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Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 64-75
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Il tasso di mortalità delle imprese
5è quella parte della demografia di impresa che
esprime il rapporto tra il numero di imprese cessate in ciascuna provincia e lo stock
delle imprese registrate nella stessa provincia all’inizio dell’anno di riferimento (in
percentuale). La fonte dei dati è Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per
Unioncamere da Infocamere, e il livello territoriale è quello provinciale
6 .Nel 2014 (vedi
Mappa tematica 1.2.2
e
Tabella 1.2.2
) si è registrato per la prima
volta dal 2011 un rallentamento del flusso delle cessazioni
7che ha contribuito al
saldo positivo del 2014, compensando la diminuzione di 13.504 unità delle nuove
iscrizioni. Soltanto 31 delle province oggetto di questo studio hanno il tasso di
mortalità più basso (o uguale) della media nazionale (5,6%). Tra queste, registrano il
valore più basso Reggio Calabria (4,5%), seguono: Milano (4,5%), Bolzano (4,6%),
Roma (4,7%), Potenza (4,7%). Il tasso di mortalità più alto si è registrato a Prato
(7,7%), seguono Lecce (7,4%), Asti, Pordenone (6,6%) e Torino (6,5%).
Considerando la ripartizione delle principali forme giuridiche, in Italia il 13,2% delle
cessazioni ha riguardato le società di capitali, il 12,2% le società di persone e il
72,6% le ditte individuali. La regione che ha la quota più alta di cessazioni di società
di capitali è il Lazio (23,4%), mentre quella con la più bassa è la Calabria (5,9%).
Superano la media nazionale (13,2%) anche Lombardia (18%), Veneto (14,6%), ed
Emilia Romagna (14,5%). La Regione con la più alta percentuale di cessazioni di
società di persone è la Valle d’Aosta (19,5%) e quella con la più bassa è la Sicilia
(7,5%). Superano la media nazionale (12,2%) anche il Veneto e le Marche (12,4%),
Friuli Venezia Giulia (12,5%), Lombardia (12,9%), Trentino Alto Adige (13,6%),
Emilia Romagna (14%), Toscana (14,1%), Umbria (14,4%), Liguria (15,1%),
Piemonte (16,6%). La regione con la più alta quota di cessazioni di ditte individuali è
la Calabria (83,8%), e quella con la più bassa è il Lazio (62,6%). La percentuale di
cessazioni di ditte individuali è più bassa della media nazionale (72,6%) nelle seguenti
regioni: Lazio (62,6%), Lombardia (67,2%), Valle d’Aosta (67,6%), Emilia Romagna
(69,5%), Veneto (71,3%), Trentino alto Adige (71,6%), Liguria (71,9%), Toscana
(72,4%).
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A partire dal 2005, le Camere di commercio possono procedere alla cancellazione d’ufficio dal Registro
delle imprese di aziende non più operative. Per tenere conto di tali attività amministrative, ai fini di
Movimprese il flusso delle cancellazioni viene considerato al netto di quelle d’ufficio.
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I dati relativi ai Comuni di Andria e Barletta sono compresi nella provincia di Bari e quelli del Comune di
Olbia nella provincia di Sassari.
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340.261 cessazioni nel 2014, 371.802 nel 2013, 364.972, nel 2012, 341.081 nel 2011
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TASSO DI MORTALITÀ DELLE IMPRESE