Accordo di Parigi e l’EU ETS
Nel dicembre 2015, alla conferenza sul clima di Parigi (COP21), 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale. Tale accordo definisce un piano d’azione globale volto a mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. Il 5 ottobre l’UE ha formalmente ratificato l’accordo di Parigi, consentendo la sua entrata in vigore il 4 novembre 2016 ed impegnandosi a ridurre le emissioni di gas ad effetto setta di almeno il 40% entro il 2030 (anno base 1990). Per tale motivo, il quadro legislativo del sistema ETS dell’UE per il prossimo periodo di scambio (fase 4) è stato rivisto all’inizio del 2018, in linea con il quadro delle politiche per il clima e l’energia per il 2030 e come parte del contributo dell’UE all’accordo di Parigi del 2015.
La revisione si incentra sui seguenti aspetti:
- rafforzare l’EU-ETS come stimolo agli investimenti, aumentando il tasso di riduzione delle emissioni al 2,2% annuo a partire dal 2021;
- rafforzare la riserva stabilizzatrice del mercato (il meccanismo istituito dall’UE nel 2015 per ridurre l’eccedenza di quote di emissioni nel mercato del carbonio e migliorare la resilienza dell’EU ETS agli shock futuri);
- proseguire con l’assegnazione gratuita di quote a garanzia della competitività internazionale dei settori industriali esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (carbon leakage), garantendo al tempo stesso che le regole per determinare l’assegnazione gratuita siano mirate e riflettano il progresso tecnologico;
- aiutare l’industria e il settore energetico a rispondere alle sfide dell’innovazione e degli investimenti richiesti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio attraverso vari meccanismi di finanziamento.