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Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015) – Capitolo 3

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 ISBN 978-88-448-0749-8

www.isprambiente.gov.it

per un totale di oltre 18.000 ha di superficie interessata, circa metà della quale

boscata. L’incendio determina gravi impatti sul territorio, tra cui perdita di

biodiversità e degrado del suolo, con danni a carico delle componenti naturali e/o

paranaturali degli ambiti urbani. Anche l’uso di pesticidi rappresenta una minaccia alla

qualità dell’ambiente naturale (contributo

3.6

): si riporta il caso specifico della

gestione degli insetti molesti nelle aree urbane, come la zanzara tigre (in particolare

dei generi

Aedes

e

Culex

considerate possibili vettori di malattie come

Dengue

,

West

Nile Virus

e

Chikungunya

) e l’adozione di pratiche eco-compatibili – lotta biologica o

integrata - da parte delle amministrazioni comunali per ridurre i rischi ambientali.

Contrariamente a quanto si può essere portati a presumere, le aree verdi delle città

sono spesso protette in virtù dei loro valori naturalistici e storico-culturali: in 15

Comuni le aree naturali protette (paragrafo

3.2

) interessano più di un quarto del

territorio comunale (in 5 si registrano valori superiori al 40%), in 37 più del 15%, a

conferma del buon livello di biodiversità presente nelle città italiane e del loro

importante contributo al patrimonio verde complessivo, non solo in termini di qualità,

ma anche di quantità di porzioni di territorio tutelate.

La presenza di aree della Rete Natura 2000 (paragrafo

3.3

), un sistema di siti per la

conservazione della biodiversità a scala europea, rappresenta un ulteriore indicatore

del valore naturalistico del verde urbano. I dati mostrano che sono 69 su 85 i Comuni

nei cui territori è localizzato almeno un sito, per un totale di 249 siti, pari all’8,5% del

totale dei siti presenti in Italia. In accordo con la situazione nazionale, i SIC sono i più

numerosi: nei 69 Comuni sono presenti 173 SIC, 35 ZPS e 41 SIC/ZPS, e vari sono

inclusi in aree protette (98 su 249). Fra le nuove città, a Crotone si segnala il

numero massimo di habitat (33) e le macrocategorie più rappresentate sono gli

habitat costieri e vegetazione alofitica e le foreste (che sono anche le più

rappresentate a scala nazionale). In molti Comuni l’habitat più diffuso è prioritario,

spesso però in uno stato di conservazione inadeguato.

Tra le altre tipologie di verde pubblico, poco analizzata nelle precedenti edizioni, quella

del verde incolto, presente in 21 citt

à 1

con buone percentuali soprattutto al Sud e

sulle isole, ad eccezione di Como dove incide per l’85,2% (pari a quasi 5 milioni di m

2

)

del patrimonio verde totale. Per verde incolto si intendono quella aree verdi in ambito

urbano non soggette a coltivazioni od altre attività agricole, nelle quali la vegetazione

non è soggetta a manutenzione. Una risorsa di natura e di suolo permeabile che

potrebbe quindi rivestire maggiori funzioni se pianificata e gestita con maggiore

attenzione da parte dell’amministrazione locale. L’incidenza maggiore si registra poi a

Pescara (40,8%), Reggio Calabria (37,9%), Catania (33,9%) e Cagliari (28,4%). In

valore assoluto però la maggiore estensione si ha per Reggio Calabria con oltre 7

milioni di m

2

di verde incolto. Nelle altre città è presente in percentuali inferiori al

15%.

Come per la passata edizione, si è inclusa nell’analisi della natura in città anche

l’agricoltura urbana e peri-urbana (paragrafo

3.4

)

,

settore che ha importanti ricadute

1

A queste si aggiungono 14 città fra quelle escluse dalla analisi perché dotate di una superficie a verde

inferiore al 1% (Asti, Savona, Ravenna, Viterbo, Latina, Foggia, Andria, Barletta e Taranto e fra le nuove

Imperia, Pisa, Ascoli Piceno, Teramo e Trani).

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