Martarelli et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 220 – 247
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instabilità dei versanti e le esondazioni, non siano frequenti e di forte entità. Alcuni
fenomeni di instabilità nei fondali antistanti il porto di La Spezia sono innescati dalla
forte dinamica morfologica che li caratterizza. Quanto sopra riportato è in accordo
con il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) redatto dall’Autorità di Bacino della
Provincia di La Spezia, che assegna l’area alla fascia di suscettività al dissesto molto
bassa (P0).
La sottile copertura quaternaria e la sua natura prevalentemente pelitica rende la
pianura costiera di La Spezia un’area di scarsa importanza per gli acquiferi in
sedimenti sciolti. Alcuni dei terreni del substrato che affiorano nell’area del Golfo di La
Spezia, quali le unità carbonatiche della Falda Toscana, che presentano generalmente
una buona permeabilità per fratturazione, danno invece origine a sorgenti spesso
localizzate in corrispondenza di cavità carsiche, localmente chiamate “sprugole”
(Zaccagna, 1936). Questo termine dialettale indica sia voragini ad andamento
verticale sia zone acquitrinose superficiali di dimensioni variabili da cui sgorga acqua.
Una di queste sorgive in pressione nei pressi di Cadimare, che costituiva una
“meraviglia” del Golfo di La Spezia, è ormai stata obliterata dalle costruzioni eseguite
in tale area. Nell’area cittadina in passato erano presenti numerose depressioni
acquitrinose, ma in seguito all’espansione urbanistica furono ridotte e colmate con
materiale granulare, insieme al reticolo idrografico che le collegava. La più importante
per dimensioni e per le implicazioni sulla stabilità dell’area era quella nota come il
“lago delle sprugole” o dell’arsenale (
Figura. 2.6.2
), che era ubicata tra le attuali Via
Gramsci e Viale Amendola e costituita da due laghi. Infatti, periodi di prolungate
precipitazioni meteoriche, determinando un aumento del carico piezometrico, portano
ad un aumento di pressione nei condotti carsici presenti nella roccia calcarea del
substrato con conseguente risalita delle acque in superficie, che possono provocare
la perdita di consistenza dei terreni, ampliamento dei bacini esistenti o apertura di
nuovi laghetti (Pintus, 2004).
Tutto ciò aumenta la propensione del territorio ai fenomeni di
sinkhole
(sprofondamento), tra i quali quelli verificatisi nell’area di Corso Cavour e Via Venezia
(noti già in passato e riattivati recentemente), testimoniandone la potenziale
pericolosità durante eventuali operazioni di scavo in alcune parti della città. Tali
fenomeni sono verosimilmente dovuti alla presenza, a pochi metri di profondità, di
locali falde idriche che possono subire variazione a seguito di eventi meteorici o di
oscillazioni del livello del mare.
L’area di La Spezia risente degli effetti dei terremoti della zona ad alta sismicità che
va dalla Garfagnana all’alta Val Taro ed è sede di ipocentri di eventi a bassa
magnitudo localizzati in Val Magra e nei dintorni di La Spezia. Gli eventi a mare sono
relativamente rari e di scarsa energia. La sismicità strumentale degli ultimi anni
(1999-2001) mostra un considerevole addensamento di attività a bassa magnitudo
(Ferretti
et al.
, 2002) e comprende anche due sismi profondi (h
≤
50 km).