Bernabei et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 466-480
468
La normativa di riferimento per la valutazione della qualità delle acque superficiali
interne, il D. Lgs. 152/06 con i suoi decreti attuativi:
•
DM 131/2008 recante i criteri tecnici per la caratterizzazione e tipizzazione
dei corpi idrici;
•
DM 56/2009 relativo alle procedure per il monitoraggio e l’identificazione
delle condizioni di riferimento per i corpi idrici;
•
DM 260/2010 riguardante le modalità di classificazione dello stato dei corpi
idrici superficiali,
stabilisce che i programmi di monitoraggio dei corpi idrici superficiali abbiano valenza
sessennale (divisi in due trienni) al fine di contribuire alla predisposizione dei Piani di
Gestione delle acque e dei Piani di Tutela delle acque, strumenti di pianificazione -
gestione delle acque a scala di Distretto Idrografico
2e a scala regionale.
Il primo periodo per i programmi di monitoraggio è stabilito nell’intervallo 2010-
2015.
I dati sulla qualità delle acque superficiali interne, in questo contributo, sono riferiti ai
corsi d’acqua che attraversano alcune delle aree metropolitane analizzate in questa
edizione. In particolare, i dati riportati sono stati raccolti attraverso la collaborazione
delle Agenzie Ambientali Regionali e Provinciali, e si riferiscono per la maggior parte
al primo ciclo triennale di monitoraggio (2010-2012) ai sensi del D. Lgs. 152/06.
Purtroppo per una questione di non omogeneità di informazioni (localizzazione,
intervallo temporale, ecc.) non tutti i dati sono stati inseriti in questa prima analisi.
La non omogeneità dal punto di vista temporale, nasce dal fatto che non tutte le
regioni hanno iniziato i monitoraggi nelle tempistiche previste dalla normativa vigente
per il grande sforzo di rivisitazione delle metodologie di campionamento e relativa
classificazione che in questi anni è in fase di conclusione.
I dati completi relativi alle reti di monitoraggio previste dalla normativa vigente
saranno disponibili alla fine del 2015 quando saranno pubblicati gli aggiornamenti dei
Piani di Gestione degli 8 Distretti Idrografici presenti sul territorio nazionale.
Si ritiene utile sottolineare che questi dati, anche fornendo un quadro parziale della
qualità dei corpi idrici che attraversano i centri urbani, spesso non leggano
completamente l’impatto che gli stessi generano. In molte realtà urbane i fiumi hanno
infatti perso il collegamento con l’area circostante scorrendo spesso in alvei
completamente cementificati oppure recependo gli scarichi generati dall’area urbana
2
Il D.Lgs. 152/06, prevede all’art. 64 la divisione del territorio nazionale in 8 Distretti idrografici: Distretto
Alpi Orientali, Padano, Serchio, Appennino Settentrionale, Centrale, Meridionale, Sardegna, Sicilia. Ad oggi,
i Distretti Idrografici suddetti non sono stati formalmente istituiti.
STATO DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI