PRUE 01 2024

AUMENTARE LA RESILIENZA DELLE COSTE Una pubblicazione dell’associazione European Marine Board fornisce utili elementi di gestione integrata delle coste europee, finalizzati ad incrementare la capacità di resilenza dei nostri sistemi marino-costieri, minacciati da molteplici pressioni e dai loro svariati effetti combinati. Particolare rilievo viene dato alle nature-based- solutions, ovvero alle soluzioni offerte dalla stessa natura, nella protezione delle coste. La pubblicazione presenta anche tre interessanti casi-studio in cui è stato applicato questo approccio gestionale più sostenibile dal punto di vista ambientale. Di particolare interesse per il nostro paese quello che riguarda la laguna di Venezia. Fonte: Marineboard PIÙ DATI INFORMATIVI SULLE COSTE Un nuovo servizio fornito dal programma dell’Unione Europea Copernicus consente di usufruire di dettagliate osservazioni satellitari sulla caratterizzazione delle coste europee e sui possibili impatti afferenti a questo ambiente che si interfaccia tra la terra e il mare. Il nuovo portale Coastal-hub ,voluto dalla Commissione europea e gestito dal servizio marino di Copernicus CMEMS, consente di navigare tra differenti prodotti e aspetti delle aree costiere europee che includono tra le zone e i campi di interesse tutte le possibili interazioni tra il territorio costiero degli Stati membri e le loro acque marine. Fonte: Copernicus DOCUMENTI DI VISIONE DELL’OCEAN DECADE Dieci specifici gruppi di lavoro, focalizzati sulle altrettante sfide, rappresentate da una corretta gestione dell’oceano promossa dall’ Obiettivo 14 dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile, hanno lavorato alla redazione di alcuni documenti che verranno presentati alla conferenza sull’Ocean Decade che si terrà a Barcellona dal 10 al 12 aprile prossimi. Questi documenti intendono presentare la visione elaborata congiuntamente da ricercatori, esperti e vari attori sul tema trattato nell’ambito delle scienze marine, al fine di evidenziare lacune di conoscenza, priorità di azione e misure strategiche che devono essere adottate per riuscire a conseguire l’obiettivo fissato per lo sviluppo sostenibile di mari e oceani. Fonte: Oceandecade CICLO DEL CARBONIO MARINO L’Istituto per le Scienze Marine (Ismar) del CNR e il Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel hanno recentemente condotto uno studio che offre nuove intuizioni sul ciclo del carbonio marino. L’indagine ha analizzato il ruolo della circolazione oceanica nella “pompa biologica del carbonio”, un meccanismo vitale per ridurre i livelli di CO2 atmosferica. Per comprendere appieno questo processo è essenziale considerare non solo la quantità di CO2 immagazzinata nelle profondità marine, ma anche quanto ritorna in atmosfera a causa della circolazione oceanica. Questa scoperta sfida l’idea convenzionale che collega direttamente la produzione biologica e l’accumulo di CO2 nell’oceano profondo. La circolazione oceanica è fondamentale per determinare la quantità di CO2 che può essere isolata a lungo termine dall’atmosfera. Le variazioni in questa circolazione contribuiscono all’aumento del meccanismo della pompa biologica del carbonio. Tuttavia, l’effetto di questo meccanismo nel contrastare l’aumento della CO2 atmosferica è limitato rispetto alle emissioni antropogeniche da combustibili fossili. Lo studio fornisce uno sguardo approfondito su questa dinamica fondamentale, aprendo la strada a ulteriori ricerche sull’importante ruolo che gli oceani svolgono nel mitigare il cambiamento climatico. Per maggiori dettagli sullo studio, si rimanda al seguente link. Fonte: Research Italy DIRETTIVA EUROPEA CONTRO LA CRIMINALITÀ AMBIENTALE L’Europarlamento ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale e ha individuato nuovi reati. La criminalità ambientale è la quarta attività criminale al mondo e una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme al traffico di droga, armi e alla tratta di esseri umani. La nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, individua nuovi reati come il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche, e l’inquinamento provocato dalle navi. I parlamentari hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti “reati qualificati”, vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo). I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie. Per le imprese l’importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato mondiale annuo o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Gli Stati membri potranno anche decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio. Fonte: Fondazione Sviluppo Sostenibile VALUTAZIONE EX-POST DI HORIZON 2020 La Commissione europea ha reso pubblico il rapporto finale sulla valutazione ex-post di Horizon 2020, l’ottavo programma di ricerca e innovazione dell’UE, attivo dal 2014 al 2020 con un budget di 75,6 miliardi di euro. L’ampia consultazione pubblica ha raccolto quasi 2000 risposte da beneficiari di progetti, autorità nazionali e organismi di attuazione. Horizon 2020 ha finanziato oltre 35.000 progetti in sette anni, giocando un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico e promuovendo lo sviluppo sostenibile. Il programma ha contribuito a diversificare le competenze dei ricercatori, sostenendo la mobilità di quasi 50.000 di loro. Nonostante i successi, la valutazione ha individuato aree di miglioramento, tra cui l’espansione della partecipazione, la semplificazione degli oneri amministrativi e il potenziamento del sostegno alle donne. I risultati influenzeranno l’attuazione di Horizon Europee lo sviluppo delle future politiche comunitarie per la ricerca e l’innovazione. Fonte: Research Italy POLITICA DI COESIONE, SINTESI 2023 La Commissione europea ha pubblicatolo scorso gennaio la relazione di sintesi 2023 sull’attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), che illustra alcuni dei risultati generali conseguiti dai fondi SIE alla fine del 2022. Questi fondi sono i principali strumenti finanziari della politica di coesione, che sostengono gli investimenti per lo sviluppo regionale nel periodo di programmazione 2014-2020. La relazione mostra l’ampia gamma di sostegno disponibile attraverso i diversi programmi per il periodo 2014-2020 e il loro impatto diretto e positivo sulle regioni, sulle imprese e, in primo luogo, sulle persone, che sono al centro dei fondi S L I a E r . elazione presenta i risultati conseguiti dai fondi SIE entro la fine del 2022: • hanno sostenuto oltre 5 milioni di imprese; • hanno aiutato 64.5 milioni di persone a trovare un lavoro, a promuovere l’inclusione sociale e le competenze attraverso la formazione; • miglioramento dei servizi sanitari per oltre 63 milioni di persone; • aumento della capacità di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili di oltre 6 000 MW (equivalente a circa 2 400 turbine eoliche); • hanno migliorato la prestazione energetica di oltre 550 000 famiglie; • hanno protetto 17 milioni di persone dalle inondazioni e 15 milioni di persone dagli incendi boschivi; • hanno sostenuto oltre 2.8 milioni di progetti nel settore agricolo e nelle zone rurali; • hanno mantenuto oltre 48 000 posti di lavoro e creato oltre 6 500 nuovi posti di lavoro nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Fonte: Europa

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