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1.4.3 Criteri per la scelta di specie per incrementare la biodiversità animale

Ogni specie animale ha precise esigenze ecologiche, pertanto non esistono specie più idonee di

altre per incrementare la biodiversità. Tuttavia è possibile fornire alcuni criteri generali, che

consentano di effettuare degli interventi di forestazione che possano contribuire all’incremento della

biodiversità, anche se la funzione prevalente per la quale vengono realizzati è un’altra (cattura CO

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,

mitigazione inquinamento, etc.). Nel dettaglio:

privilegiare una mescolanza di specie (evitando interventi di forestazione

monospecifici) e di varie dimensioni: ciò oltre a contribuire a creare un habitat più

vario per la fauna consente una maggiore stabilita e resistenza della comunità vegetale

(e una maggiore biodiversità vegetale). La stratificazione delle foreste naturali può

essere riprodotta utilizzando adeguate specie arbustive (ad esempio

Cytisus

sp.,

Crataegus

sp.,

Ligustrum vulgare

). Anche nel caso di alberate stradali, può essere

funzionale per la fauna progettare filari plurispecifici. La varietà di specie può

facilitare anche la colonizzazione da parte di organismi del suolo (batteri, funghi,

invertebrati), essenziali per mantenere nel tempo i nuovi impianti;

privilegiare una varietà di sesti d’impianto. In natura infatti la disposizione degli alberi

e degli arbusti non è “regolare”, pertanto impiantare i nuovi individui in maniera

quanto più varia consente di creare un habitat più vicino a condizioni di naturalità;

privilegiare le specie autoctone, così da contribuire ad incrementare anche la biodiversità

vegetale;

selezionare anche specie con fiori e frutti. La presenza di fiori contribuisce ad incrementare

l’entomofauna, che a sua volta rappresenta una risorsa trofica per le specie di insettivori

(uccelli, mammiferi, rettili). Alberi con fiori hanno inoltre una funzione estetica. Anche i frutti

(bacche, drupe, pomi) rappresentano una risorsa trofica per numerose specie, soprattutto di

uccelli. L’uso di alberi che producono frutti caduchi e/o coni va tuttavia valutato in quelle

situazioni, come in prossimità delle strade, in cui la loro caduta può rappresentare un rischio

per la sicurezza. In ambito urbano interessanti interventi di alto valore conservazionistico e di

tutela della varietà genetica sono i giardini della biodiversità agricola

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in cui vengono

riprodotti e conservati esemplari di alberi da frutta appartenenti a cultivar locali rare o in via di

estinzione;

privilegiare le specie con chiome folte e ramificate, che possono rappresentare habitat idonei

alla nidificazione. Anche la presenza di cavità, soprattutto alla base del tronco, è un elemento

che può favorire la fauna, che può usarle come rifugio;

evitare specie tossiche per la fauna, ad esempio l’oleandro (

Nerium oleander

);

per incrementare la biodiversità, un altro intervento da poter progettare accanto a quello di

forestazione è la creazione di un’area umida, che diversificando ulteriormente l’ambiente,

fornisce altri habitat idonei alla fauna (anfibi, uccelli acquatici, etc.), soprattutto in aree di

grandi dimensioni;

infine si possono utilizzare gli spazi disponibili per preservare cloni e cultivar di alberi da

frutta tipici della zona o, comunque, adattati alla condizione stazionale (parchi della

biodiversità agricola).

Alcune specie da poter utilizzare per incrementare la biodiversità animale sono:

bagolaro (

Celtis australis

), che oltre ad avere una chioma ampia, produce dei piccoli frutti

eduli, dal sapore dolciastro, risorsa trofica per vari uccelli;

alloro (

Laurus nobilis

), specie sempreverde che si può trovare sia allo stato arboreo che

arbustivo. Oltre a poter essere utilizzata quale rifugio dalla fauna, è una specie che può essere

utilizzata anche per la mitigazione dell’inquinamento acustico e atmosferico;

varie specie della famiglia delle Rosaceae, che comprende sia arbusti che alberi da frutto,

quindi adatti per fornire risorse trofiche (fiori e frutti) e rifugio alla fauna. Tra le specie si

citano, ad esempio, il melo selvatico (

Malus sylvestris

), il ciliegio (

Prunus avium

) e il ciliegio

canino (

P. mahaleb

), il sorbo comune (

Sorbus domestica

) e fra gli arbusti, il biancospino

(

Crataegus monogyna

), il prugnolo (

Prunus spinosa

), il lauroceraso (

Prunus laurocerasus

).

Una specie appartenente ad altra famiglia (Caprifoliaceae) con qualità simili è il Sambuco

nero (

Sambucus nigra

). Un problema da valutare nell’utilizzo di queste specie è che sono

soggette all’infezione colpo di fuoco batterico (causato dall’

Erwinia amylovora

). È pertanto

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Si veda ad es. l’esperienza dell’Emilia Romagna in:

http://www.nuovaterraviva.org/wp-content/uploads/2014/03/fruttetibiodiversita.pdf