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Pubblicato il Rapporto Transformative Change

Il 16 dicembre 2024 è stato approvato a Windhoek, Namibia, dalla riunione plenaria della Piattaforma intergovernativa su biodiversità e servizi ecosistemici (IPBES), la massima autorità scientifica sul tema, il rapporto Transformative Change.

Questo rapporto definisce il cambiamento trasformativo come la serie di cambiamenti fondamentali a livello di sistema delle opinioni (modi di pensare, conoscere e vedere); delle strutture (modi di organizzare, regolamentare e governare); e delle pratiche (modi di fare, comportarsi e relazionarsi).

Le attuali configurazioni dominanti di opinioni, strutture e pratiche perpetuano e rafforzano le cause sottostanti alla perdita di biodiversità e al declino della natura. Trasformarle questi elementi è fondamentale per rispettare gli impegni.

Secondo questo nuovo rapporto, se vogliamo concretamente arrestare e invertire la perdita di biodiversità e salvaguardare la vita sulla Terra, è necessario e urgente mettere in atto cambiamenti profondi e fondamentali del modo in cui le persone vedono e interagiscono con il mondo naturale

Il rapporto di valutazione IPBES su cause dirette e indirette della perdita di biodiversità, determinanti del cambiamento trasformativo e opzioni per raggiungere la visione 2050 per la biodiversità (noto anche come Transformative Change Report), si basa sul rapporto IPBES di valutazione globale della biodiversità e dei servizi ecosistemici del 2019  (che ha concluso che l'unico modo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale è attraverso il cambiamento trasformativo) e sul rapporto di valutazione dei valori IPBES del 2022.

Preparato in tre anni da oltre 100 esperti leader provenienti da 42 paesi di tutte le regioni del mondo, il rapporto spiega cos'è il cambiamento trasformativo, come avviene e come accelerarlo per un mondo giusto e sostenibile.

"Un cambiamento trasformativo per un mondo giusto e sostenibile è urgente perché c'è una finestra di opportunità che si sta stringendo per fermare e invertire la perdita di biodiversità e per impedire di innescare il declino potenzialmente irreversibile e il collasso previsto delle funzioni chiave dell'ecosistema", ha affermato la Prof. ssa Karen O'Brien (Norvegia/USA), co-presidente della valutazione con il Prof. Arun Agrawal (India e USA) e il Prof. Lucas Garibaldi (Argentina). "Con le tendenze attuali, c'è un serio rischio di superare diversi punti di svolta biofisici irreversibili, tra cui l’annientamento delle barriere coralline di acque basse, la scomparsa della foresta pluviale amazzonica e la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide occidentale. Un cambiamento trasformativo è necessario anche perché la maggior parte degli approcci precedenti e attuali alla conservazione, che mirano a riformare piuttosto che trasformare i sistemi, non sono riusciti a fermare o invertire il declino della natura in tutto il mondo, che ha gravi ripercussioni sull'economia globale e sul benessere umano". Si stima che il costo di ritardare le azioni per fermare e invertire la perdita di biodiversità e il declino della natura in tutto il mondo anche di un decennio sia il doppio di quello di agire ora. Agire immediatamente può anche sbloccare enormi opportunità di business e innovazione attraverso approcci economici sostenibili, come l'economia “positiva per la natura”, l'economia ecologica e l'economia incentrata sulla Madre Terra. Stime recenti indicano che potrebbero essere generati più di 10 mila miliardi di dollari in valore di opportunità di business e 395 milioni di posti di lavoro potrebbero essere supportati a livello globale entro il 2030

"Promuovere e accelerare il cambiamento trasformativo è essenziale per raggiungere i 23 obiettivi orientati all'azione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework entro il 2030 e quattro obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework entro il 2030 e per realizzare la Visione per la biodiversità del 2050, che descrive un mondo in cui ogni forma di vita può prosperare", ha affermato il Prof. Agrawal.

"Il cambiamento trasformativo è raramente il risultato di un singolo evento, di un singolo fattore trainante o o di un singolo attore. Piuttosto esso da intendersi  come il cambiamento che ognuno di noi può creare e come i molteplici cambiamenti che si innescano a cascata si rafforzano a vicenda, spesso in modi inaspettati".

