COP 28: ACCELERARE LA TRANSIZIONE Al termine della conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP28 di Dubai, i negoziatori dell’Unione europea sono riusciti, con i partner di tutto il mondo, a mantenere aperta la possibilità di rispettare l’impegno assunto con l’accordo di Parigi, vale a dire limitare l’aumento medio della temperatura a meno di 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali. Le parti hanno convenuto di accelerare la transizione dai combustibili fossili entro il decennio in corso, di adottare misure per ridurre le emissioni del 43 % entro il 2030 e di instradare il mondo verso un percorso teso all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Tutte le parti si sono impegnate a triplicare la capacità globale di energia rinnovabile e a raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030, imprimendo un forte impulso alla transizione dai combustibili fossili. Inoltre è stato concluso un accordo per affrontare la questione delle emissioni di metano e di altre emissioni diverse dalla CO2 entro il decennio e per eliminare gradualmente le inefficienze delle sovvenzioni ai combustibili fossili non mirate a lottare contro la povertà energetica o a garantire una transizione giusta. Il bilancio globale prende atto del fatto che attualmente il mondo non è sulla buona strada per ridurre le emissioni del livello necessario a limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C. Fonte: Europa COP23 SLOVENIA Il 23° incontro (COP23) delle Parti contraenti della Convenzione di Barcellona, svoltosi dal 5 all’8 dicembre 2023 a Portoroz (Slovenia), ha adottato importanti misure per proteggere gli ecosistemi di fronte agli impatti crescenti della triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. E’ stato firmato un Memorandum of Understanding (MOU) con l’Agreement on the Conservation of Cetaceans of the Black Sea, Mediterranean Sea and contiguous Atlantic Area (ACCOBAMS), al fine di migliorare la cooperazione nella protezione di diverse specie di balene e delfini minacciate da rumore sottomarino, catture accidentali, depredazione, inquinamento, collisioni con imbarcazioni e impatti causati dai cambiamenti climatici. Le Parti contraenti infine hanno fatto progressi nel delineare la risposta della regione mediterranea alla triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e della natura, e dell’inquinamento e dei rifiuti. Fonte: UNEP/MAP LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA La normativa europea sul ripristino della natura è stata approvata dal Parlamento europeo. L’obiettivo è contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità, migliorando la sicurezza alimentare. Ogni Paese membro dovrà ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni (zone umide, foreste, fiumi, praterie sottomarine) entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. Fino al 2030 la priorità andrà accordata alle zone Natura 2000, vale a dire quelle che fanno parte della rete europea omonima di zone ad alto valore di biodiversità. I paesi dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell’UE dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Dovranno anche adottare misure per migliorare l’indice dell’avifauna comune, dato che gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità. Poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030, il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050. La legge prevede un freno di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’UE. Fonte: Parlamento europeo DIRETTIVA CONTRO IL GREENWASHING La nuova direttiva approvata dall’Europarlamento mira a proteggere i consumatori da pratiche commerciali ingannevoli e aiutarli al contempo a compiere scelte di acquisto più informate sotto il profilo ambientale, in particolare per quanto riguarda il rischio di greenwashing (ambientalismo di facciata) e di obsolescenza programmata. Con questa legge si renderà più trasparente il marketing e si combatterà l’obsolescenza prematura dei beni. Le persone potranno scegliere prodotti più durevoli, riparabili e sostenibili grazie a etichette e pubblicità affidabili. Le aziende non potranno più ingannare le persone dicendo che qualcosa è sostenibile senza spiegare come. Per quanto riguarda il problema dell’obsolescenza programmata, le nuove norme vietano le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto. Fonte: Greenreport PIATTAFORMA SPAZIO EUROPEO DELLA RICERCA La Commissione europea ha recentemente lanciato una nuova piattaforma strategica sullo Politica Europea ed internazionale
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