Berti et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 174 – 195
176
L’ISPRA da oltre dieci anni porta avanti uno studio sistematico degli
eventi alluvionali
(Annuario dei Dati Ambientali ISPRA – Indicatore “Eventi alluvionali”), che racchiude
informazioni sui caratteri pluviometrici degli eventi (durata delle precipitazioni,
intensità), sui principali effetti al suolo e sulla tipologia di dissesto e, infine, sui
provvedimenti d'urgenza adottati per fronteggiare l'evento o per mitigarne i danni.
A partire da questi dati viene proposta un’analisi che ha l’obiettivo di approfondire gli
aspetti legati agli effetti al suolo e ai danni dei fenomeni alluvionali verificatisi nel
2014 in 7 capoluoghi italiani (
Tabella 2.3.1
nella sezione Tabelle). I centri urbani
oggetto dell’analisi sono già presenti tra quelli sinora studiati nelle precedenti o nella
presente edizione del Rapporto. Le città oggetto di studio, in particolare sono:
Modena, Pisa, Roma, Milano, Genova, Varese, Parma.
Nelle
Tabelle 2.3.1
e
2.3.2
(nella sezione Tabelle) viene riportata una sintesi dei dati
relativi ai caratteri generali dei fenomeni (periodo dell’evento, città, dati pluviometrici,
tipo di dissesto) e agli effetti connessi (bacino idrografico interessato, effetti al suolo,
eventuali vittime, danni materiali, provvedimenti legislativi adottati e/o di riferimento),
in modo da offrire una panoramica generale d’insieme. Nei successivi paragrafi alcuni
dati inerenti agli effetti sul territorio vengono esplicitati e discussi caso per caso.
In base alle informazioni disponibili a scala nazionale in letteratura, il 2014 ha
presentato per molte stazioni idrometriche italiane valori di precipitazioni cumulate
annuali tra i più elevati della serie storica disponibile. Il numero e l’estensione degli
eventi alluvionali ha superato in modo considerevole quanto verificatosi negli ultimi
anni. In molti casi, più eventi si sono ripetuti con intensità paragonabile, sulle
medesime aree (si vedano ad esempio i casi di Milano e Genova), con il risultato di
amplificare gli effetti al suolo e i danni. Ulteriore aspetto che ha contribuito ad
aggravare la situazione è stata la distribuzione temporale delle precipitazioni, che ha
mostrato quantitativi assai elevati spesso concentrati in poche ore (c.d. bombe
d’acqua), rispetto all’intera durata dell’evento. Per intensità dei fenomeni meteorici
(precipitazioni cumulate o di picco per singolo evento), frequenza dei fenomeni,
estensione delle aree interessate da alluvioni, gravità dei danni e numero delle
vittime, si sono evidenziate in particolare 3 fasi metereologiche che hanno coinvolto i
centri urbani oggetto dello studio: la prima ha riguardato una parte considerevole del
territorio nazionale tra metà gennaio e inizio febbraio 2014, coinvolgendo
principalmente alcune regioni del Centro-Nord, tra cui Liguria, Emilia Romagna,
Toscana, Lazio, Veneto; una seconda ha coinvolto il Nord nei mesi di luglio e inizio
agosto (principalmente Lombardia e Liguria); una terza, prolungata per un arco
temporale di circa un mese, dalla prima decina di ottobre alla seconda di novembre
2014, ha coinvolto più volte Genova (bacini del Fereggiano e del Bisagno), la Liguria
più in generale, il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e la Toscana, causando 12 morti
(di cui ben 6 entro aree urbanizzate) e danni economici per molte centinaia di milioni
di euro. Di rilievo, nel corso del 2014, le 9 esondazioni del fiume Seveso all’interno
della città di Milano, che segnalano un evidente problema di assetto idraulico
dell’attuale urbanizzato.
GLI EVENTI ALLUVIONALI DEL 2014 NELLE CITTÀ CENSITE