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INTRODUZIONE
Secondo la
National Oceanic and Atmospheric Administration
degli USA la concentrazione in
atmosfera di anidride carbonica (CO
2
) è cresciuta da un valore pre-industriale di circa 280 parti per
milione (ppm) a un valore di 396 ppm del 2014. Dal 1958 a oggi la concentrazione media annua di
CO
2
nell'atmosfera è aumentata di circa il 23%. Nell’ultimo decennio l'aumento medio annuale è stato
pari a 2,04 ppm l’anno.
Le attività umane sono alla base dell’aumento della concentrazione di CO
2
e di altri gas atmosferici,
quali metano (CH
4
), biossido di azoto (NO
2
) e altri gas di origine industriale. Questi gas stanno
aumentando il naturale effetto serra, legato alla capacità dei gas prima citati e del vapor acqueo di
assorbire la radiazione termica infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle
nuvole, evitando che la stessa radiazione si allontani dall’atmosfera. Questi gas serra aggiuntivi
provengono principalmente dalla combustione delle fonti fossili di energia, che nel corso del 2013 ha
rilasciato 33 miliardi di tonnellate (Gt) di CO
2
equivalente in atmosfera. Un contributo significativo
all’effetto serra deriva dalla distruzione e dalla degradazione degli ecosistemi terrestri. Ciò è “molto
probabilmente” la causa dell’aumento di circa 0,8°C della temperatura media superficiale globale
dell'atmosfera dall’inizio della rivoluzione industriale (1750, anno dell’invenzione della macchina a
vapore) a oggi (IPCC, 2014
1
).
Gli scienziati prevedono che le temperature globali continueranno ad aumentare nei decenni a venire,
soprattutto a causa dei gas serra prodotti dalle attività umane. L’influenza antropica sul clima è chiara:
le emissioni antropogeniche di gas serra sono le più alte della storia. Il Quinto Rapporto di
Valutazione del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC, 2014
)
indica che nel corso
del 21° secolo la temperatura superficiale globale è destinata ad aumentare in base a tutti gli scenari
valutati. Inoltre si asserisce che la temperatura atmosferica superficiale mostra che ciascuno degli
ultimi tre decenni è stato in sequenza più caldo di qualsiasi decennio precedente dal 1850, soprattutto
nell’emisfero settentrionale, dove il periodo 1983-2012 è stato probabilmente il trentennio più caldo
degli ultimi 1400 anni (Hartmann et al., 2013
2
). È altamente probabile che più della metà dell’aumento
osservato nella temperatura atmosferica superficiale globale dal 1951 al 2010 sia stata causata
dall’incremento nelle concentrazioni dei gas serra. Inoltre la temperatura superficiale media per il
periodo 2016–2035 rispetto al periodo 1986–2005 è probabile che aumenti di 0.3°C-0.7°C. Il 2013 nel
nostro Paese è stato un anno più caldo della media climatologica e a scala globale è stato in assoluto
uno degli anni più caldi dell’ultimo mezzo secolo (ISPRA, 2014
3
). Il 2014 ha segnato nuovi record
della temperatura media, sia a scala globale che in Italia. A livello globale (terraferma e oceani) il
2014 è stato l’anno più caldo dal 1880 ad oggi
4
, mentre in Italia il valore della temperatura media nel
2014 è stato il più elevato dal 1961 (ISPRA, 2015
5
).
Per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici le politiche e le misure sulle aree urbane svolgono un
ruolo decisivo, soprattutto considerando che gran parte dei consumi energetici e delle emissioni di CO
2
è associato alle realtà urbane (a conferma si cita che nel Quinto Rapporto di Valutazione del Gruppo
intergovernativo sui cambiamenti climatici un intero capitolo è dedicato proprio alle aree urbane).
In Europa più dei due terzi della popolazione vive nelle aree urbane ed è pertanto a scala locale che
devono essere incentivate e implementate azioni volte a contenere le emissioni responsabili dei
cambiamenti climatici. Negli ultimi anni sono stati messi a punto a livello europeo diversi strumenti
per favorire, insieme ai programmi nazionali, il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto di riduzione
delle emissioni dei gas serra: in particolare, il Programma Europeo per i Cambiamenti Climatici
(
European Climate Change Program
– ECCP) dal 2000 identifica le misure necessarie al
raggiungimento di tali obiettivi. Nello specifico nel secondo Rapporto ECCP
6
viene dato particolare
risalto al sequestro di CO
2
nell’indirizzare le politiche future sui cambiamenti climatici. A tale scopo,
l’ECCP prevede vari Gruppi di lavoro, tra i quali il Working Group “
Forest-related Sinks
” che, tra le
sue attività, comprende l’analisi delle potenziali ricadute ambientali e socio-economiche del sequestro
1
IPCC, 2014.
Climate Change 2014: Synthesis Report. Contribution of Working Groups I, II and III to the Fifth Assessment Report of the
Intergovernmental Panel on Climate Change
.
http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/syr/SYR_AR5_LONGERREPORT.pdf2
Hartmann, D.L., A.M.G. Klein Tank, M. Rusticucci, L.V. Alexander, S. Brönnimann, Y. Charabi, F.J. Dentener, E.J. Dlugokencky, D.R.
Easterling, A. Kaplan, B.J. Soden, P.W. Thorne, M. Wild and P.M. Zhai, 2013.
Observations: Atmosphere and Surface.
In: Climate Change
2013:
The Physical Science Basis
. Contribution of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on
Climate Change [Stocker, T.F., D. Qin, G.-K. Plattner, M. Tignor, S.K. Allen, J. Boschung, A. Nauels, Y. Xia, V. Bex and P.M. Midgley
(eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA.
3
ISPRA, 2014.
Gli indicatori del clima in Italia nel 2013 - Anno IX
– serie Stato dell’Ambiente 50/2014
4
L’anomalia della temperatura media globale sulla terraferma rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1961-1990, è stata di
+0.89°C e colloca il 2014 al 4° posto dell’intera serie dal 1961 (ISPRA, 2015).
5
ISPRA, 2015.
Gli indicatori del clima in Italia nel 2014 - Anno X
– serie Stato dell’Ambiente 57/2015
6
ECCP, 2003.
Second ECCP Progress Report. Can we meet our Kyoto targets?
- April 2003