Il Faggeto di Allumiere: una passeggiata tra alberi secolari e cave di alunite
La Giornata Nazionale delle Miniere, promossa per diffondere il valore e il significato culturale del turismo minerario, è giunta quest’anno alla sua XVI edizione.
L'iniziativa prevede l’organizzazione di eventi dedicati su tutto il territorio nazionale ed è organizzata da ReMI - ISPRA SNPA, con MASE, AIPAI, ANIM, ASSORISORSE, G&T e il patrocinio del Consiglio Nazionale dei Geologi, di EuroGeoSurveys e di Primavera della Mobilità dolce.
ISPRA, con la Regione Lazio e con il Museo Archeologico Naturalistico Minerario MAK di Allumiere, organizzano nel Parco Archeo GeoMinerario Allumiere Monti della Tolfa due giorni di escursioni (25 maggio e il 26) dedicate alla divulgazione scientifica e alla scoperta del patrimonio geologico, minerario, naturalistico e archeologico per far conoscere anche ai non addetti ai lavori il ricco e diversificato patrimonio custodito oggi nelle antiche miniere di Allumiere.
- https://www.isprambiente.gov.it/it/news/il-faggeto-di-allumiere-una-passeggiata-tra-alberi-secolari-e-cave-di-alunite
- Il Faggeto di Allumiere: una passeggiata tra alberi secolari e cave di alunite
- 2024-05-26T10:00:00+02:00
- 2024-05-26T16:00:00+02:00
- La Giornata Nazionale delle Miniere, promossa per diffondere il valore e il significato culturale del turismo minerario, è giunta quest’anno alla sua XVI edizione. L'iniziativa prevede l’organizzazione di eventi dedicati su tutto il territorio nazionale ed è organizzata da ReMI - ISPRA SNPA, con MASE, AIPAI, ANIM, ASSORISORSE, G&T e il patrocinio del Consiglio Nazionale dei Geologi, di EuroGeoSurveys e di Primavera della Mobilità dolce. ISPRA, con la Regione Lazio e con il Museo Archeologico Naturalistico Minerario MAK di Allumiere, organizzano nel Parco Archeo GeoMinerario Allumiere Monti della Tolfa due giorni di escursioni ( 25 maggio e il 26) dedicate alla divulgazione scientifica e alla scoperta del patrimonio geologico, minerario, naturalistico e archeologico per far conoscere anche ai non addetti ai lavori il ricco e diversificato patrimonio custodito oggi nelle antiche miniere di Allumiere.
- Quando il 26/05/2024 dalle 10:00 alle 16:00 (Europe/Berlin / UTC200)
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Il Monumento Naturale Faggeto di Allumiere è stato istituito con Decreto del Presidente Regione Lazio P00063 del 15 febbraio 2018 all’interno della ZPS Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate, si estende per 100 ettari, e rappresenta un’area di rilevante interesse naturalistico per la presenza dell’habitat prioritario 9210 “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex” (Dir. 92/43/CEE). Lo splendido Faggeto di Allumiere rappresenta un importante esempio di “faggeta depressa” ossia ubicata a quote inferiori rispetto all’altitudine media di questa specie vegetale tipica del piano montano (> 800 metri).
Si tratta di un territorio, caratterizzato da peculiari ecosistemi e da una ricca biodiversità floro-faunistica. In particolare, la flora presenta specie tipiche di climi temperati come faggio, aceri, carpini, pungitopo e agrifoglio insieme ad elementi mediterranei come l’alloro e il leccio.
Si segnala la presenza di ghiri, donnole, faine, tassi, e numerose specie di uccelli come la cinciarella, la cinciallegra, il Falco pecchiaiolo. L’area include, inoltre, la più grande colonia ibernante di chirotteri del Lazio ad oggi conosciuta.
L’area del Faggeto ospita anche numerose cave di alunite. La Cava del Silenzio, conosciuta anche come Cava del Moro, e la Miniera di S. Barbara testimoniano l’uso nel tempo di due diversi metodi di estrazione del minerale. Inoltre, quest’area riveste un interesse archeologico rilevante: sul Monte Elceto è situato uno dei più estesi insediamenti protovillanoviani della zona in cui sono attestati residui di attività metallurgiche a dimostrazione della predilezione delle scelte insediative verso aree difese naturalmente in aree minerarie con potenzialità dal punto di vista estrattivo e che rivestono una rilevanza economica speciale in questo distretto nell’ambito delle economie di scambio della tarda preistoria. Qui si riscontra infatti la più massiccia concentrazione di insediamenti protostorici dell’Italia centrale e una presenza di elementi che inducono a ritenere che sui Monti della Tolfa fosse attivo un intenso e più precoce processo di acquisizione della tecnologia della lavorazione dei metalli da parte delle comunità del II millennio a.C. che nel resto della Penisola, forse stimolato proprio dalla presenza di depositi ferriferi.
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