Cresce il biologico, migliora l’ambiente
Il biologico italiano continua a crescere e raggiunge, alla fine del 2023, quasi 2,5 milioni di ettari (+4,5%, rispetto al 2022) che considerando i 12,4 milioni complessivi della superficie agricola utilizzata (SAU) è pari al 19,8% della SAU. Ripetere l’incremento registrato nel 2023 (106 mila ettari) anche nei prossimi sei anni, nell’ipotesi che la SAU nel suo complesso rimanga stabile, consentirebbe all’Italia di raggiungere nel 2030 il 25% di agricoltura biologica, l’obiettivo indicato dalla Strategia Farm to Fork e dalla Strategia per la Biodiversità.
La percentuale del biologico italiano è di poco inferiore a quella di Estonia, Svezia e Portogallo, ma quasi il doppio rispetto a Francia, Spagna e Germania. Nel 2022 la SAU biologica dell’Unione europea era il 10,4% della SAU, con una superficie certificata di 16,9 milioni ettari. Il primo paese UE per percentuale della superficie a biologico sulla SAU è l’Austria, con 706 mila ettari di superficie biologica certificata, pari al 27,5% della sua SAU totale. Sempre nel 2022, Francia, Spagna, Italia e Germania sono stati i primi Paesi europei in termini di superficie certificata, vantando complessivamente 9,7 milioni di ettari, pari a più del 60% della SAU biologica all’interno dell’Unione europea.
Le aziende che producono biologico in Italia sono circa 83 mila a fronte di 1,133 milioni di aziende, rappresentando il 7,3% del totale. La dimensione media delle aziende biologiche italiane nel 2023 è poco superiore ai 29 ettari, quasi il triplo rispetto a quella delle aziende agricole italiane che, secondo l’ultimo Censimento dell’agricoltura, è di circa 11 ettari. Al Sud la dimensione media delle aziende agricole biologiche è più di quattro volte la media generale delle aziende agricole.
La maggior parte del biologico è composto da seminativi (42%) e da prati e pascoli (30%), mentre le colture permanenti (23%) e gli ortaggi (2,5%) stentano a crescere. Inoltre, si conferma il predominio del Sud nella produzione biologica con il 58% del totale nazionale, rispetto al 21,3% del centro e 20,5% del nord. Nella grande distribuzione dei prodotti biologici, il giro di affari è di circa 3,8 miliardi di euro (a prezzi correnti) con un incremento del 5% rispetto al 2022.
Il Centro evidenzia una quota di aziende biologiche più elevata (21,3%, con Toscana, Lazio e Marche che rappresentano il 19% delle aziende biologiche), rispetto al Nord (20,5%), mentre poco più del 58% dei produttori risulta concentrato in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania.
A conferma dell’interesse del mercato nazionale per il biologico, è utile sottolineare la continua crescita di importazioni dei prodotti biologici (+38% ultimo anno). Tra i principali paesi dai quali importiamo prodotti biologici, segnaliamo la Turchia per grano duro, lenticchie e ortofrutta trasformata, seguita dal Togo per le fave di soia e dalla Tunisia olio.
L'agricoltura biologica è un metodo agricolo per produrre alimenti e mangimi utilizzando sostanze e processi naturali, secondo il Regolamento UE 2018/848, che definisce il sistema di produzione, trasformazione, etichettatura, controllo e certificazione nell'Unione Europea. Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2022 e sostituisce il vecchio Reg CE 834/2007. Produrre secondo il metodo biologico significa non coltivare OGM, utilizzare solo fertilizzanti e ammendanti di origine naturale come il letame compostato e tecniche efficaci come il sovescio; inoltre, nessun uso di pesticidi né sostanze di sintesi è ammesso. Questo garantisce il rispetto della salute del consumatore, ma anche la salvaguardia dell’ambiente, proteggendo la biodiversità di flora e fauna locale di pregio, in particolare delle popolazioni di insetti pronubi, fondamentali per il processo d’impollinazione e quindi per la produzione agroalimentare e la riproduzione delle specie coltivate e selvatiche.
L’agricoltura biologica e l’industria alimentare biologica contribuiscono a proteggere e preservare il nostro pianeta, garantendo un futuro sostenibile per le generazioni a venire. I benefici ambientali, economici e sociali dell'agricoltura biologica sono dimostrati dai dati della rete di dati contabili agricoli dell'UE e dalle meta-analisi della ricerca scientifica, con risultati che variano significativamente tra i settori e gli Stati membri. Ad esempio, le aziende agricole di seminativi biologici risparmiano il 75-100% sui costi dei prodotti fitosanitari per ettaro e il 45-90% sui costi dei fertilizzanti per ettaro rispetto alle aziende agricole convenzionali e generano un reddito per unità lavorativa più elevato o simile. In media, nonostante rese inferiori, le aziende agricole biologiche generano un reddito per lavoratore simile o superiore grazie a prezzi più elevati e livelli più elevati di sostegno dell'UE, derivanti principalmente dalla PAC, con una serie di approcci tra gli Stati membri nei loro piani strategici.
Un rapporto della Commissione Europea, dal titolo Organic farming in the EU (2023), riporta un aumento della superficie bio nell’UE del 79% tra il 2012 e il 2022. Nello stesso periodo nei campi agricoli coltivati col metodo biologico è stato osservato il 30% in più di biodiversità (in termini di ricchezza di specie) rispetto ai campi agricoli coltivato col metodo convenzionale.