Le cause sottostanti alla perdita di biodiversità identificate dal rapporto sono: (i) la disconnessione delle persone dalla natura e il dominio sulla natura e sulle altre persone; (ii) l'iniqua concentrazione di potere e ricchezza; (iii) e l’assegnazione di  priorità  a profitti individuali e materiali di breve termine. "Per quanto complesso e impegnativo sia affrontare queste cause sottostanti della perdita di biodiversità, è possibile", ha affermato il Prof. Garibaldi. "La storia ci ha dimostrato che le società possono trasformarsi su vasta scala, come hanno fatto durante la Rivoluzione industriale. Mentre quell'epoca ha causato costi ambientali gifanteschi, essa rappresenta comunque la prova che un cambiamento fondamentale e sistemico è realizzabile, sebbene si sia verificato in un periodo di tempo molto più lungo di quanto sia necessario per l'attuale cambiamento trasformativo per un mondo giusto e sostenibile. Il raggiungimento dei nostri obiettivi di sviluppo globale condivisi oggi implica la necessità di intraprendere una nuova trasformazione, una trasformazione che conservi e ripristini urgentemente la biodiversità del nostro pianeta anziché impoverirla, consentendo a tutti di prosperare".

Gli autori hanno creato e analizzato un database di centinaia di casi di studio di iniziative in tutto il mondo con potenziale trasformativo. La loro analisi mostra che risultati positivi per diversi indicatori economici e ambientali possono verificarsi nell’arco d’un decennio o ancora meno. L'analisi dimostra anche che le iniziative che affrontano un numero maggiore di fattori indiretti di perdita di biodiversità e declino della natura, e quelle in cui diversi attori lavorano insieme, portano a risultati più positivi e sinergici per le società, le economie e la natura. 

Principi e ostacoli 

Il rapporto identifica quattro principi guida per un cambiamento trasformativo:

  1. equità e giustizia;
  2. pluralismo e inclusione;
  3. relazioni uomo-natura rispettose e reciproche;
  4. apprendimento e azione di tipo adattivo.

Parlando degli ostacoli che impediscono il cambiamento trasformativo e rafforzano lo status quo, il Prof. O'Brien ha affermato: "Gli impatti delle azioni e delle risorse dedicate a bloccare il cambiamento trasformativo, ad esempio attraverso azioni di lobbying da parte di gruppi di interessi acquisiti o la corruzione,  mettono in ombra quelle dedicate alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità".

Il rapporto identifica  cinque sfide principali per il cambiamento trasformativo:

  1. relazioni di dominio sulla natura e sulle persone, in particolare quelle emerse e propagate in epoca coloniale e che persistono nel tempo;
  2. disuguaglianze economiche e politiche;
  3. politiche inadeguate e istituzioni inadatte;
  4. modelli di consumo e produzione insostenibili, tra cui abitudini e pratiche personali;
  5. accesso limitato a tecnologie pulite e sistemi di conoscenza e innovazione non coordinati e armonizzati.

"Le cause alla base della perdita di biodiversità e del declino della natura creano anche disuguaglianze e ingiustizie", ha affermato il Prof. Agrawal. "Coloro che hanno tratto maggiori benefici dalle attività economiche assilimitate al danno alla natura, in particolare gli attori ricchi, hanno più opportunità e risorse per creare il cambiamento. Pertanto, coinvolgere questi attori nei processi decisionali verso questo cambiamento può ridurre ostacoli e liberare maggiori risorse per creare il cambiamento stesso".

Strategie 

Accogliendo approfondimenti e prove da diversi sistemi di conoscenza, discipline e approcci, il Transformative Change Report evidenzia cinque strategie chiave e azioni associate che hanno effetti complementari e sinergici e che i paesi e le persone possono perseguire per promuovere un cambiamento trasformativo deliberato per la sostenibilità globale:

