43
Il recente sviluppo tecnologico che negli ultimi cinque anni ha riguardato il settore
delle telecomunicazioni ha comportato la necessità di modificare un quadro normativo
nazionale sotto certi aspetti obsoleto e, secondo l’opinione degli operatori della
telefonia mobile, eccessivamente vincolante.
Gli sviluppi tecnologici avvenuti principalmente nel settore della telefonia mobile hanno
comportato infatti la necessità di riconfigurare gran parte dei circa 45 mila impianti
esistenti sul territorio italiano; nella maggior parte dei casi si tratta di modifiche ad
impatto elettromagnetico limitato, tipicamente legato allo spostamento di potenza tra
diverse bande di frequenza (con conseguente rimodulazione delle emissioni
elettromagnetiche a causa dei diversi diagrammi di antenna al variare della frequenza
di trasmissione), o all’aggiunta di nuovi trasmettitori su nuove bande di frequenza in
siti già esistenti.
Per far fronte a questa mole di attività, è stato innanzitutto necessario apportare
delle modifiche ai dettati normativi relativi ai procedimenti autorizzatori che, partendo
dal Decreto Legislativo n. 259 del 1 agosto 2003 “Codice delle comunicazioni
elettroniche”, consentissero di gestire con efficacia l’adattamento della rete di
telecomunicazione alle nuove esigenze in campo tecnologico. Parallelamente gli stessi
operatori di telefonia mobile già qualche anno fà evidenziarono che la necessità di
progettare la rete mobile nel rispetto dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche più
restrittivi rispetto alla normativa europea e delle normative vigenti generalmente
applicate nei vari paesi, stava determinando una minore flessibilità nel dispiegamento
della rete, in primo luogo in termini di reperimento e localizzazione ottimale dei siti
ma anche vanificando spesso la possibilità di operare in site-sharing con diversi
sistemi radio (GSM, UMTS, LTE) e con diversi operatori a causa della saturazione
dello “spazio elettromagnetico” disponibile. Quest’ultima criticità ha portato ad una
modifica delle modalità di misurazione e calcolo dei valori limite normativi fissati dal
DPCM 8/07/2003 (100 kHz e 300 GHz) che inevitabilmente ha avuto importanti
ripercussioni sia sull’attività di controllo degli organismi competenti di cui all'art. 14
della Legge Quadro n. 36/2001 e sia in ambito sociale. Nel seguito vengono riportati
in modo dettagliato i vari sviluppi normativi sia in campo autorizzatorio sia in campo
radioprotezionistico, le criticità che ne sono scaturite e alcune azioni intraprese dai
soggetti coinvolti al fine di smussare le spigolosità del nuovo quadro normativo.