Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015) – Capitolo 6
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 ISBN 978-88-448-0749-8,
www.isprambiente.gov.it503
procede a sfalci e potature nei tempi giusti per limitare la fioritura delle piante
allergizzanti) e, ancora più importanti, di mitigazione degli effetti come,
principalmente, una corretta e tempestiva informazione all’utenza (medici, farmacisti,
persone allergiche) sulla presenza e concentrazione in atmosfera di pollini e spore
allergenici.
Sono molto numerose le varietà di pollini allergenici presenti nel nostro Paese così
ricco in biodiversità ed è anche molto variabile la risposta di sensibilizzazione ad essi
da parte di ciascun individuo. Per questi motivi non esistono (ancora) soglie di
attenzione collegate agli effetti sulla salute umana per la concentrazione giornaliera di
un determinato polline in atmosfera. Ancora più complesso è il caso delle spore.
In assenza di dati sanitari utilizzabili ci si limita, per il momento, ad una descrizione
generale del fenomeno esclusivamente dal punto di vista ambientale. I due indicatori
messi a punto: Indice Pollinico Allergenico e Stagione Pollinica Allergenica, hanno
proprio questo scopo. Indicatori analoghi sono stati realizzati per l’
Alternaria
che è la
principale tra le spore riconoscibili con la strumentazione attualmente in uso nelle reti
di monitoraggio.
Il capitolo è completato dal paragrafo
6.4
che tratta di un altro tema di particolare
rilevanza in tema di inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute: l’esposizione al
radon.
Il radon è un gas naturale radioattivo considerato essere la seconda causa di tumore
polmonare dopo il fumo di tabacco. Avendo origine principalmente dal suolo, può
introdursi negli ambienti confinati (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro) raggiungendo in
alcuni casi concentrazioni tali da rappresentare una fonte di rischio rilevante per la
salute degli occupanti. In Italia si stima che circa 3.400 casi annui di tumore
polmonare (su un totale di oltre 30.000) siano attribuibili al radon. Attualmente
l’Italia è impegnata nel recepimento, che dovrà essere ultimato entro l’inizio del 2018,
della direttiva europea 2013/59/Euratom in materia di radioprotezione che include le
disposizioni relative al radon.
I dati utilizzati in questo Rapporto sono valori medi comunali calcolati come la media
aritmetica delle concentrazioni medie annuali di radon negli edifici del singolo Comune,
e provengono sia dall’indagine nazionale svoltasi in Italia negli anni ’90 sia dalle
successive indagini regionali rappresentative dell’esposizione della popolazione.
Nonostante la forte variabilità locale delle concentrazioni di radon
indoor
, i valori medi
a livello amministrativo (Comune, Provincia, Regione) sono ritenuti essere
approssimativamente stabili nel tempo rendendo generalmente affidabili le stime
ottenute in anni precedenti. Tuttavia, è importante evidenziare che le concentrazioni
medie comunali non sono indicative della concentrazione di radon nel singolo edificio.
Per valutare il rischio associato all’esposizione al radon in una particolare abitazione è
necessario effettuare una misura diretta.