Flori /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 248 – 265
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Gli strumenti pianificatori, e in particolare quelli urbanistici, governano le
trasformazioni del territorio, urbane e non. I vecchi Piani Regolatori Generali
Comunali
14(PRG o PRGC) di azzonamento, di tipo indiretto (che si realizzava
attraverso piani attuativi) e vincolistico, erano strumenti di “comando” e di “controllo”
del territorio, basati sulla cultura dell’espansione urbana (ad oggi ci sono ancora
Comuni che non hanno neanche il PRG, ma sono dotati del Programma di
Fabbricazion
e 15, che la L. 1150/42 aveva previsto di includere nel Regolamento
Edilizio per i Comuni più piccoli al fine di assicurare all'abitato un minimo livello di
disciplina edilizia) . Questo sistema ha prodotto il disegno dello sfruttamento del
territorio nelle sue modalità (destinazione d’uso dei suoli), nei suoi usi (privato e
pubblico) e nelle sue misure (superfici, cubature), senza correlare l’espansione della
città allo sviluppo economico e senza considerare la perdita crescente della qualità
urbana. Il PRG, con la proliferazione di molteplici varianti spesso non attuate, non è
stato più in grado di controllare l’equilibrio tra la crescita effettiva della popolazione e
le possibilità edificatorie, dando luogo ad un consumo incondizionato di suolo.
È emersa quindi, negli ultimi decenni, l’esigenza di un nuovo modello di strumento
urbanistico fondato sulla qualità del territorio, con maggiore attenzione agli aspetti
ecologico-ambientali e al patrimonio esistente nell’ottica di riuso, cercando inoltre di
favorire il consenso dei portatori di interesse.
L’applicazione della
Valutazione Ambientale Strategic
a 16(VAS)
alla pianificazione offre
un apporto sostanziale a questo cambiamento strutturale della pianificazione
territoriale e urbanistica, in quanto contribuisce alla definizione di piani che
concorrono al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e che sono attenti agli
effetti sull’ambiente, sull’uomo, sul patrimonio culturale e paesaggistico.
Nei piani di ultima generazione, improntati sulla salvaguardia della struttura del
territorio, sulle strategie flessibili per gli obiettivi e sui nuovi metodi e tecniche d’uso
del territorio, si punta alla valorizzazione dell’esistente, limitando l’utilizzo di nuove
superfici per l’edificazione, in una filosofia non di espansione, ma di recupero.
Valutazione e pianificazione crescono insieme dalla fase preparatoria del piano alla
sua approvazione, dove però quest’ultima fase non rappresenta la “chiusura” del
processo, ma l’inizio della fase di monitoraggio del piano, che diviene così un piano
aperto, rispetto al quale verificare la coerenza di opportunità e scelte legate a istanze
non definibili a priori ed espresse nel corso del tempo, valutandone le ricadute in
termini complessivi sul più ampio contesto ambientale e territoriale, oltre che sul
tessuto socio-economico. Ed è proprio l’individuazione tempestiva e il controllo degli
effetti sull’ambiente dovuti all’attuazione del piano, al fine di adottare in tempo le
opportune misure correttive, che rappresenta la vera innovazione che la VAS
introduce. Il nuovo piano ha il compito di dare indirizzi per la futura gestione del
territorio a lungo termine, valutando le risorse esistenti, naturali ed antropiche, e
14
Legge urbanistica n. 1150 del 17/08/1942, artt.4, 7 e 8.
15
L. 1150/42, art. 34.
16
Dir. 2001/42/CE, D. Lgs. 152/06
ss.mm.ii.
LO STATO DI FATTO IN ITALIA