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Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015) – Capitolo 3

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 ISBN 978-88-448-0749-8

www.isprambiente.gov.it

SINTESI

a cura di Anna Chiesura

L’importanza di parchi, giardini, aree agricole e altre infrastrutture verdi per la qualità

dell’ambiente urbano è ampiamente riconosciuta sia da parte della comunità

scientifica – che ne studia i processi di base e i servizi ecosistemici forniti alla società

– che da quella politica, sempre più consapevole del loro ruolo nell’ambito di politiche

di adattamento e mitigazione, di pianificazione sostenibile e resiliente. Questo anche

grazie agli indirizzi normativi e agli obiettivi strategici varati in ambito internazionale

(Convenzione per la diversità biologica, ecc.), europeo (Comunicazione sulle

infrastrutture verdi, città e adattamento climatico, Patto dei Sindaci, ecc.) e nazionale

(Strategia nazionale per la biodiversità, Legge 10/2013), che hanno tracciato negli

ultimi tempi le basi giuridiche di riferimento e gli strumenti di intervento per attuare

gli interventi necessari alla scala urbana e peri-urbana.

Muovendo dal nuovo campione di 85 Comuni capoluogo, l’analisi della natura urbana

contenuta nel presente capitolo intende restituire al lettore informazioni utili a

conoscere e valutare il “capitale naturale” presente all’interno dei confini comunali,

con un duplice occhio: uno rivolto allo stato della risorsa verde rispetto alle superfici

relative investite e alla pianificazione locale (paragrafi

3.1

,

3.5

e

3.6

), l’altro rivolto

alla sua biodiversità in termini di specie, habitat, e paesaggi e alle pressioni (paragrafi

3.2

,

3.3

,

3.4

e

3.7

).

Se il totale di verde pubblico sulla superficie comunale incide in misura piuttosto

scarsa nella maggior parte dei Comuni (meno del 5% in 64 Comuni), la superficie

teoricamente disponibile per abitante risulta superiore ai 30 m

2

/ab in quasi metà

delle città analizzate (38 su 85, comprese le nuove città di Cuneo e Pavia). Valori

maggiori per entrambe gli indicatori si riscontrano in presenza di aree naturali

protette e superfici boscate, come a Matera, Trento, Potenza e Terni, per esempio.

Caratterizzate da maggiori superfici e da valori naturalistici e storico-culturali, boschi

e aree naturali protette si confermano quindi infrastrutture verdi di cruciale

importanza, come emerso anche nelle precedenti edizioni.

Dopo la categoria del verde storico (che incide in 20 Comuni per almeno 1/5 sul

verde totale), sono infatti le aree boschive di proprietà e/o gestione pubblica –

laddove rilevate - ad incidere maggiormente sul totale del verde, concorrendo per

almeno 1/5 all’intera dotazione di verde pubblico in 11 Comuni, tanto al Nord (Varese,

Bolzano, Trento, Rovigo, Trieste), quanto al Centro-Sud (Terni, Salerno, Potenza,

Catanzaro, Reggio Calabria e Catania). La componente arborea del verde è una

risorsa chiave per la resilienza urbana, generando benefici ambientali che vanno dalla

mitigazione delle isole di calore all’abbattimento degli inquinanti. Lo testimonia anche

l’attenzione posta negli ultimi anni alla forestazione urbana, attuata al 2013 in 19

città, principalmente al Nord. In generale la percentuale di verde destinata a

forestazione è inferiore al 10%, con le eccezioni di Messina (64%), Modena (26,2%)

e Venezia (18,5%). Fra le nuove città questa tipologia è presente solo a Pavia e

Rovigo con basse percentuali (rispettivamente 1,8% e 0,4%). Oltre al consumo di

suolo, una minaccia alla preservazione del patrimonio boscato è rappresentata dagli

incendi (contributo

3.7

): dal 2009 al 2013 sono stati 1.658 gli incendi verificatisi,

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