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ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi, che nel documento si è provato
a quantificare;
le soluzioni proposte risultano tutte applicabili, sia nella fase autorizzativa che
nelle fasi di controllo, con impatti però diversi per gli enti competenti;
i vantaggi e gli svantaggi di cui sopra si riflettono anche nel rapporto
comunicazionale con il pubblico, per motivi comunque differenti.
Sintetizzando le conclusioni raggiunte per i vari scenari analizzati, si evince che la
soluzione ”Media su 24 ore” (che ad oggi risulta disposizione normativa vigente)
sicuramente garantisce una più funzionale gestione delle nuove installazioni, minori
vincoli sulla scelta di nuovi siti, ottimizzazione della rete di comunicazioni mobili, minor
numero di nuovi impianti/nuovi siti con ciò che ne consegue in termini di benefici per il
minore impatto ambientale in senso lato, sostanziale mantenimento delle condizioni
attuali di “clima elettromagnetico” diffuso, a fronte, però, della creazione di punti sul
territorio, cosiddetti hot spot, dove l’esposizione, a causa della co-locazione degli
impianti, può aumentare giusto in prossimità degli stessi, in particolare in realtà
fortemente antropizzate. In ogni caso, l’elemento più delicato di questa soluzione è
sicuramente l’aspetto comunicazionale, ovvero la necessità di spiegare ai cittadini
perché si passa da una misura mediata su sei minuti ad una media, ovviamente più
permissiva, sulle 24 ore, giustificando comunque ciò con tutti gli argomenti oggetto
del presente rapporto.
Una situazione simile si può descrivere per la soluzione “Media su 4 ore” per la quale
sono evidenziabili gli stessi benefici e gli stessi svantaggi della soluzione precedente
in forma naturalmente più contenuta. A differenza della precedente soluzione,
l’aspetto comunicazionale acquisirebbe una rilevanza minore in quanto già la norma
attuale ha un riferimento di ”attenzione” sulle 4 ore e ciò potrebbe agevolare la
giustificazione della variazione della modalità di stima dei 6 V/m nel passaggio dai sei
minuti attuali alle future 4 ore. Tra l’altro, in questo eventuale passaggio, la variazione
dei livelli di campo elettromagnetico misurati sarebbe molto contenuta.
La soluzione della “Media su 6 minuti”, ovvero il mantenimento delle condizioni
previste dalla norma attuale però imponendo l’obbligo dell’utilizzo di fattori correttivi in
sede valutativa, peraltro già previsti dalle norme tecniche di settore e, ad oggi,
parzialmente utilizzati, risulta quasi opposta alle altre. Infatti essa comporta
sicuramente difficoltà maggiori nella implementazione della nuova tecnologia e nello
sviluppo della rete (è necessario un numero significativo di nuovi impianti, maggiore
delle soluzioni precedenti, con le relative conseguenze in termini di impatto
ambientale, come documentato nel presente rapporto), mentre le conseguenze sugli
aspetti comunicazionali riguardano, se non la diversa modalità di valutazione dei limiti
(perché rimane invariata), la moltiplicazione degli impianti e la probabile creazione di
nuovi poli di tensione sociale con i cittadini che vedono nuove realizzazione in una
realtà, soprattutto nelle grosse aree urbane, giudicata dal pubblico ormai satura. È
da aggiungere, inoltre, la presumibile difficoltà a trovare nuove collocazioni proprio
nelle suddette realtà urbane. Inoltre nella comune prassi, specie nelle aree cittadine
ad elevata densità abitativa, la presenza di una antenna il cui lobo di irradiazione a 6