocazioni a titolo gratuito basate su benchmarks aggiornati a livello europeo per tener conto dei progressi tecnologici e degli ultimi anni di produzione (2014-2018) e 2019-2023 per il secondo periodo di assegnazione |
Allocazioni a titolo gratuito per i produttori di energia elettrica | Nessuna allocazione a titolo gratuito per i produttori di energia elettrica (ad eccezione dei così chiamati “derogati”) | Nessuna allocazione a titolo gratuito per i produttori di energia elettrica (ad eccezione degli Stati Membri in cui è necessaria la modernizzazione del settore elettrico) |
Nessuna variazione al quantitativo da allocare a titolo gratuito a seguito di calo nella produzione | Variazione del quantitativo da allocare a titolo gratuito a seguito di calo di oltre il 50% nella produzione | Variazioni più dinamiche delle allocazioni a titolo gratuito basate su calo di produzione di ±15% |
2. Come funziona il sistema EU ETS
L’EU ETS opera secondo il principio del “Cap and Trade”. Viene fissato un tetto o limite, che stabilisce la quantità massima che può essere emessa dagli impianti che rientrano nel sistema. Entro questo limite, le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze. Le quote rappresentano la valuta centrale del sistema; una quota dà al suo titolare il diritto di emettere una tonnellata di CO2 o l’ammontare equivalente di un altro GHG.
Una volta l’anno, tutte le imprese che partecipano all’UE ETS devono restituire una quota di emissione per ogni tonnellata di CO2eq emessa. Un numero limitato di quote di emissione viene assegnato a titolo gratuito ad alcune imprese sulla base di regole armonizzate di assegnazione applicate in tutta Europa. Le imprese che non ricevono quote di emissione a titolo gratuito o in cui le quote ricevute non sono sufficienti a coprire le emissioni prodotte devono acquistare le quote di emissione all’asta o da altre imprese. Viceversa, chi ha quote di emissioni in eccesso rispetto alle emissioni prodotte, può venderle. Se una società non adempie agli obblighi di conformità (Compliance), vengono applicate sanzioni pesanti.
Schema del funzionamento del Sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (EU ETS)
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Le imprese che incontrano difficoltà nel coprire le emissioni prodotte possono scegliere tra diverse opzioni:
- Adottare misure per ridurre le proprie emissioni, investendo in tecnologie più efficienti e a basso rilascio di CO2;
- Acquistare le quote necessarie e/o i crediti internazionali (ERU/CER) derivanti da progetti di Sviluppo Pulito (CDM) o di Applicazione Congiunta (JI) istituiti nell’ambito del Protocollo di Kyoto;
- Usare una combinazione delle due opzioni precedenti.
Questa flessibilità garantisce che le emissioni siano ridotte nel modo economicamente più conveniente.
3. Settori e gas interessati
L’EU ETS copre i gas riportati di seguito con particolare attenzione alle emissioni che possono essere misurate e verificate con un alto grado di precisone:
- Anidride carbonica (CO2) derivante da
- produzione di energia elettrica e di calore;
- settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala;
- aviazione civile.
- Ossido di azoto (N2O) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale
- Perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio
La partecipazione all'EU ETS è obbligatoria per le imprese che operano in questi settori, ma in alcuni settori sono inclusi soltanto gli impianti al di sopra di una certa dimensione. Inoltre, alcuni impianti dimensioni ridotte possono essere esclusi qualora le amministrazioni mettano in atto misure fiscali o di altro genere che ne riducano le emissioni di un quantitativo equivalente.