Martarelli et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 220 – 247
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La città di Parma ricade su quattro fogli geologici alla scala 1.50.000: 181 “Parma
Nord” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, 2009), 199
“Parma Sud” (APAT-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, 2005), 182
“Guastalla” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, in stampa) e
200 “Reggio nell’Emilia” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna,
in stampa). Degni di nota, soprattutto per i temi applicativi trattati, sono i fogli
geologici di sottosuolo a corredo di quelli di superficie.
La maggior parte dell’area urbana sorge su un tratto della Pianura Padana in cui
affiorano depositi alluvionali dei torrenti Parma e Baganza e del reticolo idrografico
minore ad essi affluente. Tali depositi sono costituiti prevalentemente da limi, limi
argillosi e limi sabbiosi di argine distale, con intercalati livelli di sabbia, in strati da
sottili a molto sottili, attribuibili a depositi di ventaglio di rotta o di tracimazione, e,
occasionalmente, da ghiaie di riempimento di canale fluviale. I sedimenti in questione,
con un’età post IV-VII sec. ÷ attuale, appartengono all’Unità di Modena, distinta su
base morfologica, archeologica e pedostratigrafica all’interno del subsintema di
Ravenna. I depositi dell’Unità di Modena, caratterizzati da uno spessore massimo di
circa 10 metri, sono adiacenti all’alveo di piena ordinaria degli attuali corsi d’acqua,
dove si rinvengono ghiaie, decisamente prevalenti, sabbie, locali blocchi (di dimensioni
fino a plurimetriche) e subordinate intercalazioni argilloso-limose. L’estrema periferia
occidentale, meridionale e Sud-orientale della città è, invece, ubicata su sedimenti
alluvionali appartenenti sempre al Subsintema di Ravenna, ma più antichi (Pleistocene
superiore p.p ÷ Olocene) rispetto a quelli dell’Unità di Modena. Si tratta
prevalentemente di ghiaie, ghiaie sabbiose e sabbie di conoide alluvionale e di limi e
limi sabbiosi d’interconoide e del reticolo idrografico minore.
La città di Parma, sviluppandosi su depositi alluvionali molto recenti ed essendo
attraversata dal torrente Parma e dal suo principale affluente torrente Baganza, che
confluisce nel primo a Sud del centro storico, è particolarmente esposta a fenomeni
di esondazione come testimoniano i ricorrenti episodi alluvionali verificatisi sia
recentemente sia nei secoli passati. A riguardo vale la pena ricordare l’ultimo evento
critico, avvenuto il 13 ottobre 2014 a seguito d’intense precipitazioni sull’Appennino
parmense, che ha visto la tracimazione del torrente Baganza in conseguenza della
rottura degli argini nel quartiere Montanara e nella zona di via Po.
Il differente grado di pericolosità idraulica dell’area urbana è evidenziato dal Piano
Comunale di Protezione Civile (Comune di Parma, P.C.P.C., 2006), basato sull’analisi
di due strumenti di pianificazione, attualmente vigenti, di livello provinciale (Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale – P.T.C.P.) e di bacino idrografico (Piano
Stralcio di Bacino per l’Assetto idrogeologico – P.A.I.). In quest’ambito il territorio
comunale è stato suddiviso nelle seguenti tre fasce fluviali (
Figura. 2.6.3
):
•
Fascia A: fascia di deflusso della piena, costituita dalla porzione di alveo sede
prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento (con tempo di
ritorno di 200 anni), o costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili
durante gli stati di piena.
PARMA