Munafò et al. /
Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 130 – 154
132
Il consumo di suolo è un fenomeno che necessita di un monitoraggio costante ed il cui
valore rappresenta un tassello fondamentale per le riforme in tema di governo del
territorio.
Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2015 «Anno internazionale dei suoli», una
proclamazione che ricorda come il suolo rappresenti l’essenza della vita, una risorsa
essenziale per il mantenimento dell’equilibro dell’intero ecosistema e per la
conservazione del patrimonio naturale. Anche la Commissione Europea ha evidenziato
quanto importante sia una buona gestione dell’utilizzo dei terreni, soprattutto in vista
di un aumento della popolazione a livello mondiale e, durante la conferenza
Land as a
resource
del 2014 ha ribadito la necessità di riconoscere che il territorio è una
risorsa limitata che non è sempre utilizzata nel modo più efficiente in Europa (Munafò
et al
., 2015). A livello nazionale la legislazione vigente relativa alla cosiddetta “
difesa
del suolo
” (D.lgs. 152/06) si rivolge soprattutto alla protezione del territorio dai
fenomeni di dissesto geologico-idraulico, più che alla conservazione della risorsa
suolo. Negli ultimi anni sono state avanzate svariate proposte in merito alla gestione
sostenibile e alla salvaguardia dei suoli italiani, tra cui molte finalizzate al
contenimento del consumo di suolo, con un’attenzione particolare alla tutela delle aree
agricole e naturali e incentivando il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate. Di
particolare rilievo è il disegno di legge in materia di contenimento del consumo del
suolo e riuso del suolo edificato (C. 2039 Governo), che è tuttora in fase avanzata di
discussione presso le commissioni riunite Agricoltura e Ambiente della Camera. Il ddl
consente il consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui non esistano alternative
consistenti nel riuso delle aree già urbanizzate e nella rigenerazione delle stesse,
riconoscendo gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea circa il traguardo del consumo
netto di suolo pari a zero da raggiungere entro il 2050. Nel testo del ddl si sottolinea
inoltre l’importanza della gestione della componente di monitoraggio del consumo di
suolo, al fine della realizzazione di un quadro conoscitivo affidabile e facilmente
aggiornabile (Munafò
et al
., 2015).
Nel presente Rapporto si riportano per ognuno dei tre indicatori relativi al consumo di
suolo, i dati derivati da due approcci metodologici differenti: l’approccio campionario
applicato ai punti della rete di monitoraggio del consumo di suolo (per la metodologia
si veda il X Rapporto, capitolo Suolo e territorio, contributo 2.1 Il consumo di suolo) e
l’approccio cartografico reso possibile, anche a livello nazionale, grazie ai dati
Copernicu
s 1.
ISPRA ha infatti realizzato nel 2015 la cartografia ad altissima risoluzione (5 m) che
assicura la possibilità di avere, per la prima volta in Italia, un quadro completo,
accurato e omogeneo, anche a scala locale (vedi
Figura 2.1
per la città di Roma). Tale
strato informativo identifica le aree impermeabilizzate e le aree a copertura artificiale
1
Copernicus
(già noto come GMES –
Global Monitoring for Environment and Security
) è il programma
europeo finalizzato alla realizzazione di un sistema per l’osservazione della terra in grado di rendere
disponibili alcuni servizi informativi e cartografie in diversi settori (EEA, 2013).
PERCENTUALE DI SUOLO CONSUMATO