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Secondo quanto dichiarato dal MATTM apparve evidente che gli elementi in
discussione richiedessero un’attenta e completa valutazione, i cui esiti avrebbero
potuto comportare anche l’eventuale stesura di un nuovo provvedimento normativo
quale aggiornamento della norma in essere, che mantenesse le attuali condizioni di
tutela dell’ambiente e della popolazione esposta.
Il MATTM richiese quindi ad ISPRA, in coordinamento con le ARPA/APPA, un supporto
tecnico in merito a:
valutazione della documentazione prodotta dal MiSE a tale riguardo;
determinazione e quantificazione delle eventuali criticità;
analisi di possibili soluzioni a quadro normativo vigente;
eventuale formulazione di proposte alternative di norme, anche con il
coinvolgimento degli stakeholder.
Venne successivamente istituito un "tavolo tecnico ristretto" composto da ISPRA, da
rappresentanti delle ARPA/APPA, dalla Fondazione Ugo Bordoni (nel seguito FUB), dal
MATTM e dal Ministero della Salute, al quale gli operatori di telefonia mobile, vennero
invitati a fornire elementi tecnici utili in loro possesso. Il risultato di tale tavolo
ristretto fu la stesura di un Rapporto tecnico contenente elementi utili di supporto al
legislatore per la tematica in questione e di cui si riportano di seguito alcune
interessanti informazioni (tale Rapporto tecnico è intitolato
“Documento istruttorio a
supporto del legislatore per le modifiche del quadro normativo sui CEM-RF elaborato
da
ISPRA-ARPA
e
FUB”
ed
è
consultabile al seguente link
http://www.agentifisici.isprambiente.it/?Itemid=116 ). I contenuti del Rapporto appena
menzionato presentano una fotografia all’anno 2012 delle attività condotte in circa 15
anni (dal DM n.381/98) in materia di campi elettromagnetici, consentendo di
disporre di un aggiornamento di conoscenze per quanto concerne il punto di vista
normativo, lo stato dell’ambiente, le previsioni di sviluppo di nuove sorgenti e, quindi,
di gestione delle nuove fonti di pressione per il contenimento degli impatti ad esse
collegati. Infatti, in quindici anni, si è maturata una profonda e diffusa conoscenza dei
fenomeni emissivi delle diverse tipologie di impianto (radio, TV, Stazioni radio base,
ecc.) e, quindi, delle condizioni di esposizione del pubblico. Non ultimo, il continuo
sviluppo delle tecnologie ha portato alla necessità di disporre di continui
aggiornamenti delle norme tecniche di settore, per consentire un’attività di controllo
esaustiva e di garanzia per l’individuo. In quegli anni il sistema normativo
radioprotezionistico ha sicuramente comportato evidenti benefici quali, ad esempio, lo
sviluppo della rete di comunicazione cellulare con impatto elettromagnetico limitato,
un “clima elettromagnetico” diffuso negli ambienti urbani considerevolmente contenuto
rispetto agli obiettivi massimi della norma, l’attenuazione dei conflitti sociali.
Ovviamente, come rovescio della medaglia, ciò ha determinato la presenza sul
territorio di un numero ben più elevato di impianti, con conseguente impatto visivo,
architettonico e ambientale, in senso lato, maggiore. Tutto ciò, alla luce di esigenze di
ulteriore e indispensabile implementazione di nuove tecnologie cellulari, ha portato
alla necessità di analizzare in dettaglio tutte le questioni in gioco: limiti e potenzialità