Table of Contents Table of Contents
Previous Page  213 / 1029 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 213 / 1029 Next Page
Page Background

Marinosci et al./

Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 156 – 173

160

concorrenti all’impermeabilizzazione del suolo, non appartengono realisticamente ai

nuclei di aree urbane, ma corrispondono a costruzioni isolate o lineari. Il peso di tali

elementi è rilevante nel calcolo degli indicatori LCPI e RMPS: è anche per questo

motivo che si è scelto di riclassificare il valore di consumo di suolo secondo la media

dei valori del grado di impermeabilizzazione che si trovano entro un raggio di 100m.

Il

LCPI (

Largest Class Patch Index

)

, definito indicatore di compattezza, assume valori

maggiori nelle città con un centro urbano di dimensioni elevate, mentre valori inferiori

si associano ad aree con un maggiore grado di diffusione dell’urbanizzato. L’analisi

mostra a livello dei Comuni analizzati un

range

di variazione dell’LCPI tra 22,7 e 98,7.

Molti dei Comuni italiani di grandi dimensioni (sopra i 100.000 abitanti), che sono

caratterizzati da aree urbanizzate ancora piuttosto compatte, hanno valori di LCPI

maggiori dell’80%. Tra queste le città più compatte, che hanno un uso intensivo del

suolo come Firenze, Milano, Torino, Genova e Brescia, hanno valori percentuali

superiori al 90%. Al contrario, città più frammentate, come Catanzaro, Perugia,

Brindisi, Ragusa e Rieti presentano valori dell’indicatore inferiori al 40%.

Il

RMPS (

Residual Mean Patch Size

)

, ovvero l’ampiezza media dei poligoni residui

valutata in ettari, fornisce la dimensione della diffusione delle città italiane attorno al

nucleo centrale e risente notevolmente della scala di studio. Valori elevati di RMPS

corrispondono a condizioni di bassa diffusione, ad esempio, perché caratterizzate da

policentricità; valori bassi di RMPS caratterizzano aree urbane più diffuse. L’analisi

delle città mostra valori elevati (oltre i 15 ettari) per Cuneo, Brindisi, Venezia,

Pordenone e Taranto che sembrerebbero caratterizzate da minore diffusione o

policentricità a livello comunale, ma la valutazione deve essere necessariamente fatta

caso per caso, distinguendo tra i fattori che determinano situazioni decisamente

differenti dovute, ad esempio, alla morfologia del territorio o della costa (come a

Venezia). Nelle città esaminate, il valore dell’RMPS varia da poco più di 1 a 23,1

ettari. I valori bassi si registrano a Savona, Bolzano, Genova e Bologna (inferiori a 2

ettari), dove il tessuto urbano centrale è compatto, ma l’area periferica è più diffusa.

La media dei Comuni italiani ha valori di RMPS intorno a 8 ettari, sia in aree urbane

compatte sia in quelle completamente diffuse

10

(i valori degli indicatori sono riportati

in

Tabella 2.2.4

nella sezione Tabelle e

nella

Mappa tematica 2.2.1

).

10

Per una comprensione del fenomeno, è necessario valutare questo indicatore unitamente agli altri

presentati e, in particolare, all’LCPI.