Table of Contents Table of Contents
Previous Page  168 / 1029 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 168 / 1029 Next Page
Page Background

Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015) – Capitolo 2

ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 ISBN 978-88-448-0749-8

www.isprambiente.gov.it

128

Le condizioni di urbanizzazione del territorio e di uso del suolo sono rilevanti anche per

gli effetti degli eventi meteorici intensi e dei fenomeni alluvionali (contributo

2.3

). La

progressiva trasformazione del territorio modifica infatti le caratteristiche della rete

di drenaggio naturale poiché altera il grado di permeabilità dei terreni, diminuisce la

capacità di assorbimento e contribuisce ad aumentare la velocità di deflusso, sottrae

aree golenali e restringe le sezioni idrauliche di deflusso fino ad arrivare nei casi più

estremi alla artificializzazione completa dell’alveo. La relazione esistente tra i

cambiamenti del clima, le modificazioni antropiche e l’aumento di eventi estremi in

area urbana resta difficile da definire. Il contributo sulle alluvioni in aree urbane si

indirizza alla costruzione ed analisi di serie temporali di dati quanto più ampie ed

omogenee. La serie storica decennale sui fenomeni meteorici intensi avvenuti sul

territorio nazionale in ambiente urbano con i relativi effetti al suolo e danni socio-

economici, hanno evidenziato che gli effetti negativi dei fenomeni si sono amplificati di

molto. Ciò è avvenuto poiché in contemporanea all’innegabile modifica del regime

pluviometrico che ha accentuato il peso delle cause scatenanti dei dissesti, si è

determinata una progressiva alterazione delle condizioni naturali suolo.

La costruzione sistematica di una casistica degli effetti e dei danni nei punti di elevata

criticità idrogeologica potrebbe essere un utile supporto sia per le strategie di

mitigazione del rischio idrogeologico a livello territoriale, sia per le politiche di

adattamento ed infine per una pianificazione territoriale più attenta alle condizioni di

rischio.

La penisola italiana, per le sue particolarità geologiche, morfologiche e climatiche è

costituita da un territorio particolarmente fragile e soggetto a fenomeni di dissesto

idrogeologico che spesso risultano amplificati in aree urbane.

Le frane in aree densamente antropizzate determinano situazioni di elevato rischio,

considerato che fenomeni anche di ridotte dimensioni possono causare vittime e danni

ingenti. Le cause di origine antropica, quali tagli stradali, scavi, sovraccarichi, cavità,

perdite dalla rete acquedottistica o fognaria possono assumere un peso rilevante

nell’innesco dei fenomeni di dissesto gravitativo.

Dalle elaborazioni sugli 85 Comuni per l’indicatore Frane nelle aree urbane riportato

nel contributo

2.4

, emerge un numero complessivo di 13.519 frane, con un’area in

frana che copre 390 km

2

. L’indice di franosità percentuale, ovvero il rapporto tra

l’area in frana e l’area totale dei Comuni considerati, evidenzia che l’area in frana è

pari al al 2.3% del territorio indagato. Tra i Comuni indagati si rileva una forte

disomogeneità, con alcune aree con un dissesto da frana molto basso

prevalentemente in aree di pianura in 29 Comuni su 85 (Andria, Bari, Barletta,

Brindisi, Cuneo, Ferrara, Foggia, Latina, Lecce, Milano, Modena, Monza, Novara,

Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Pisa, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo,

Taranto, Trani, Treviso, Udine, Venezia, Verona e Vicenza), mentre in altri casi si

rilevano valori elevati di area in frana sull'urbanizzato (Genova, Ancona, Catanzaro,

Perugia e Trento). La popolazione complessivamente esposta a frane sugli 85 Comuni

è stimata in 76.316 abitanti. Per affrontare tali fenomeni è necessario prevedere più

misure complementari, sia di riduzione della pericolosità sia dell’esposizione,

attraverso il consolidamento dei pendii instabili, la trasformazione delle condizioni

d’uso (delocalizzazione di attività, vincoli e regolamentazioni d’uso, inedificabilità), il

monitoraggio strumentale (misure di spostamento e precipitazioni) finalizzato

all’attivazione di sistemi di allertamento, piani di protezione civile.