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De Gironimo et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 430-443

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Per quanto concerne le

perdite di rete

(dispersioni), la fonte delle informazioni è il

Censimento delle acque per uso civile dell’ISTAT, che fornisce dati relativi al 2012.

Questo indicatore, di tipo derivato, è rappresentato dalla differenza percentuale, a

scala comunale, tra acqua immessa nella rete di distribuzione e acqua erogata

(espressa in migliaia di metri cubi al giorno). Inoltre, considerando la popolazione

media residente in ciascun Comune, è stato possibile determinare sia il volume di

acqua immesso pro capite al giorno sia quello erogato (litri per abitante al giorno).

In questo ambito, è opportuno, per una esatta interpretazione dell’indicatore,

riportare le definizioni standardizzate e utilizzate dall’ISTAT nei suoi documenti degli

indicatori che permettono di stimare le perdite di rete ovvero:

acqua fatturata per

uso domestico: volume di acqua pagato dalle utenze domestiche finali; acqua

immessa nella rete di distribuzione dell’acqua potabile: quantità di acqua ad uso

potabile addotta da acquedotti e/o proveniente da apporti diretti da opere di

captazione e/o derivazione, navi cisterna o autobotti, in uscita dalle vasche di

alimentazione (serbatoi, impianti di pompaggio, ecc.) della rete di distribuzione; acqua

erogata dalla rete di distribuzione dell’acqua potabile: quantità di acqua ad uso

potabile effettivamente consumata dai diversi utenti. Tale valore è costituito

dall’acqua consumata, misurata ai contatori dei singoli utenti, a cui si aggiunge la

stima dell’acqua non misurata, ma consumata per diversi usi, come per esempio:

luoghi pubblici (scuole, ospedali, caserme, mercati, ecc.), fontane pubbliche, acque di

lavaggio strade, innaffiamento di verde pubblico, idranti antincendio, eccetera.

A livello nazionale le perdite di rete per l’anno 2012 è del 37,4%. Osservando la

Tabelle 5.1.2

si riscontra che la dispersione media nazionale è superata da 31 città

sulle 85 considerate dal rapporto. Inoltre, osservando i dati nella

Tabelle 5.1.2

si può

rilevare che le maggiori perdite si verificano nelle città di Campobasso (69,0%),

Cosenza (68,7%), Olbia (62,5%), Siracusa (61,0%), Ragusa (60,3%), Cagliari

(58,5%), Sassari (56,9%), Catania (56,9%), Salerno (52,5%) e Catanzaro (52,0%).

Le minori perdite si registrano, invece nelle seguenti città: Milano (10.2%), Monza

(12,7%), Foggia (12,8%), Vicenza (12,9%), Pordenone (13,7%), Pavia (14,5%),

Trento (15,0%), Trapani (15,0%).

PERDITE DI RETE