Caricchia et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 504-546
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Gli
idrocarburi policiclici aromatici
(
IPA
) sono prodotti nei processi di combustione
incompleta di materiali organici e sono emessi in atmosfera quasi totalmente
adsorbiti sul materiale particolato. Molti composti sono cancerogeni anche se
l’evidenza di cancerogenicità sull’uomo relativa a singoli IPA è estremamente difficile,
poiché in condizioni reali si verifica sempre una co-esposizione simultanea a miscele
complesse di molte decine di IPA. La IARC (IARC, 2012) ha classificato in particolare
il benzo(a)pirene (BaP), come cancerogeno per l’uomo (categoria 1). Oltre agli IPA,
alcuni elementi che possono essere liberati in atmosfera veicolati dal materiale
particolato, assumono particolare rilevanza igienico sanitaria per l’accertata
cancerogenicità: cadmio (Cd), nichel (Ni) e arsenico (As).
I dati disponibili per il 2014 sono relativi a 43 aree urbane (i dati riferiti
all’agglomerato di Milano sono rappresentativi anche di Como e Monza, oltre che di
Milano). I dati relativi alle singole aree urbane, espressi come media annuale (ng/m³)
di BaP, As, Cd e Ni sono riportati nella
Tabella 6.1.7
.
La
Mappa tematica 6.1.6
illustra la situazione relativa al 2014 per il BaP. Al di là
della scarsità di dati di monitoraggio in alcune regioni del sud, la mappa evidenzia una
generalizzata situazione di rispetto del valore obiettivo. In 4 aree urbane (Torino,
agglomerato di Milano, Bolzano e Terni) rispetto alle 12 nel 2013, sono stati
registrati valori superiori ad 1,0 ng/m³. In generale le principali sorgenti di BaP sono,
oltre al trasporto su strada, le combustioni industriali (esempio tipico, le acciaierie) e
il riscaldamento domestico, qualora il combustibile usato sia legna o carbone. È
indubbio che la recente aumentata diffusione dei sistemi di riscaldamento domestico
che utilizzano biomassa come combustibile, contribuisce in maniera importante a
determinare i livelli osservati, soprattutto laddove la particolare orografia della zona
favorisce situazioni di stagnazione atmosferica. A Padova, Treviso e Venezia le medie
annuali nel 2014 sono state pari a 1,0 ng/m³; in Veneto i livelli di questo inquinante
sono generalmente critici (il 2014 è stato un caso particolare e fortunato per le
condizioni meteoclimatiche). Nelle restanti 35 aree urbane i valori medi annuali sono
inferiori al valore obiettivo di 1,0 ng/m³.
Anche per i metalli As, Cd e Ni, si osserva una scarsità di dati di monitoraggio in
alcune regioni del Sud. Per questi inquinanti, i livelli sono in tutti i casi inferiori al
valore obiettivo (rispettivamente 6,0 ng/m³, 5,0 ng/m³ e 20,0 ng/m³).
I livelli di arsenico, nella grande maggioranza dei casi non superano 1,0 ng/m³; valori
superiori solo a Trento (1,5 ng/m³), Venezia (4,6 ng/m³) e Foggia (3,7 ng/m³). Anche
i livelli di cadmio sono generalmente molto bassi rispetto al valore obiettivo e solo in
pochissimi casi (La Spezia, Trento, Treviso, Venezia, Foggia) superano 0,5 ng/m³: a
Venezia si registra il valore più elevato (4,7 ng/m³). I livelli di nichel più elevati,
superiori a 6,0 ng/m³, si registrano a Savona, Varese, Bergamo, Brescia, Terni e
Taranto.
BaP, As, Cd e Ni – BENZO(A)PIRENE, ARSENICO, CADMIO
E NICHEL NEL PM10