Giornata mondiale della vita selvatica 2024
Il 3 marzo è il World Wildlife Day, la giornata in cui si celebra la conservazione della flora e della fauna selvatica
Il World Wildlife Day (WWD), istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013, celebra la natura “selvatica”. Nell’Antropocene, l’era geologica che un comitato scientifico internazionale sta cercando di definire, le tracce dell’azione umana sono talmente pervasive da interessare la quasi totalità degli ecosistemi presenti sulla terra. Fenomeni globali quali la distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive, il bracconaggio ed il commercio di specie selvatiche, le attività di caccia e pesca non sostenibili sono tra le principali minacce alla biodiversità di cui la fauna e la flora selvatiche sono parte integrante. Il 3 Marzo dell’anno 1973 fu firmata la Convenzione di Washington (CITES) con la finalità di regolamentare, monitorare e vietare il commercio di specie vegetali e animali a rischio di estinzione nonché i loro prodotti e derivati.
- https://www.isprambiente.gov.it/it/news/giornata-mondiale-della-vita-selvatica-2024
- Giornata mondiale della vita selvatica 2024
- 2024-03-03T00:00:00+01:00
- 2024-03-03T23:59:59+01:00
- Il 3 marzo è il World Wildlife Day, la giornata in cui si celebra la conservazione della flora e della fauna selvatica Il World Wildlife Day (WWD) , istituito dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013, celebra la natura “selvatica”. Nell’Antropocene, l’era geologica che un comitato scientifico internazionale sta cercando di definire, le tracce dell’azione umana sono talmente pervasive da interessare la quasi totalità degli ecosistemi presenti sulla terra. Fenomeni globali quali la distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive , il bracconaggio ed il commercio di specie selvatiche, le attività di caccia e pesca non sostenibili sono tra le principali minacce alla biodiversità di cui la fauna e la flora selvatiche sono parte integrante. Il 3 Marzo dell’anno 1973 fu firmata la Convenzione di Washington (CITES) con la finalità di regolamentare, monitorare e vietare il commercio di specie vegetali e animali a rischio di estinzione nonché i loro prodotti e derivati.
- Quando 03/03/2024 (Europe/Berlin / UTC100)
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Traffico mondiale totale legato all'import export complessivo di animali, piante e loro derivati presenti nelle liste CITES
Da oltre vent’anni l’ISPRA è l'ente di riferimento del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per le attività a supporto della corretta applicazione della Convenzione di Washington. Le analisi biomolecolari permettono di accertare la legale detenzione degli esemplari di specie di uccelli, mammiferi e rettili che vengono commercializzati sia sul territorio nazionale sia verso paesi della UE o Extra UE. L’attività ha portato alla costituzione di una biobanca forense di quasi 20.000 esemplari, interrogata anche da altri paesi europei per il contrasto al commercio illegale. A tal proposito, il laboratorio di genetica di ISPRA è attualmente incluso nella Directory EU-TWIX dei laboratori europei che mira ad aiutare i funzionari doganali e gli ispettori ambientali a individuare rapidamente un laboratorio adatto in Europa per assisterli nel loro lavoro quotidiano.
Il focus del World Wildlife Day 2024 mette in risalto l’importanza delle nuove tecnologie digitali nelle attività di conservazione delle specie selvatiche. L’aumento della capacità di elaborazione dei computers permette a sistemi digitali sempre più esperti di vagliare enormi quantità di dati. La raccolta dei dati ambientali, negli ultimi anni, è migliorata grazie a reti di telecomunicazione sempre più performanti e pervasive e grazie allo sviluppo di una nuova generazione di sensori che raccolgono incredibili quantità di informazioni. Dati satellitari, droni, fototrappole, termocamere, analisi genetiche/genomiche rappresentano soltanto alcuni esempi di questo cambiamento. La biologia della conservazione, la disciplina che studia la protezione e tutela delle specie viventi e degli habitat, si sta avvalendo sempre più di queste opportunità tecnologiche per raccogliere, immagazzinare e correlare dati di interesse scientifico anche ad uso delle generazioni future.
