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Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015) – Capitolo 1

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 ISBN 978-88-448-0749-8,

www.isprambiente.gov.it

SINTESI

a cura di Adele Rita Medici

Il rapporto uomo-ambiente è per sua natura complesso, bidirezionale, interattivo e in

costante relazione dinamica. Le aree urbane, in particolare, per l’alta concentrazione

di cittadini e imprese, insieme con la pluralità dei servizi, giocano un ruolo cruciale

per lo sviluppo sostenibile e la qualità della vit

a 1

. In questo capitolo si analizzano gli

indicatori di tipo sociale ed economico che incidono maggiormente sul consumo delle

risorse e sulla qualità dell’ambiente: popolazione residente, popolazione straniera

residente, rapporto di mascolinità, struttura per età della popolazione, tasso di

crescita totale della popolazione, densità demografica, pendolarismo, tasso di natalità

e di mortalità delle imprese insieme con il relativo tasso di crescita, tasso di

ricettività turistica, flussi turistici e incidenza del turismo sui rifiuti.

Ciò è evidenziato (paragrafo

2.1

) negli 85 Comuni capoluogo analizzati dove, al 31

dicembre 2014, su una superficie pari al 5,5% del totale nazionale, risiede circa il

28% della popolazione totale del Paese (cioè oltre 17 milioni di persone). Nel 2014 la

densità della popolazione è molto eterogenea: dal valore più alto registrato a Napoli

(8.220 abitanti per km

2

), seguito da quello di Milano (7.360 abitanti per km

2

) e

Torino (6.898 abitanti per km

2

), al valore più piccolo registrato a L’Aquila (148

abitanti per km

2

, preceduta da Olbia (153 abitanti per km

2

). Quasi 8 milioni, inoltre, i

residenti che si spostano quotidianamente per motivi di studio o lavoro

(pendolarismo). Chi varca i confini degli 85 Comuni (in uscita e in entrata) lo fa

utilizzando principalmente un mezzo di trasporto, mentre il 21% di chi si sposta

all’interno degli stessi va a piedi.

Positivo il

trend

della demografia di impresa (paragrafo

2.2

) dovuto al rallentamento

nel 2014 del flusso delle cessazioni (il primo dal 2011) che ha contribuito al saldo

positivo, compensando la diminuzione di 13.504 unità delle nuove iscrizioni. Un

bilancio che si è tradotto sui territori nella diminuzione delle province con un tasso di

crescita delle imprese negativo (da 42 a 31), nella crescita del tasso in 23 province

che lo avevano già positivo, in un cambiamento di segno da negativo (nel 2013) a

positivo in 16 province. La provincia di Roma registra il tasso di crescita della

imprese più alto (2,24), seguita da quella di Milano (2,1), mentre la provincia di

Udine ha il tasso più basso (-1,46), preceduta da quella Pordenone (-1,17).

Nel 2013, il

trend

del numero di esercizi turistici, complessivamente, mostra una

crescita nelle 85 città oggetto dell’indagine (paragrafo

2.3

). Gli esercizi alberghieri

presentano un aumento dell’1,7% (differenziandosi dall’andamento nazionale, -1,9%),

mentre per quelli complementari, in generale, i valori sono più elevati (+29,6%). In

linea con l’andamento a livello nazionale sono i flussi degli arrivi e delle presenze:

diminuiscono le presenze (-0,9%) mentre per gli arrivi non si registrano variazioni.

Nel 2013, in 26 province su 83, l’incidenza del movimento turistico “censito” sulla

produzione totale di rifiuti urbani è superiore al valore nazionale, che si attesta intorno

a 8 kg/ab. equivalente (mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2012).

1

Sull’interazione uomo-ambiente si veda anche: 1.1 Ambiente e società nelle aree urbane, 1.3 Fattori

demografici nelle aree urbane, 1.4 Lo scenario economico nelle aree urbane, del Capitolo 1. ”Fattori sociali

ed economici” del X Rapporto Qualità del’ambiente Urbano.

3