Permeabilità del substrato (zona satura) del territorio di Roma Capitale
La Carta della Permeabilità del substrato (o bedrock) di Roma Capitale è stata elaborata utilizzando criteri analoghi applicati per la realizzazione delle Carta della Permeabilità d'Italia.
In relazione alla tipologia litologica delle rocce che compongono il territorio di Roma Capitale e al loro grado di permeabilità, sono state identificate quattro classi di permeabilità relativa:
- rocce altamente permeabili (AP);
- rocce mediamente permeabili (MP);
- rocce scarsamente permeabili (SP);
- e rocce con permeabilità bassissima (BP).
In funzione della modalità della infiltrazione delle acque meteoriche nei depositi litologici, la permeabilità viene distinta in tre tipologie:
- per porosità (P);
- per fratturazione/fessurazione e/o stratificazione (F);
- e mista (per fratturazione/fessurazione e per porosità) (M).
Combinando le 4 classi di permeabilità relativa, con le 3 tipologie di permeabilità, sono state ottenute 12 classi di permeabilità relativa (tabella 1) ognuna caratterizzata da un proprio range di valori di conducibilità idraulica (K) che esprime la velocità massima e minima di infiltrazione idrica (m/sec) nella formazione rocciosa.
Tabella 1- Range di intervallo delle permeabilità relative in funzione delle tipologie di modalità di infiltrazione
A ciascuna delle litologie individuate nella Carta Geologica del Comune di Roma [Funiciello R., Giordano G., Mattei M., 2008, che è stata ufficialmente recepita e acquisita alla scala 1:20.000 negli elaborati geologici G9 del P.R.G. con il titolo "Carta geolitologica del Territorio di Roma Capitale" (Funiciello R., Giordano G., Mattei M., 2016), con Delibera di Giunta Capitolina n. 184/2020] è stata associata una classe di permeabilità, valutando le caratteristiche litotecniche ricavabili dalla descrizione della litologia e tenendo in considerazione le caratteristiche dei complessi idrogeologici già individuati nella "Carta Idrogeologica di Roma" [La Vigna F. & Mazza R., 2015; ufficialmente recepita e acquisita alla scala 1:20.000 negli elaborati geologici G9 del P.R.G. con il titolo "Carta idrogeologica del Territorio di Roma Capitale" (La Vigna F. & Mazza R., 2016) con Delibera di Giunta Capitolina n. 184/2020].
I complessi idrogeologici possono essere definiti come l'insieme di termini litologici simili, aventi una comprovata unità spaziale e giaciturale, un tipo di permeabilità prevalente in comune e un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto (Civita, 1973).
La differenziazione tra un complesso ed un altro è data dal grado di permeabilità relativa, indipendentemente dal tipo che ricalca la schematizzazione delle classi di permeabilità della carta (tabella 1).
Si prevedono quattro diversi gradi di permeabilità relativa, calcolata tenendo conto dei parametri statistici come l'analisi granulometrica, l'indice di fratturazione, il rendimento specifico (o deflusso sotterraneo medio annuo, espresso in m3/a per km2), sia, in particolar modo, per confronto con altri complessi adiacenti (Civita, 1973; ISPRA, Servizio Geologico d'Italia, 2018) distinti in:
- complessi altamente permeabili (AP);
- complessi mediamente permeabili (MP);
- complessi scarsamente permeabili (SP);
- complessi con permeabilità bassissima (BP).
L'uso del termine "permeabilità bassissima" al posto di "impermeabile" è dettato, da un lato, dall'improbabilità che un terreno possa essere considerato totalmente impermeabile ad un fluido liquido come l'acqua, e, dall'altro, dall'elevata probabilità che, in molti dei contesti geologici del territorio italiano tipicamente caratterizzati da una diffusa presenza di processi tettonici, perfino complessi idrogeologici, pressoché impermeabili possano ospitare acquiferi, sebbene di bassa potenzialità idraulica.
Dalla "Carta Idrogeologica di Roma" adesso "Carta idrogeologica del territorio di Roma Capitale" (La Vigna F. & Mazza R., 2016) è inoltre identificabile l'andamento degli spartiacque sotterranei del principale flusso idrico del territorio (falda regionale) di Roma Capitale, che definisce i principali bacini idrogeologici. La suddetta carta consente di valutare i rapporti esistenti tra la circolazione idrica sotterranea, definita al tetto delle falde principali, e il reticolo idrografico, nonché di individuare le principali linee di flusso idrico sotterraneo, costruite in base alle linee isopiezometriche, ed i diversi gradienti di falda che caratterizzano queste circolazioni nei diversi areali del territorio comunale.
Si tratta naturalmente di una schematizzazione, in quanto i fattori che influenzano la permeabilità (fratturazione/fessurazione, stratificazione, porosità) non risultano mai uniformemente distribuiti spazialmente nella stessa formazione rocciosa.
L’assegnazione della classe di permeabilità alla litologia sarà oggetto di successivi approfondimenti, che consentiranno di verificare i risultati ottenuti con dati di permeabilità sul campo misurati da studi pregressi eseguiti nel territorio della Città Metropolitana di Roma tramite consultazione dell’archivio degli uffici del Servizio per la Messa in Sicurezza e Bonifica dei Siti Contaminati di Roma Capitale. La scala finale della carta è 1:50.000 a cui è stata sovrapposta la carta di copertura con risoluzione a 5 m.