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Gorizia

L’incendio del Carso Triestino e Sloveno Monfalcone - Doberdò del Lago 19/07/2022 e 27/07/2022

L’incendio è iniziato la mattina del 19 luglio in provincia di Gorizia nel comune di Doberdò del Lago (ca. 438 ha di bosco e boscaglie di caducifoglie) e Monfalcone ed è durato 3 giorni. Causato da localizzati focolai nei comuni di Doberdò del Lago e Duino-Aurisina, l’incendio ha rapidamente interessato l’area transfrontaliera tra Italia e Slovenia in zone non caratterizzate usualmente da incendi estivi. Il prolungato periodo di siccità nell’area, che l’European Drought Observatory (EDO) del Copernicus Emergency Management Service (EMS) aveva già segnalato come allerta dal mese di giugno 2022, è da considerare tra le cause che hanno determinato la grande estensione dell’incendio.

L’evento ha causato rilevanti disagi, data la vicinanza dei focolai alla rete ferroviaria, con sospensione del collegamento tra Monfalcone e Bivio d’Aurisina, e alla rete stradale, con chiusura della A4 e della SS55. La città di Trieste è rimasta isolata dal resto del paese per diverse ore, ad eccezione dell’unico collegamento aperto per il capoluogo regionale ovvero la SS14, che si è trovata rapidamente congestionata dal traffico in entrata ed in uscita. A peggiorare ulteriormente la situazione è stata anche l’espansione dei roghi che ha coinvolto la rete di trasmissione elettrica nazionale, generando un blackout della maggior parte delle utenze della provincia di Trieste. Inoltre, per il perdurare dei roghi, alcuni abitanti di alcune frazioni sono stati costretti ad evacuare dalle proprie abitazioni. A distanza di 24 ore dall’inizio dell’incendio, dato l’innalzamento dei i livelli di PM10 nel comune di Monfalcone (1600 mg/m3 rispetto al limite di 50), è stato necessario sospendere le attività lavorative dello stabilimento del Gruppo Fincantieri (fonte: ANSA, Il Mattino, Friulioggi.it, La Stampa-cronaca).

Come mostrato nella Figura 1, considerando solo il territorio italiano, l’evento del 19 luglio ha interessato prevalentemente coperture arboree di latifoglie decidue (397 ettari) e una minima parte di conifere e sempreverdi (rispettivamente 26 e 8 ettari). I fronti attivi sono proseguiti ininterrottamente per più di 36 ore, in questo periodo i roghi si sono propagati nel territorio della vicina Slovenia su una superficie complessiva di 3 988 ha (risultanti da incendi innescati in 3 diverse località), accingendo pericolosamente alcuni impianti per la produzione dell’energia elettrica che approvvigionano anche la città di Trieste (vedi Figura 3). In conseguenza delle difficoltà riscontrate nelle fasi di accerchiamento e spegnimento dei fronti attivi nel proprio territorio, il Governo sloveno il giorno 20 luglio ha attivato il meccanismo di protezione civile dell’Ue. Sono quindi intervenuti mezzi aerei antincendio messi a disposizione dall’Austria, dalla Croazia e dalla Slovacchia, insieme a squadre di terra. Oltre ai mezzi della protezione civile europei sono intervenuti mezzi antincendio offerti dai governi della Romania, della Serbia nonché mezzi militari forniti dall’Esercito Italiano.

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Figura 1: Distribuzione delle aree percorse da incendio nell’anno 2022 e rilasciate da EFFIS (poligoni neri) per l’area del Carso Triestino tra i comuni di Doberdò del Lago (GO) ed Monfalcone (GO). In blu i confini dei siti afferenti alla Rete Natura 2000 e in grigio i confini delle aree protette appartenenti alla rete EUAP. Viene riportata anche la classificazione degli ecosistemi forestali ottenuta mediante il prodotto ECM-F4 relativo all’anno 2020 e la classe prateria proveniente dal layer Copernicus HLR.
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Figura 2: Propagazione dell'incendio sul Carso al confine Sloveno Miren (Merna) 20 luglio 2022. Foto Arpa Friuli Venezia Giulia.
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Figura 3: Superficie complessiva percorsa da incendio in Friuli Venezia Giulia e Slovenia nel mese di luglio 2022 risultante dalla mappatura EFFIS: current situation viewer. La linea nera \`e il confine.

