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Alcune specie da utilizzate per massimizzare il ruolo di sequestro della CO

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sono:

pioppi (quelli indigeni sono

Populus alba, P. nigra, P. canescens

), grazie al rapido

accrescimento. Tuttavia possono non essere adatti in ambiente urbano sia in quanto fonte di

allergie sia perché potenzialmente soggetti a crolli. Infine necessitano di un cospicuo apporto

idrico (pertanto è consigliabile un utilizzo in prossimità di corsi d’acqua

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);

salice bianco (

S. alba

), specie a crescita rapida idonea per impianti in prossimità di corsi

d’acqua. Può però causare allergie;

tigli (

Tilia cordata, T. platyphyllos, T. x vulgaris

), specie generalmente di grandi dimensioni e

longeve. Soprattutto il tiglio nostrano (

T. platyphyllos

) è ampiamente utilizzato nelle alberate

stradali, in quanto oltre ad essere esteticamente gradevole, ha fiori molto profumati;

betulla (

Betula pendula

), altra specie a rapido accrescimento, ma maggiormente adatta a zone

con clima temperato. Inoltre non è tra le specie autoctone a Roma

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e può causare allergie;

aceri (

Acer campestre, Acer monspessulanus e A. platanoides, A. pseudoplatanus

), in virtù

della loro velocità di accrescimento, soprattutto l’acero riccio (

A. platanoides

) che però non è

autoctono a Roma ed è esigente per quanto riguarda i suoli. Mentre

A. campestre

e A.

monspessulanus risultano più rustici ed adattati alle condizioni locali e anche per interventi in

condizioni pioniere e degradate;

cerro (

Quercus cerris

), specie longeva e a rapido accrescimento;

cipresso di Lawson (

Chamaecyparis lawsoniana

), specie introdotta dagli Stati Uniti, molto

impiegata per forestazioni sperimentali, tollerante all’inquinamento e adatta a trattenere le

polveri;

fra gli arbusti, il biancospino (

Crataegus monogyna

), in quanto oltre ad avere un

accrescimento abbastanza rapido, è una specie resistente e che richiede poca manutenzione.

Tuttavia bisogna tenere in considerazione che è un arbusto dotato di spine. Inoltre può essere

veicolo di propagazione del colpo di fuoco batterico (causato dall’

Erwinia amylovora

),

infezione che colpisce le Rosacee (compresi vari alberi da frutto). Il suo uso va quindi limitato

se in prossimità di frutteti (in alcune regioni del nord è vietato impiantare nuovi individui).

1.4.2 Criteri per la scelta di specie indicate per la mitigazione dell’inquinamento

atmosferico e acustico

Gli interventi di forestazione urbana mirati all’abbattimento degli inquinanti atmosferici e dei

campi acustici richiedono una scelta accurata della specie o dell’associazione migliore di specie, in

funzione delle loro caratteristiche autoecologiche, oltre che di quelle ambientali quali fitoclima,

esposizione, disponibilità idrica e altre specie vegetali presenti.

In particolare, viene qui considerata la realizzazione di fasce verdi, le quali possono rappresentare

non solo delle efficienti barriere nei confronti dell’inquinamento acustico (soprattutto quello generato

in ambito urbano dal traffico veicolare e, negli ambiti periurbani, anche del traffico ferroviario e

aereo), ma svolgere pure funzioni quali quella estetica di arredo urbano, di riduzione

dell’inquinamento luminoso o di connessione ecologica per la fauna presente.

Non vengono qui considerate, seppur utilizzate, né le fasce verdi monospecifiche (“quinte

vegetali”, sistemi di siepi o filari che si sviluppano lungo la via di comunicazione), né le fasce

arbustive-arboree (“quinte composite”), in quanto entrambe risultano poco funzionali per i ruoli e le

mitigazioni suddette, oltre ad essere meno resistenti verso i fattori ambientali e più sensibili sotto il

profilo fitosanitario. Vengono pertanto suggeriti alcuni criteri di realizzazione di sistemi misti

costituiti da più specie, particolarmente indicate per la schermatura del rumore e l’azione positiva di

mitigazione dell’inquinamento atmosferico, oltre alla fornitura di altri beni e servizi di carattere

ambientale, come precedentemente definito.

In relazione all’inquinamento acustico, l’efficienza di controllo del rumore, si differenzia fra le

varie specie in base ai caratteri fenologici, in particolare: caratteristiche del fogliame (persistenza sulla

pianta

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, spessore della lamina fogliare

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, presenza di peli e cere, dimensioni della pagina fogliare,

densità e forma della chioma, etc.), portamento dell’individuo, orientamento delle foglie o fillotassi e

densità della chioma. Un esempio di specie arborea indicata alla funzione di schermatura del rumore è

55

Ad esempio pioppi cipressini sono stati piantati nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene.

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Una formazione spontanea è localizzata presso il SIC Caldara di Manziana, vicino a Roma, ma è legata a particolari condizioni del suolo e

microclimatiche.

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Le specie sempreverdi (quindi a foglia persistente) svolgono meglio la funzione di schermatura in quanto assicurano continuità a tale

funzione. È tuttavia possibile usare anche alcune specie caducifoglie che durante il periodo di riposo vegetativo mantengono le foglie

disseccate (ad esempio il carpino bianco,

Carpinus betulus

, e il faggio,

Fagus sylvatica

), ad esempio se si vuole creare una fascia verde

esteticamente gradevole anche nel periodo autunnale-invernale.

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Foglie di maggiore spessore consentono un maggior assorbimento d’energia.