Martarelli et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 220 – 247
230
La città di Pisa ricade per intero nel Foglio 273 “Pisa” della
Carta Geologica d’Italia
alla scala 1:50.000. Il foglio, realizzato dalla Regione Toscana attraverso una
convenzione con l’Università di Pisa come ente attuatore, è consultabile sul sito
web
dell’ISPRA in attesa della stampa. La sintesi riportata di seguito deriva per la maggior
parte dalle informazioni contenute nel Foglio geologico e nelle
Note Illustrative
redatte
da R. Carosi et al. (in stampa).
L’area urbana è localizzata in una vasta pianura costiera, con un’elevazione di pochi
metri sul livello del mare, percorsa dai tratti finali dei fiumi Arno e Serchio. La
Pianura di Pisa è delimitata a Ovest dalla linea di costa tirrenica, situata a circa 10
km dalla città, a Nord-Est dai Monti Pisani e dai Monti d’Oltre Serchio, a Sud dalle
Colline Livornesi e Pisane. L’area è stato oggetto di imponenti opere di bonifica e di
sistemazioni idraulico-agrarie, per cui è caratterizzata da una fitta rete di fossi e
canali che assicurano un drenaggio artificiale.
Dal punto di vista geologico-strutturale la Pianura di Pisa è una depressione tettonica
formatasi in relazione all’apertura del Mar Tirreno, a partire dal Tortoniano superiore.
In particolare la pianura dell’Arno ricade all’interno del bacino di Viareggio, un
half-
graben
riempito da una potente successione di depositi marini, di transizione e
continentali, in rapporti di eteropia e/o alternanza legati alle variazioni glacio-
eustatiche del livello del mare che si sono succedute nel corso del Quaternario.
L’area urbana è impostata sui depositi continentali alluvionali olocenici, di una decina
di metri di spessore, prodotti delle fasi di esondazione dell’Arno e dei corsi d’acqua
minori, costituiti prevalentemente da limi e limi argillosi di piana inondabile e limi
sabbiosi e sabbie da fini a medie di argine e/o di ventaglio di rotta. Questi sedimenti
passano lateralmente a un’ampia fascia di depositi eolici, che separa la Pianura di
Pisa dal mare, organizzati in cordoni litorali paralleli alla linea di costa che registrano
le varie fasi di progradazione del fiume Arno.
Dal punto di vista idrogeologico, in base all’analisi della geologia del sottosuolo e alle
ricostruzioni stratigrafico-deposizionali (Baldacci
et al.
, 1994; Sarti, 2012), nei primi
100-120m del sottosuolo, è stato individuato un acquifero multistrato confinato
costituito da sabbie e ghiaie, di età compresa tra il tardo Pleistocene e l’Olocene. Tale acquifero
risulta non confinato soltanto nella porzione più superficiale dove viene ricaricato per
infiltrazione diretta dalle acque meteoriche, dai corsi d’acqua e dalle loro falde in
subalveo. L’acquifero della pianura di Pisa è in collegamento con quello delle strutture
idrogeologiche incassanti del sistema collinare montuoso circostante, attraverso
ricariche laterali e profonde. Gli schemi di circolazione sotterranea sono molto complessi,
poiché riflettono la complessità geometrica del sistema stratigrafico-deposizionale,
caratterizzato da eteropie ed alternanze di facies marine, lagunari, deltizio-litorali più
continue e da facies fluviali molto eterogenee.
La fascia costiera della città di Pisa è soggetta a un piano di tutela dall’ingressione
del cuneo salino, attuato dal Comune di Pisa, poiché è stato osservato un progressivo
incremento del processo di contaminazione dell’acqua sotterranea dolce da parte
PISA