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Berti et al. /

Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 174 – 195

191

Sebbene quindi la programmazione di misure di mitigazione dello stato di pericolo

idrogeologico (o di rischio, se sono presenti beni, persone o cose vulnerabili) avrebbe

dovuto essere l’oggetto centrale dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), redatti dalle

Autorità competenti, spesso è stata in realtà attuata una pianificazione territoriale ed

urbanistica per certi versi inadeguata.

In particolare, riguardo i casi di eventuale espansione urbanistica, per evitare

l’aggravio delle condizioni di dissesto idraulico nei bacini, si sarebbe dovuto prevedere

una valutazione dell’alterazione del regime idraulico (restrizione delle sezioni di

deflusso, impermeabilizzazione dei suoli, ecc.) e adottare idonee misure

compensative. A tal proposito si dovrebbero introdurre prescrizioni riguardo

l’invarianza idraulica delle trasformazioni urbanistiche del territorio del bacino

idrografico e sulle sue dinamiche naturali, con particolare riferimento ai contesti

urbani di pianura.

Le aree urbanizzate, o di futura espansione urbanistica esposte ad elevata criticità

idraulica, necessiterebbero dunque di una politica di governo del territorio attenta alla

condizione di rischio presente, che si concretizzi in interventi strutturali e non

strutturali mirati alla riduzione e mitigazione di tali situazioni (in questa ottica si

collocano ad esempio i programmi di interventi urgenti per il riassetto idrogeologico

finanziati dal Ministero dell’Ambiente e monitorati dall’ISPRA – Dipartimento Difesa

del Suolo). Per quanto riguarda le aree comunali non ancora urbanizzate le attività di

prevenzione, quali pianificazione e studi di invarianza idraulica, assumono, in questa

ottica, un ruolo ancora più importante per la mitigazione del rischio, non solo

attraverso la realizzazione di opere strutturali, ma anche mediante l’adozione di vincoli

speciali e la riconversione delle attuali destinazioni d’uso del suolo.

In aggiunta alle norme ed ai vincoli dei PAI, il tentativo di costruzione sistematica di

una casistica di tutti i punti di elevata criticità nell’assetto idrogeologico

dell’urbanizzato, che rappresenta uno dei principali obbiettivi del presente studio,

potrebbe fornire un ulteriore decisivo contributo all’individuazione delle strategie di

mitigazione del rischio idrogeologico a livello territoriale, nelle politiche di

adattamento alle modificazioni del regime pluviometrico e, più in generale, del clima a

scala globale.