Le analisi genetiche: un esempio di come le nuove tecnologie cambiano la biologia della conservazione
La conservazione della fauna selvatica è una sfida complessa ma cruciale per il mantenimento degli equilibri all’interno degli ecosistemi naturali e per preservare la biodiversità del nostro pianeta. Un valido strumento per monitorare lo stato qualitativo e quantitativo della biodiversità è la Genetica della Conservazione, una disciplina che, utilizzando le informazioni contenute nel DNA, valuta il reale rischio di estinzione delle specie, e permette di disegnare misure conservazionistiche e gestionali adeguate alla loro sopravvivenza nel medio e lungo termine.
ISPRA vanta un’esperienza ultratrentennale nel campo della Genetica della Conservazione con attività che, nel corso del tempo, hanno interessato oltre un centinaio di specie della fauna selvatica minacciate, a rischio di estinzione o comunque prioritarie dal punto di vista gestionale.
Da oltre venti anni ISPRA conduce progetti di genetica non-invasiva (utilizzando campioni di feci, peli, urina, saliva, tracce di sangue senza la necessità della cattura o della manipolazione dell’animale stesso) per il monitoraggio delle minacce antropiche e delle dinamiche di popolazione di numerose specie bandiera del territorio italiano, tra cui lupo, orso, lepre e gatto selvatico, che hanno permesso di fornire conoscenze dettagliate sulla loro distribuzione, l'andamento demografico, la variabilità genetica, parametri indispensabili per avviare adeguate strategie di conservazione. Questi progetti hanno inoltre permesso di identificare anche la presenza di casi di ibridazione antropogenica (determinata in maniera diretta o indiretta dall’uomo) tra specie selvatiche autoctone e specie domestiche o aliene, fenomeno che potrebbe modificare o sostituire il pool genico originario popolazioni selvatiche, minacciandone la conservazione, con potenziali risvolti negativi anche per gli ecosistemi naturali.
ISPRA è coinvolto in diversi progetti di ricerca nazionali e internazionali che riguardano lo studio di diverse specie di particolare interesse conservazionistico che hanno come finalità l’approfondimento delle conoscenze relative ai processi evolutivi che tali taxa hanno affrontato nel corso dei millenni che hanno originato la loro attuale variabilità genetica e le loro relazioni filogenetiche e filogeografiche.
Genomica
Negli ultimi dieci anni, l’avvento della genomica ha permesso di approfondire ulteriormente le conoscenze già fornite dalla genetica, consentendo di analizzare tutta la variabilità presente all’interno di interi genomi. L’elevata mole di informazioni ottenibili dalle analisi genomiche permette di ottenere livelli di dettaglio per le specie o popolazioni selvatiche inimmaginabili fino a qualche anno fa, consentendo ai ricercatori di ricostruire con dettaglio le loro storie evolutive, di quantificare il loro reale potenziale adattativo, le loro reali capacità di sopravvivere in un determinato ambiente e di reagire ai cambiamenti climatici in corso e di formulare studi di associazioni genotipo-fenotipo.
Per semplificare il concetto, si potrebbe rappresentare l’informazione fornita dalla genetica e dalla genomica, rispettivamente, come singole tessere o come l’intero puzzle.
Le tecniche di next generation sequencing vengono utilizzate per produrre dati che i ricercatori dell'Istituto analizzano con cura e meticolosità per caratterizzare molte specie (lupo, gatto selvatico, cinghiale, lepre, orso) e, grazie ai sempre più ridotti costi di analisi, verranno ben presto estese anche ad altre specie per approfondire le conoscenze relative alla loro biologia ed ecologia.
Recentemente, ISPRA ha partecipato anche a progetti di monitoraggio della biodiversità che si avvalgono dell’analisi del DNA ambientale (eDNA) mediante tecniche di DNA barcoding e DNA metabarcoding. Queste metodologie innovative consentono di raccogliere informazioni genetiche direttamente dagli ambienti naturali rivelando, a partire da matrici ambientali, quali acque, suolo e aria, e senza alcun disturbo, la presenza di specie autoctone e le loro abbondanze relative su interi biota, o la eventuale diffusione criptica di specie aliene in espansione.
A tal proposito ISPRA ha recentemente aderito al network iBOL Europe, un network europeo collegato all’International Barcode of Life consortium per l’identificazione e il monitoraggio delle specie attraverso DNA barcoding.
Per approfondimenti vai al sito ISPRA Fauna ambiente e uomo
Video di presentazione del WWD2024