Caricchia et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 504-546
512
Il
biossido di azoto
(
NO
2
) è un inquinante a prevalente componente secondaria, in
quanto è il prodotto dell'ossidazione del monossido di azoto (NO) in atmosfera; solo in
piccola parte è emesso direttamente da fonti antropiche (combustioni nel settore dei
trasporti, negli impianti industriali e di produzione di energia elettrica, di
riscaldamento civile e di incenerimento) o naturali (suoli, vulcani e fenomeni
temporaleschi). L’NO
2
ha effetti negativi sulla salute umana e insieme all’NO
contribuisce ai fenomeni di smog fotochimico (è precursore per la formazione di ozono
troposferico e particolato fine), di eutrofizzazione e delle piogge acide.
Per l’NO
2
il D.lgs. 155/2010 stabilisce per la protezione della salute umana un valore
limite orario (200 µg/m³ da non superare più di 18 volte in un anno) e un valore limite
annuale (40 µg/m³).
I dati disponibili per il 2014 sono relativi a 77 aree urbane (i dati riferiti
all’agglomerato di Milano sono rappresentativi anche di Como e Monza, oltre che di
Milano). I dati relativi alle singole aree urbane, espressi come numero di ore con
concentrazione oraria superiore a 200 µg/m³ e come media annuale (µg/m³), sono
riportati nella
Tabella 6.1.4
. Per ciascuna area urbana, sono riportati il valore minimo
e massimo dei dati registrati distintamente in stazioni di fondo urbano e suburbano e
in stazioni di traffico e industriali.
La
Mappa tematica 6.1.4
illustra la situazione relativa al 2014. Nel 2014 il
contemporaneo superamento del valore limite annuale e del valore limite orario in
almeno una delle stazioni di monitoraggio della città, è stato registrato
nell’agglomerato di Milano. Il valore limite annuale, ma non quello orario, è stato
superato in almeno una delle stazioni di monitoraggio in 20 aree urbane distribuite al
Nord, Centro, Sud e Isole. La città di Savona presenta la particolarità di superare il
valore limite orario, ma non quello annuale. Nella gran parte delle aree urbane (53)
prese in esame, entrambi i limiti normativi sono stati rispettati. In questo gruppo di
città, a parte Viterbo, Campobasso, Ragusa e Siracusa dove sono stati registrati fino
a 4 superamenti del valore limite orario, oltre agli obiettivi di qualità stabiliti dal
D.lgs. 155/2010 per l’NO
2
, sono rispettati anche i valori di riferimento proposti
dall’OMS (40 µg/m³ come media annuale e nessun superamento del valore medio
orario di 200 µg/m³).
I dati riportati confermano la grande variabilità spaziale dell’NO
2
; le concentrazioni
registrate in stazioni di traffico sono sempre superiori a quelle registrate nelle
stazioni di fondo nella stessa città (a parte Terni, Reggio Calabria, Siracusa e Olbia)
con una differenza che va da pochi microgrammi (Venezia, 3 µg/m³) fino a qualche
decina (Firenze, 37 µg/m³).
A tal proposito è importante sottolineare che in 14 delle 50 città in cui non si
registra alcun superamento, i dati riportati sono registrati solo in stazioni di fondo.
I valori di NO
2
registrati nel 2014 sono generalmente inferiori rispetto a quelli del
2013. La spiegazione, come già indicato per altri inquinanti, può essere ricercata
nelle particolari condizioni meteo-climatiche nel 2014.
NO
2
– BIOSSIDO DI AZOTO