Istituto Superiore per la Protezione
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Alluvioni e dissesto idrogeologico: le attività di ISPRA

Alluvione in Emilia Romagna
Le precipitazioni in Emilia Romagna sono iniziate la mattina del 17 settembre, hanno proseguito ininterrottamente per tutta la giornata del 18 e, sia pure con progressiva attenuazione della loro intensità, stanno interessando il territorio anche oggi, 19 settembre.
Le correnti instabili, ricche di umidità evaporata dalla superficie del mare ancora calda provengono da est e hanno investito direttamente la Romagna dove si sono determinate piogge forti e persistenti, anche a carattere di rovescio, soprattutto lungo la dorsale appenninica, divenendo via via meno intense nell’entroterra emiliano.
I quantitativi di pioggia cumulata nelle prime 48 ore di durata dell’evento sono risultate particolarmente intense, con valori cumulati compresi tra 150 e 300 mm. Pubblichiamo, in proposito, due mappe delle piogge cumulate nelle prime 48 ore dell’evento in Emilia-Romagna e quella con le cumulate nei bacini dei fiumi regionali. (Dati ARPAE Emilia-Romagna)a casa o ubicare nuove attività economiche.

Tra i compiti istituzionali dell'ISPRA c'è la raccolta, elaborazione e diffusione di mappe e dati sul dissesto idrogeologico riferiti all’intero territorio nazionale, mettendoli a disposizione del Paese per la prevenzione e mitigazione del rischio.

In particolare, ISPRA in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome, realizza l’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, in cui sono state censite, ad oggi, oltre 634.000 frane che rappresentano i 2/3 di quelle europee.
L’Istituto predispone le Mosaicature nazionali della pericolosità per frane e alluvioni, sulla base dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e dei Piani di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), redatti dalle Autorità di Bacino Distrettuali. Le aree a pericolosità per frana includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi.

Con cadenza triennale ISPRA pubblica il Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia che costituisce il quadro di riferimento ufficiale sulla pericolosità e sul rischio idrogeologico per il nostro paese.
Il 94% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera, 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni (Rapporto ISPRA, 2021). Stiamo lavorando all’edizione 2024 che verrà pubblicata all’inizio del prossimo anno.
Tutti i dati sono pubblicati sulla Piattaforma nazionale IdroGEO, facile strumento da usare, anche con smartphone, per favorire una maggiore consapevolezza sui rischi che interessano il proprio territorio e decisioni informate su dove acquistare la propri


Il monitoraggio in situ delle frane è fondamentale per approfondire la conoscenza dei fenomeni franosi, valutare l’evoluzione dei fenomeni in atto (previsione), supportare la progettazione delle opere di stabilizzazione e verificarne l’efficacia nel tempo, pianificare correttamente il territorio, attivare procedure di allertamento della popolazione.

L’ISPRA nel 2021 ha ideato l’Anagrafe nazionale dei sistemi di monitoraggio in situ delle frane al fine di censire le reti di monitoraggio sul territorio nazionale. È curata in collaborazione con Regioni, Province Autonome e ARPA e contiene le informazioni su ubicazione, soggetto gestore, finalità del monitoraggio (conoscitivo/allertamento), stato del sistema (attivo/dismesso/in fase di realizzazione), tipo di acquisizione (manuale/in continuo), tipo di strumentazione di monitoraggio.

l’Istituto effettua anche il supporto tecnico-scientifico al Ministero dell’Ambiente nell’ambito del PNRR SIM - Sistema Integrato di Monitoraggio (M2C4) e ha promosso, insieme a Regioni e ARPA, il potenziamento delle reti di monitoraggio in situ delle frane sul territorio nazionale con finalità di controllo e gestione del rischio.

Nel Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS) ISPRA gestisce le informazioni relative a tutti gli interventi di difesa del suolo finanziati con risorse di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal 1999 ad oggi. In ReNDiS sono censiti attualmente circa 25.000 interventi per un totale di più di 17 miliardi di euro di finanziamenti.