Table of Contents Table of Contents
Previous Page  292 / 1029 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 292 / 1029 Next Page
Page Background

Martarelli et al. /

Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 220 – 247

226

La città di Parma ricade su quattro fogli geologici alla scala 1.50.000: 181 “Parma

Nord” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, 2009), 199

“Parma Sud” (APAT-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, 2005), 182

“Guastalla” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna, in stampa) e

200 “Reggio nell’Emilia” (ISPRA-Servizio geologico d’Italia – Regione Emilia-Romagna,

in stampa). Degni di nota, soprattutto per i temi applicativi trattati, sono i fogli

geologici di sottosuolo a corredo di quelli di superficie.

La maggior parte dell’area urbana sorge su un tratto della Pianura Padana in cui

affiorano depositi alluvionali dei torrenti Parma e Baganza e del reticolo idrografico

minore ad essi affluente. Tali depositi sono costituiti prevalentemente da limi, limi

argillosi e limi sabbiosi di argine distale, con intercalati livelli di sabbia, in strati da

sottili a molto sottili, attribuibili a depositi di ventaglio di rotta o di tracimazione, e,

occasionalmente, da ghiaie di riempimento di canale fluviale. I sedimenti in questione,

con un’età post IV-VII sec. ÷ attuale, appartengono all’Unità di Modena, distinta su

base morfologica, archeologica e pedostratigrafica all’interno del subsintema di

Ravenna. I depositi dell’Unità di Modena, caratterizzati da uno spessore massimo di

circa 10 metri, sono adiacenti all’alveo di piena ordinaria degli attuali corsi d’acqua,

dove si rinvengono ghiaie, decisamente prevalenti, sabbie, locali blocchi (di dimensioni

fino a plurimetriche) e subordinate intercalazioni argilloso-limose. L’estrema periferia

occidentale, meridionale e Sud-orientale della città è, invece, ubicata su sedimenti

alluvionali appartenenti sempre al Subsintema di Ravenna, ma più antichi (Pleistocene

superiore p.p ÷ Olocene) rispetto a quelli dell’Unità di Modena. Si tratta

prevalentemente di ghiaie, ghiaie sabbiose e sabbie di conoide alluvionale e di limi e

limi sabbiosi d’interconoide e del reticolo idrografico minore.

La città di Parma, sviluppandosi su depositi alluvionali molto recenti ed essendo

attraversata dal torrente Parma e dal suo principale affluente torrente Baganza, che

confluisce nel primo a Sud del centro storico, è particolarmente esposta a fenomeni

di esondazione come testimoniano i ricorrenti episodi alluvionali verificatisi sia

recentemente sia nei secoli passati. A riguardo vale la pena ricordare l’ultimo evento

critico, avvenuto il 13 ottobre 2014 a seguito d’intense precipitazioni sull’Appennino

parmense, che ha visto la tracimazione del torrente Baganza in conseguenza della

rottura degli argini nel quartiere Montanara e nella zona di via Po.

Il differente grado di pericolosità idraulica dell’area urbana è evidenziato dal Piano

Comunale di Protezione Civile (Comune di Parma, P.C.P.C., 2006), basato sull’analisi

di due strumenti di pianificazione, attualmente vigenti, di livello provinciale (Piano

Territoriale di Coordinamento Provinciale – P.T.C.P.) e di bacino idrografico (Piano

Stralcio di Bacino per l’Assetto idrogeologico – P.A.I.). In quest’ambito il territorio

comunale è stato suddiviso nelle seguenti tre fasce fluviali (

Figura. 2.6.3

):

Fascia A: fascia di deflusso della piena, costituita dalla porzione di alveo sede

prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento (con tempo di

ritorno di 200 anni), o costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili

durante gli stati di piena.

PARMA