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1.6
L’EVOLUZIONE DEI LIVELLI DI ESPOSIZIONE
Nella descrizione delle varie “piattaforme”, o tecnologie come le abbiamo definite
finora, non si è parlato di potenza emessa ne’ dal terminale ne’ dalla SRB/NodeB. In
realtà, ovviamente, anche le potenze di emissione sono regolamentate e definite nelle
specifiche tecniche e negli standard di ogni tecnologia, attraverso tabelle
decisamente complesse e che distinguono i diversi casi. L’omissione di tale
argomento è stata voluta principalmente per due motivi:
-
avrebbe determinato un inutile appesantimento della trattazione, richiedendo
molte specificazioni,
-
le effettive potenze emesse dalle stazioni, sia come massima potenza
dell’impianto che come valori medi, dipendono da una moltitudine di fattori, ivi
comprese le specificità locali dei vari paesi, le caratteristiche territorio-
popolazione e le richieste del servizio.
Come per gli altri aspetti, infatti, anche ai fine della potenza di emissione, il traffico e
le richieste di accesso giocano un ruolo fondamentale nel funzionamento delle reti che
hanno dovuto evolversi verso soluzioni sempre più “dinamiche”.
A titolo di esempio, le figure seguenti mostrano come varia l’emissione delle stazioni
(e quindi, l’esposizione) nella tecnologia GSM e UMTS solo in relazione al traffico e alla
richiesta di servizio, indipendente da tutte le funzionalità di
power control
, dalle
caratteristiche della cella (territorio) e dell’impianto, dalle distanze.
Figura 26 – Variazione del livello di emissione (esposizione) di una BTS al variare
dell’occupazione di timeslot sulla portante BCCH sempre attiva alla massima potenza
(colonna di sinistra) e poi sulle portanti traffico attive solo quando necessario.
Fonte: D. Andreuccetti, “
Sorgenti per comunicazione mobile e modalità di esposizione
”,
Convegno Salute e campi elettromagnetici, Pontecchio Marconi (BO), 31 marzo 2009
La figura 26 è una utile schematizzazione semplificata, di come può variare
l’emissione di una stazione GSM (BTS) a seconda di come la rete gestisce
timeslot
e
portanti (in realtà più complessa); l’analisi spettrale riportata in figura 27 mostra la