In termini di aree protette nazionali e/o regionali italiane, l'evento del 19 luglio ha interessato una RNR “Riserva Naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa” e due siti della Rete Natura 2000: la ZSC “Carso Triestino e Goriziano” (Formulario Standard IT3340006)e la ZPS “Aree Carsiche della Venezia Giulia” (Formulario Standard IT3341002). Nelle due zone di protezione afferenti alla Rete Natura 2000, le superfici forestali complessive interessate dall’incendio sono state di 351 ha, di cui il 92% riguarda la copertura delle latifoglie decidue. La ZSC e la ZPS sopracitate sono sito riproduttivo o di presenza nelle aree arboreo arbustive o limitrofe per le seguenti specie animali presenti nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/EEC: Canis lupus, Caprimulgus europaeus, Circaetus gallicus, Cuculus canorus, Emberiza hortulana, Eriogaster catax, Euplagia quadripunctatus, Hippolais polyglotta, Jynx torquilla, Lanius minor, Lucanus cervus, Lynx lynx, Morimus asper funereus, Osmoderma eremita, Pernis apivorus, Streptopelia turtur, Upupa epops, Ursus arctos. Dall'analisi dei dati della serie storica degli incendi archiviata da EFFIS (dal 2000 in poi) per l’area a confine tra Slovenia e Italia non sono stati registrati molti eventi. Oltre ai 3 eventi censiti nel 2022 (2 in Italia e uno in Slovenia), risulta 1 evento nel 2021 (SLO) e nel 2019 (ITA), 2 eventi nel 2003 (SLO-ITA) e uno nel 2001 (ITA).

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Figura 4: Incendio Triestino Carso 19 luglio 2022: vista aerea. Foto Arpa Friuli Venezia Giulia.
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Figura 5: Incendio Triestino Carso 19 luglio 2022: vista dal mare. Foto Arpa Friuli Venezia Giulia.

Sempre nell’area della provincia di Gorizia, il 27 luglio, a seguito di un incendio divampato nella notte nei pressi della cittadina slovena di Komen, è stata interessata anche un’ampia area del territorio comunale di Savogna d’Isonzo (ca. 257 ha, corrispondenti per il 78% a superfici boschive). Per l’evento del 27 luglio le superfici interessate sono simili all’evento del 19 luglio, con un totale di superficie percorsa da incendio di 200 ha. Di questi, il 92% era relativo a latifoglie decidue e il restante 8% è equamente suddivisibile tra latifoglie sempreverdi e conifere. Per l’analisi dell’episodio ci si è avvalsi di una collaborazione scientifica con l’Istitute of Biology di Lubiana – Slovenia (Dipartimento di Biologia Ambientale). Informazioni preliminari sulle componenti maggiormente colpite dagli eventi incendiari indicano che si tratterebbe prevalentemente di boschi di specie arboree di latifoglie decidue (ostrieti e querceti) con presenze di piantagioni di conifere a pino nero (vd. Figure 6 e 7).

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Figura 6: Foresta di Ostrya carpinifolia (Carpino nero) -Quercus pubescens (Roverella), con presenza di alberi di Pinus nigra (Pino nero), foto Arpa Friuli Venezia Giulia.
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Figura 7: Foresta di Ostrya carpinifolia (Carpino nero) -Quercus pubescens (Roverella), con presenza di alberi di Pinus nigra (Pino nero), foto Arpa Friuli Venezia Giulia.