Marinosci et al./
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 156 – 173
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L’ultimo è l’
indice di dispersione urbana (IDU)
che ha carattere opposto alla
compattezza, con valori alti in presenza di tessuti a bassa densità e valori bassi nelle
aree più compatte (
Tabella 2.2.3
), e può rappresentare la dispersione territoriale,
(EEA, 2006; ESPON, 2011).
Tabella 2.2.3
– Indicatore del paesaggio urbano – dispersione
Indicatore
Descrizione e significato
IDU
(Indice di
Dispersione
Urbana)
Rapporto tra aree ad alta densità e aree ad alta e bassa
densità. Descrive la dispersione attraverso la variazione di
densità di urbanizzazione.
In questa edizione, i valori sono calcolati con differenti parametri rispetto alla
precedente. Il valore medio di impermeabilizzazione è valutato in un’area circolare di
raggio pari a 600 metri nell’intorno di ogni punto. Sulla base di questi valori si
identificano 3 classi con soglie 0-8, 8-35, e 35-100, dunque la valutazione è
effettuata sempre identificando tre classi in base all’impermeabilizzazione:
•
aree ad alta densità;
•
aree a bassa densità;
•
aree in prevalenza naturali o seminaturali.
L’indice è calcolato come rapporto tra aree ad alta densità e aree ad alta e bassa
densità. Il
range
dei valori (
Mappa tematica 2.2.3
) varia da 0,18 (Monza, città con
fenomeno della diffusione soprattutto distribuito nella relativa conurbazione, al di fuori
dei limiti amministrativi comunali) a 0,85 (Catanzaro).
I valori minori si presentano per Monza, Torino, Napoli e Milano, caratterizzate da
centri urbani compatti all’interno del limite comunale, mentre valori più alti si
presentano per Perugia, Benevento, Latina e Catanzaro. Queste sono le città in cui i
processi di espansione della superficie urbanizzata a bassa densità hanno interessato
il territorio comunale in maniera più significativa.
DISPERSIONE URBANA