Nel corso della conferenza finale, svoltasi il 21 settembre a Parigi, sempre presso la sede UNESCO, le sfide e le prospettive future dell’osservazione marina sono state discusse con importanti decisori politici e altri attori interessati a condividere le raccomandazioni elaborate per raggiungere l’auspicato traguardo di un sistema di monitoraggio e previsione a livello europeo e globale sempre più interdisciplinare, efficiente e sostenibile. Al termine del simposio è stata pubblicata una Dichiarazione finale che rappresenta il lascito del progetto in vista di ulteriori iniziative per arrivare ad avere un sistema europeo e globale di osservazione e previsione che fornisca informazioni essenziali sullo stato dell’oceano, al fine di supportare al meglio il nostro benessere fisico, economico e sociale. Fonte: EuroSea RISULTATI EUROFLEETS Si è concluso di recente il progetto Eurofleets che ha migliorato l’interdisciplinarità della ricerca e dell’esplorazione oceanografica europea tramite un più facile accesso alla flotta di navi che, a livello europeo, consentono di condurre osservazioni e campagne di raccolta dati sulle caratteristiche fisiche, biologiche e chimiche di mari e oceani. A conclusione delle attività progettuali è stato pubblicato l’opuscolo “Navigating Success” che illustra i risultati di questa collaborazione nelle infrastrutture di ricerca europee che ha ricevuto fondi europei di ricerca e innovazione nel corso di tre successive programmazioni, fornendo opportunità di formazione su navi di ricerca a giovani studiosi di 28 nazioni nel corso di 28 campagne di osservaziione. Fonte: Eurocean PNRR PER PARCHI NAZIONALI E AREE MARINE PROTETTE I Parchi Nazionali e le Aree Marine Protette svolgono da anni e costantemente un importante lavoro di monitoraggio che oggi consente, all’intera comunità scientifica, di disporre di una significativa base di conoscenze sulla biodiversità. Le attività di monitoraggio, in particolare quelle sulle specie e gli habitat presentano, tuttavia, caratteristiche di eterogeneità e non permettono di disporre di informazioni uniformi e integrabili a medio-lungo termine per l’intero sistema delle aree protette. Nell’ambito dell’attuazione del PNRR, la specifica Misura M2C4 Inv. 3.2 Digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette, della Missione “Transizione ecologica e rivoluzione verde”, di cui è titolare il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), mira a stabilire procedure standardizzate e digitalizzate per la modernizzazione, l’efficienza e l’efficace funzionamento delle aree protette. In particolare, il sub-investimento relativo alla conservazione della natura - monitoraggio delle pressioni e minacce su specie e habitat e cambiamento climatico, con dotazione economica pari a 82 mila euro, punta al potenziamento delle strumentazioni tecnologiche con l’obiettivo di migliorare e ampliare le conoscenze sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici delle aree protette nazionali in maniera coordinata. Si tratta di un intervento specifico per il monitoraggio delle specie faunistiche, degli habitat d’interesse comunitario e delle pressioni sugli ecosistemi, attraverso metodi innovativi e tradizionali. Il sub-investimento permetterà quindi di attivare una infrastruttura di monitoraggio nazionale innovativa basata su metodi di raccolta dati consistenti per l’individuazione di misure maggiormente efficaci di conservazione di specie e di habitat protetti. L’ISPRA è chiamato a svolgere il coordinamento tecnico scientifico della Misura, mentre INVITALIA fornisce supporto al MASE, quale centrale di committenza. I dati di monitoraggio raccolti dai Parchi Nazionali verranno opportunamente elaborati da ISPRA e resi disponibili attraverso l’infrastruttura tecnica del Network Nazionale della Biodiversità (NNB) secondo standard internazionali di condivisione. Pierangela Angelini – ISPRA, Graziana Dizonno e Martina Moretti – MASE Finanziato dall’Unione europea - NextGenerationEU. I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia solo quelli degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell’Unione europea, della Commissione europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Né l’Unione europea, la Commissione europea, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica possono essere ritenute responsabili per essi.
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