Marinosci et al./
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 156 – 173
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Questa schematizzazione aiuta ad analizzare la complessità dei fenomeni di
trasformazione e le differenti forme di criticità che l’urbanizzazione pone alla
sostenibilità del territorio. La distribuzione dei Comuni tra le classi è rappresentata
nella
Figura 2.2.2
nella quale si leggono sull’asse orizzontale il valore dell’indicatore
LCPI, che in base al valore soglia di 70 suddivide le città in due universi. Nella parte
sinistra del grafico sono rappresentate le aree urbane diffuse o policentriche,
caratterizzate da diversi valori dell’indicatore RMPS sull’asse verticale. In particolare
la soglia tra diffuse e policentriche è rappresentata dal valore 9 dell’RMPS. La parte
destra del grafico, raccoglie le aree urbane a diverso grado classificabili come
monocentriche, con diversi gradi di dispersione rappresentati su un diverso asse
verticale sulla destra, che riporta i valori dell’indicatore ED. In questo caso, la soglia
tra città con aree disperse e non è rappresentata dal valore 250 di EDclass.
I Comuni che hanno una struttura urbana monocentrica con significativa dispersione
delle aree edificate all’esterno del nucleo urbano principale (Monocentriche disperse)
e i Comuni caratterizzati da un tessuto urbano di tipo diffuso (Diffuse) rappresentano
le situazioni a maggiore rischio per gli effetti negativi della frammentazione. Una
elevata criticità è rappresentata anche dalle aree urbane che superano il confine
comunale, classificate come monocentriche sature, che, tra quelle analizzate, sono
risultate Milano, Torino, Napoli, Padova e Monza.
Come evidenzia la distribuzione dei Comuni tra le classi (
Figura 2.2.2
), la maggior
parte dei Comuni analizzati si classifica tra le città monocentriche disperse, quali, ad
esempio, Campobasso, Reggio nell’Emilia, Udine. Molte anche le città monocentriche
compatte, che sono rappresentate da importanti centri urbani quali Catania, Cagliari,
Firenze, Genova, Pescara, Bologna. Sono meno numerose le città policentriche, che
sono comunque rappresentate da una ventina di Comuni. Tra queste, con
policentrismo dovuto a diversi fattori quali la morfologia del territorio o della costa
ovvero dalla presenza di espansioni industriali o infrastrutturali, ovvero ancora per la
forma delle urbanizzazioni successive, figurano Venezia, Bari, Taranto, Pordenone,
Perugia, Catanzaro. Infine, vi sono i Comuni caratterizzati da una urbanizzazione
decisamente diffusa, tra i quali si annoverano Trapani, Latina, Ferrara, Lucca,
Benevento. Da notare che a questa classe appartengono molti dei capoluoghi di
provincia e delle città maggiori della regione Sardegna (Sassari, Olbia) e della regione
Toscana (Arezzo, Lucca, Pisa e Siena).
È auspicabile che valutazioni di questo tipo, unitamente alla valutazione complessiva
degli effetti ambientali, sociali ed economici della perdita di qualità del territorio
possano in futuro informare sia le politiche nazionali che i programmi di sviluppo
territoriale, al fine di orientare le risorse disponibili verso le aree a maggiore criticità.