Martarelli et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 220 – 247
229
La mappatura di depositi ed elementi morfologici, quali alvei fluviali abbandonati e orli
di terrazzo e di scarpata (
Figura 2.6.5a
), e l’integrazione di queste informazioni con
quelle derivanti dalla geologia di sottosuolo consente di riconoscere nell’area un
cambiamento nella dinamica del reticolo idrografico. I corpi ghiaiosi del Subsintema di
Villa Verrucchio (AES7), non affioranti, sono depositi di conoide alluvionale, mentre i
depositi ghiaiosi di AES8, riferibili all’attuale dinamica fluviale, sono concentrati
all’interno delle aste vallive (
Figura 2.6.5a
).
L’identificazione di queste zone di concentrazione di depositi grossolani, connesse alla
dinamica attuale dei fiumi Rabbi e Montone, che delimitano a Ovest l’area urbana,
sono significative ai fini della definizione dei rischi. Tali aree sono state infatti
classificate dal Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, redatto dall’Autorità dei
Bacini Regionali Romagnoli (2011), come aree a probabilità di esondazione da elevata
a moderata; esse si allargano, poco a Nord, in aree di potenziale allagamento (
Figura
2.6.5a
).
Figura 2.6.5
– a) Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. Carta Perimetrazione
Aree a Rischio Idrogeologico. b) Distribuzione dei valori di accelerazione di picco
Fonte: a) Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli,
Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico
; b)
INGV, Mappe di pericolosità sismica
Un’altra rilevante criticità è quella connessa alla pericolosità sismica; Forlì si trova
infatti in prossimità di due sorgenti sismogenetiche incluse nel
Database of Individual
Seimogenic Sources
DISS 3.2.0 (DISS
Working Group
, 2015), ossia di quelle
strutture geologiche in grado di generare terremoti di magnitudo superiore a 5.5.
Nell’area sono documentati terremoti storici, quali Bagnacavallo del 1688 e Faenza
del 1781 che hanno raggiunto M 5.8, ma eventi di magnitudo inferiori sono stati
registrati anche nel corso del 2015 (aprile, M 4). Il territorio del Comune di Forlì è
classificato come Zona 2 – sismicità media, nella Riclassificazione sismica dell’Emilia
Romagna (ai sensi della DGR n. 1435 21/7/2003 in attuazione dell’Ordinanza del
PCM n. 3274/03). A tale Zona corrisponde un intervallo di accelerazione di picco
(Ordinanza del PCM n. 3519/06) di 0.15 <ag< 0.25, con probabilità di superamento
pari al 10% in 50 anni (
Figura 2.6.5b
). Tale parametro, convenzionalmente inteso
come l'accelerazione orizzontale massima su suolo rigido e pianeggiante, che ha una
probabilità del 10% di essere superata in un intervallo di tempo di 50 anni, è
utilizzato per la definizione dell’azione sismica di riferimento per opere ordinarie.