  1. Conservare, ripristinare e rigenerare quei luoghi di valore per le persone e la natura che esemplificano la diversità bioculturale: ciò include un focus sui luoghi di diversità bioculturale, dove le azioni basate sul luogo, come le attività di ripristino, possono anche supportare valori culturali, produzione sostenibile e biodiversità. Un esempio è il Community Forestry Programme in Nepal, che integra la politica forestale decentralizzata nelle esigenze, opinioni e pratiche della comunità locale per ripristinare e gestire le foreste degradate.
  2. Promuovere un cambiamento dei sistemi energetici, del sistema agro-alimentare e dei sistemi delle risorse naturali e dei rifiuti e integrare la biodiversità nei settori maggiormente responsabili del declino della natura: i settori dell'agricoltura e dell'allevamento, della pesca, della silvicoltura, delle infrastrutture e dello sviluppo urbano, dell'estrazione mineraria e dei combustibili fossili contribuiscono pesantemente ai peggiori risultati per la natura.
    Approcci trasformativi come l'uso multifunzionale e rigenerativo del suolo possono promuovere una serie di benefici per la natura e le persone. "Gli studi hanno suggerito che l'aumento della biodiversità, la protezione degli habitat naturali e la riduzione degli input esterni nei paesaggi agricoli possono migliorare la produttività delle colture, ad esempio aumentando l'abbondanza e la diversità degli impollinatori", ha affermato il Prof. Garibaldi.
  1. Trasformare i sistemi economici per la natura e l'equità: i sussidi pubblici espliciti globali ai settori che guidano il declino della natura variano da 1,4 trilioni di dollari a 3,3 trilioni di dollari all'anno nel 2022 e il finanziamento pubblico totale per i sussidi dannosi per l'ambiente è aumentato del 55% dal 2021. Si stima che siano necessari tra 722 miliardi di dollari e 967 miliardi di dollari all'anno per gestire in modo sostenibile la biodiversità e mantenere l'integrità degli ecosistemi. Attualmente, 135 miliardi di dollari all'anno vengono spesi per la conservazione della biodiversità, lasciando un divario di finanziamento della biodiversità di 598-824 miliardi di dollari all'anno. Alcune delle azioni che potrebbero essere intraprese per promuovere le trasformazioni necessarie includono: l'internalizzazione dei costi ambientali e l'uso della contabilità dei costi reali, la riforma dei sussidi nei settori che contribuiscono alla perdita di biodiversità e al declino della natura, la riconsiderazione dei debiti globali, un maggiore coinvolgimento positivo del settore privato, l'istituzione della sostenibilità come principio fiscale fondamentale e la ridefinizione di obiettivi, parametri e indicatori per riconoscere le dimensioni sociali (incluse quelle culturali), economiche e ambientali, nonché i diversi valori della natura.
  2. Trasformare i sistemi di governance in modo che siano inclusivi, responsabili e adattabili: integrare la biodiversità nelle politiche e nei processi decisionali del settore, coinvolgere una maggiore diversità di attori e responsabilizzare gli attori sono elementi importanti nella trasformazione dei sistemi di governance per risultati più giusti e sostenibili per le persone e la natura. Un esempio di questo tipo di approccio alla governance è la gestione spaziale basata sugli ecosistemi della Riserva marina delle Galapagos, che supporta la pesca e il turismo sostenibili, vitali per oltre 30.000 residenti e 300.000 visitatori annuali.
  3. Cambiare i punti di vista e i valori per riconoscere l'interconnessione uomo-natura: molti comportamenti umani sono abituali, appresi all'interno di condizioni sociali e ambientali e possono essere modificati. Migliorare la visibilità dei comportamenti desiderati e supportarli con misure politiche mirate può catalizzare e sostenere nuove norme e comportamenti sociali. È importante anche coltivare sentimenti di connessione con la natura, così come l'apprendimento e l'istruzione trasformativi, le attività esperienziali basate sulla natura e la co-creazione di conoscenze che combinano diversi sistemi di conoscenza, tra cui le conoscenze indigena e locale. 

Visioni di cambiamento trasformativo 

Le visioni sono fondamentalmente importanti per ispirare un cambiamento trasformativo. Gli autori hanno valutato più di 850 visioni separate di un mondo sostenibile per la natura e le persone. Hanno scoperto che le visioni di un futuro migliore per gli esseri umani e la natura sono abbondanti, ma la maggior parte non cambia lo status quo. "La diversità di società, economie, culture e popoli significa che nessuna teoria o approccio fornisce una comprensione completa del cambiamento trasformativo o di come ottenerlo", ha affermato il Prof. O'Brien. "Molti sistemi di conoscenza, tra cui la conoscenza indigena e locale, forniscono approfondimenti complementari su come avviene e su come promuovere, accelerare e gestire il cambiamento necessario per un mondo giusto e sostenibile". I sistemi di conoscenza indigena e locale offrono filosofie, etica della cura e reciprocità, valori e pratiche per modellare approcci al cambiamento trasformativo. Questi includono l'uso di conoscenze ancestrali, incarnate ed esperienziali e modi non umani di conoscere e dare un senso al mondo nel processo decisionale per la conservazione. Le visioni in cui i popoli indigeni e le comunità locali svolgono un ruolo significativo hanno maggiori probabilità di promuovere un cambiamento trasformativo. Le visioni per vivere in armonia con la natura hanno maggiori probabilità di successo quando emergono da approcci inclusivi, basati sui diritti e processi degli stakeholder e quando incorporano la collaborazione per il cambiamento tra i settori.

