Cosa sono la fauna e la flora selvatiche?
Giornata Mondiale della Vita Selvatica 2025
Il 3 marzo, il World Wildlife Day, è la giornata in cui si celebra la conservazione della flora e della fauna selvatiche
L’invenzione del concetto di “selvatico” inizia a manifestarsi nella cultura umana con la domesticazione degli animali e delle piante. Nell’etimo latino delle due parole la silva, selva, è contrapposta alla domus, casa, evidenziando il significato e l’orizzonte di valori che la nostra cultura attribuisce a queste due categorie. Da notare che ai nostri giorni, in alcune tra le poche popolazioni umane di cacciatori raccoglitori presenti in piccolissime e remote aree del nostro pianeta questa distinzione non sia linguisticamente presente.
- https://www.isprambiente.gov.it/it/news/cosa-sono-la-fauna-e-la-flora-selvatiche
- Cosa sono la fauna e la flora selvatiche?
- 2025-03-03T00:00:00+01:00
- 2025-03-03T23:59:59+01:00
- Giornata Mondiale della Vita Selvatica 2025 Il 3 marzo, il World Wildlife Day , è la giornata in cui si celebra la conservazione della flora e della fauna selvatiche L’invenzione del concetto di “selvatico” inizia a manifestarsi nella cultura umana con la domesticazione degli animali e delle piante. Nell’etimo latino delle due parole la silva, selva, è contrapposta alla domus, casa, evidenziando il significato e l’orizzonte di valori che la nostra cultura attribuisce a queste due categorie. Da notare che ai nostri giorni, in alcune tra le poche popolazioni umane di cacciatori raccoglitori presenti in piccolissime e remote aree del nostro pianeta questa distinzione non sia linguisticamente presente.
- Quando 03/03/2025 (Europe/Berlin / UTC100)
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Prima della serie di eventi che hanno dato inizio al processo di domesticazione non esisteva la distinzione tra il mondo selvatico e domestico. La fauna era semplicemente “fauna”, un insieme di organismi viventi in continua interazione con l’ambiente e quindi in continua evoluzione attraverso il processo della selezione naturale. Con la sua comparsa, tra i 200000 e i 350000 anni fa, Homo sapiens iniziò una progressiva e sempre più vorticosa trasformazione dell’ambiente che lo circondava. Incendi per disboscare e proteggersi dalle fiere, raccolta di erbe selvatiche, caccia, pesca, rilascio dei residui delle sue attività nell’ambiente, trasporto di animali e piante nei suoi spostamenti. In periodi più recenti, anche la domesticazione di piante e di animali ha avuto effetti sull’ambiente. Da questo momento in poi iniziarono ad esistere la fauna e la flora domestica, costituite da piante e animali frutto della selezione artificiale, il cui ciclo biologico viene condizionato oppure è esclusivamente determinato dall’uomo. Se la selezione naturale consente alle specie meglio adattate all’ambiente di sopravvivere, la selezione artificiale opera per trasmettere geni più vantaggiosi e produttivi per gli umani. Questo ha comportato nei millenni anche radicali trasformazioni dell’uso della superficie terrestre. Attualmente circa 45% della superficie abitabile terrestre è utilizzato per scopi agricoli, quindi occupato da piante domestiche. Il processo di domesticazione di piante e animali è ancora in atto, nuove varietà di cereali, legumi, tuberi o piante da frutto vengono selezionate e utilizzate e lo stesso avviene per le specie animali. Anche l’ingegneria genetica può considerarsi una forma di domesticazione.
Pittura parietali della Grotte di Altamira in Spagna risalenti al Paleolitico superiore by Jane13 Pixabay
Non tutti gli animali possono essere addomesticati ad esempio una zebra a causa delle sue dimensioni e della complessa vita sociale non è mai stata addomesticata mentre il cavallo è stato addomesticato in epoche diverse ed in più località dell’Europa e dell’Asia. Alcuni animali domestici possono comunque tornare allo stato selvatico, svincolandosi completamente dal loro rapporto con l’uomo come, ad esempio, il cane che può rappresentare una minaccia gravissima alla sopravvivenza della specie lupo perché allo stato selvatico può accoppiarsi con il lupo generando ibridi, o il gatto domestico che rappresenta una minaccia per il gatto selvatico.
La figura riporta, specificatamente per gli animali a noi più prossimi, i mammiferi terrestri, come siano cambiati i rapporti tra selvatici, umani e domestici nel corso dei millenni in termini di biomassa espressa in tonnellate di carbonio. La fauna cosiddetta selvatica oggi non rappresenta che una piccola frazione del totale mentre la biomassa dei domestici domina il nostro pianeta.
La biomassa della fauna e flora selvatica probabilmente continuerà a diminuire seguendo la tendenza registrata negli ultimi secoli a scala globale nonostante la tutela delle specie selvatiche sia nell’agenda di lavoro di molte istituzioni internazionali.
Il World Wildlife Day (WWD), istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013, celebra la natura “selvatica”. Fenomeni globali quali la distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive, il bracconaggio ed il commercio di specie selvatiche, le attività di caccia e pesca non sostenibili sono tra le principali minacce alla biodiversità di cui la fauna e la flora selvatiche sono parte integrante. Il 3 Marzo dell’anno 1973 fu firmata la Convenzione di Washington (CITES) con la finalità di regolamentare, monitorare e vietare il commercio di specie vegetali e animali a rischio di estinzione nonché i loro prodotti e derivati.
Fina dalla sua istituzione l’ISPRA è l'ente di riferimento del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica per le attività a supporto della corretta applicazione della Convenzione di Washington. Le analisi biomolecolari permettono di accertare la legale detenzione degli esemplari di specie di uccelli, mammiferi e rettili che vengono commercializzati sia sul territorio nazionale sia verso paesi della UE o Extra UE. Nel 2024, tali attività hanno riguardato la verifica delle relazioni parentali (test di parentela padre-madre e figli) in circa 1300 campioni biologici riguardanti 272 nuclei familiari di 53 specie CITES diverse (prevalentemente Psittaciformi, Strigiformi, Falconiformi e testuggini terrestri) presenti in allevamenti italiani.
Nell’ambito del suo mandato istituzionale, ISPRA porta avanti delle linee di attività che hanno come obiettivo la conservazione della fauna e della flora selvatiche. Per svolgere questo compito, che richiede competenze molto diversificate - dall’ecologia, alla zoologia, veterinaria, genetica, botanica, biogeografia e biologia della conservazione - si avvale da un lato di un continuo confronto con la comunità scientifica per la produzione e scambio di dati attendibili, verificabili e pubblici, e dall’altro lato di un costante dialogo anche con gli enti centrali e territoriali (regioni, province autonome, parchi) per comprendere meglio gli specifici contesti, con il fine di fornire il migliore supporto alle scelte dei decisori.
Tra i tanti compiti di ISPRA in questo ambito ci sono le valutazioni e pareri tecnico-scientifici, progetti di ricerca e redazione di reportistica di settore, consulenza tecnica-scientifica per il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE, studio e monitoraggio delle dinamiche delle popolazioni selvatiche comprese le migrazioni, gestione e conservazione delle risorse ittiche marine monitorando i prelievi della pesca per assicurarne la sostenibilità, stesura di piani di gestione delle specie aliene di rilevanza unionale, informazione e formazione, anche post-universitaria, in materia ambientale e faunistica, con riferimento alla biodiversità marina e terrestre sono i principali ambiti di competenza di ISPRA per assicurare all’Italia la conservazione della “vita” selvatica.
Per approfondimenti Fauna ambiente e uomo