Cusimano et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 320-355
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Passando all’analisi delle componenti della SAT e della SAU, si evidenzia
principalmente che:
-
il Comune di Foggia risulta particolarmente vocato per la coltivazione dei
seminativi: tra i Comuni presi in esame, infatti, Foggia occupa il primo posto
sia in termini percentuali (80,3% del territorio comunale occupato da queste
colture) che in valori assoluti (poco meno di 41 mila ettari);
-
altri due Comuni pugliesi detengono il primato per le coltivazioni legnose
agrarie: Barletta in termini percentuali (60,9% contro il 7,9% della media
nazionale) ed Andria in valori assoluti (poco meno di 19 mila ettari),
prevalentemente per la presenza dell’olivo;
-
andando ad estrapolare le superfici vitate rispetto alle coltivazioni legnose
agrarie, è possibile notare che in alcuni Comuni, dove questo tipo di
coltivazione è molto diffusa, forte è l’incidenza della vite: è il caso dei Comuni
di Foggia (57%), Trapani (55%) e Vicenza (48%
) 27;
-
a L’Aquila, un quarto del territorio comunale (24,9%) è interessato dalla
presenza di prati permanenti e pascoli nel territorio comunale, contro una
media nazionale dell’11,4%. Di gran lunga superiore alla media anche il
valore osservato nel Comune di Aosta, dove il 22,4% della superficie è
occupata da prati e pascoli. In effetti il dato non stupisce visto il legame tra
montagna e presenza di questa tipologia di superfici agricole;
-
la componente della SAU costituita dagli orti familiari interni alle aziende
agricole, ha un’incidenza percentuale irrilevante rispetto al territorio
comunale variando da meno dello 0,1% di vari Comuni allo 0,6% di
Campobasso;
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al di fuori della SAU, i boschi rappresentano le superfici più significative. Si
sottolinea che non sono qui considerate tutte le aree boscate del territorio
comunale, ma solo la quota interna alle aziende agricole e/o zootecniche:
sono quindi escluse le superfici boscate delle aziende esclusivamente
forestali e quelle non gestite economicamente presenti in parchi e aree
naturali. Ciò premesso, i Comuni di Imperia e di Trento risultano avere la
maggior quota di boschi aziendali rispetto alla propria superficie territoriale
(rispettivamente 35,6% e 33,8%) anche se, in valori assoluti, Roma ha la
più ampia superficie con poco più di 9 mila ettari di boschi;
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le altre componenti della superficie agricola totale assumono valori assoluti e
percentuali molto bassi. Per l’arboricoltura da legno, rappresentata da
specie arboree a ciclo breve destinate alla produzione industriale, l’incidenza
percentuale varia dallo 0% al 2% con una importante eccezione per Reggio
Calabria (5,7%) e Pavia (4,6%), mentre la superficie agricola non utilizzata e
l’altra superficie aziendale variano dallo 0,3% al 9,1% dato riscontrato nel
Comune di Avellino;
-
in merito alla superficie comunale non utilizzata, calcolata come differenza
tra la superficie comunale e la superficie agricola totale, non stupisce che
città come Torino (92,6%), Napoli (91,4%) e Palermo (85,2%) abbiano
valori così elevati visto l’alto grado di urbanizzazione di questi territori.
All’opposto, Firenze (13,3%) e Foggia (7,1%) sono le città dove l’indicatore
assume valori più bassi.
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Dati disponibili su
http://dati-censimentoagricoltura.istat.it/