Ruoli per tutti 

Un messaggio chiave del rapporto è che c'è un ruolo per ogni persona e organizzazione nel creare un cambiamento trasformativo a più livelli, ma che le coalizioni di attori e gruppi di attori sono più efficaci nel perseguire un cambiamento trasformativo rispetto al cambiamento perseguito individualmente. Tali coalizioni includono singoli cittadini, popoli indigeni e comunità locali, organizzazioni della società civile, organizzazioni non governative, sindacati, finanziatori, organizzazioni religiose, governi a tutti i livelli, il settore privato, istituzioni finanziarie e la comunità scientifica. I governi a tutti i livelli sono considerati fondamentali nel coinvolgere diverse coalizioni di attori statali e non statali. I governi sono potenti facilitatori del cambiamento trasformativo quando promuovono la coerenza delle politiche, emanano e applicano normative più severe a beneficio della natura e dei contributi della natura alle persone nelle politiche e nei piani in diversi settori, implementano strumenti economici e fiscali innovativi, eliminano gradualmente o riformano i sussidi dannosi per l'ambiente e promuovono la cooperazione internazionale. Il rapporto rileva che le attuali azioni governative per il cambiamento trasformativo sono indebolite da una discrepanza tra la portata delle sfide della biodiversità e la giurisdizione di istituzioni separate e isolate o la durata dell'attuazione delle politiche rispetto alla durata del tempo tra le elezioni che può portare al potere nuove autorità politiche che si oppongono a tali politiche. La società civile svolge un ruolo importante ed efficace nel realizzare un cambiamento trasformativo mobilitando i cittadini, creando iniziative che propagano il cambiamento e tenendo i governi e il settore privato responsabili delle pratiche ambientali dannose. Il rapporto rileva che un modo per supportare il cambiamento trasformativo è supportare e amplificare le iniziative della società civile per un mondo giusto e sostenibile e proteggere i difensori dell'ambiente dalla violenza e dalle violazioni dei diritti. "Ringraziamo i co-presidenti e tutti gli autori del Transformative Change Report per aver chiarito che esiste una strada verso un mondo più giusto e sostenibile", ha affermato Anne Larigauderie, segretaria esecutiva dell'IPBES. "Agire con decisione ora per cambiare opinioni, strutture e pratiche per affrontare le cause sottostanti della perdita di biodiversità sarà tremendamente impegnativo, ma è urgente, necessario e possibile". 

In cifre Statistiche chiave dal rapporto 

  • >50%: percentuale del PIL globale annuale generato da attività economiche da moderatamente a fortemente dipendenti dalla natura, pari a 58 trilioni di dollari
  • 13 trilioni di dollari: valore annuale delle industrie altamente dipendenti dalla natura, pari al 15% del PIL globale
  • 31 trilioni di dollari: valore annuale delle industrie moderatamente dipendenti dalla natura, pari al 37% del PIL globale
  • 10 trilioni di dollari: valore stimato delle opportunità commerciali che potrebbero essere generate supportando 395 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il 2030
  • 55%: aumento dei finanziamenti pubblici per sussidi dannosi per l'ambiente dal 2021
  • 10,7 trilioni di dollari: costi esterni annuali stimati dei settori maggiormente responsabili del declino della natura
  • <15%: percentuale globale di foreste certificate come gestite in modo sostenibile
  • 46.955: minacce ambientali documentate contestate dalla società civile analizzate dagli autori del rapporto
  • ~40%: Percentuale di aree protette ed ecosistemi intatti in 87 paesi gestiti da o con diritti di proprietà di popolazioni indigene e comunità locali
  • 39,2%: Percentuale di ricchezza globale detenuta dall'1% più ricco della popolazione mondiale nel 2021, con l'1,85% posseduto dal 50% più povero