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Bernabei et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 466-480

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Nella

Tabella 5.3.1

sono elencati tutti i centri urbani scelti con i relativi corpi idrici

indagati di cui sono stati trasmessi i dati di monitoraggio dalle ARPA/APPA.

Le informazioni acquisite si riferiscono a due indicatori di sintesi previsti dalla

normativa vigente per classificare i corpi idrici superficiali:

lo stato ecologico;

lo stato chimico.

Nella

Tabella 5.3.1

viene riportato l’elenco dei corpi idrici indagati nelle singole 44

aree urbane con le relative classi di qualità.

Lo

stato ecologico

dei corpi idrici superficiali è un indice che considera la qualità della

struttura e del funzionamento dell’ecosistema. Si calcola integrando tra loro i dati

degli EQB (Elementi di Qualità Biologica) quali macrobenthos, diatomee, macrofite e

fauna ittica.

Il dato di qualità degli EQB viene incrociato con il Livello di Inquinamento da

Macrodescrittori (LIMeco) e con le analisi degli inquinanti specifici non compresi

nell’elenco di priorità (rispetto degli Standard di Qualità Ambientale – Media Annua o

SQA-MA) Tab. 1/B, allegato 1, del DM 260/10). Alle fine si classificano i corpi idrici

in 5 classi di stato ecologico: “elevato”, “buono”, “sufficiente”, “scarso” e “cattivo”.

La

Figura 5.3.2

mostra nelle 44 aree urbane indagate i risultati dei monitoraggi di

128 stazioni. Considerato che la normativa vigente prevede per i corpi idrici

superficiali il raggiungimento di uno stato ecologico “buono” entro il 2015, in

riferimento al triennio considerato si evidenzia come solo il 24% dei corpi idrici

indagati raggiunga tale obiettivo mentre ben il 76% dei corpi idrici indagati non

raggiunge l’obiettivo di qualità.

Nelle

Tabelle 5.3.2 A e 5.3.2 B

vengono riportati rispettivamente la suddivisione in

classi di qualità (stato ecologico) per area urbana e, dove possibile, le variazioni per

corpo idrico in entrata e uscita dall’area urbana.

Lo

stato chimico

dei fiumi viene determinato, come definito dal DM 260/10 Allegato

1 Tabella 1/A, valutando una lista si sostanze “prioritarie”, per le quali sono previsti

degli Standard di Qualità Ambientali (SQA).

I corpi idrici che soddisfano, per le sostanze dell’elenco di priorità, tutti gli standard di

qualità ambientale sono classificati in buono stato chimico. In caso contrario, sono

classificati come corpi idrici ai quali non è riconosciuto il buono stato chimico.

Per quanto riguarda lo stato chimico la

Figura 5.3.3

mostra, sempre per le 44 aree

urbane indagate ma per 120 stazioni (alcune stazioni dove è previsto il

campionamento per la valutazione dello stato ecologico non prevedono la valutazione

su quello chimico o il dato non era disponibile), che l’ 83% dei corpi idrici superficiali è

in stato buono, mentre il 17% in stato non buono.

Nelle

Tabelle

5.3.3 A e B

vengono riportati rispettivamente la suddivisione in classi di

qualità (stato chimico) per area urbana e, dove possibile, le variazioni per corpo idrico

in entrata e uscita dall’area urbana.