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Figura 7
- Esempi di tutoraggio
Un altro intervento abbastanza diffuso è il tutoraggio dei nuovi individui (Figura 7), ovvero l’apporre
dei pali tutori esterni o sostegni sotterranei nella zona radicale in fase di impianto. Questo intervento
consente il regolare accrescimento dell’apparato radicale, proteggendolo da eventuali rotture nella fase
del radicamento. Inoltre, l’ancoraggio impedisce lo sradicamento delle piante ad opera degli agenti
atmosferici o da urti.
Il tipo di tutoraggio dipende dalla pianta
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, e anche le dimensioni dei pali (altezza e diametro), devono
essere adeguate a quelle del fusto dell’albero. Generalmente viene utilizzato un solo palo (in legni
vari, come castagno, robinia, bambù, etc.), ma è meglio (anche se più oneroso) ricorrere a due o tre
supporti. I pali vanno sistemati subito dopo la zolla, prestando attenzione a non danneggiarla, e vanno
piantati fino a raggiungere il terreno originario. I tutori devono essere sufficientemente distanti dal
fusto (almeno 40 cm) per evitare che oscillazioni dell’albero possano causare sfregamenti.
L’ancoraggio deve lasciare i 2/3 della chioma liberi di piegarsi sotto l’azione del vento. Sarebbe poi
opportuno che i tutori venissero trattati prima dell’uso con sostanze che ne evitino la marcescenza. Per
legare il fusto ai tutori si possono utilizzare fili di vario materiale (di solito in gomma, ma anche fili di
cocco o di materiale plastico), che mantengano però nel tempo la propria elasticità e consentano
comunque alla pianta delle leggere oscillazioni. È opportuno che le legature vengano comunque
periodicamente controllate (cfr 2.3). In genere il tutoraggio deve essere rimosso dopo 1-2 anni.
Recentemente, per alberi provvisti di zolle di grosse dimensioni, si sta diffondendo anche l’uso di
sostegni sotterranei (tutoraggio della zolla). In questo caso vengono piantati tre pali per tutta la
profondità della buca e ad essi vengono incollate delle tavole a formare un triangolo che blocchi la
zolla. Questo tipo di tutoraggio ha il vantaggio di lasciare libero il fusto, senza rischiare di
danneggiarlo. Inoltre a differenza dei pali esterni, quelli sotterranei non devono essere rimossi.
Oltre a pacciamatura e tutoraggio, un’altra operazione che può essere necessaria è una moderata
potatura di trapianto, che consiste principalmente nell’eliminare eventuali rami secchi o danneggiati.
Nel caso di grandi alberi potrebbe inoltre essere opportuno effettuare una potatura che riequilibri
l’ampiezza della chioma con la dimensione dell’apparato radicale.
2.3 Prima manutenzione
Dopo la messa a dimora, l’intervento di forestazione non può ritenersi concluso, in quanto i nuovi
alberi trapiantati devono comunque essere sottoposti a una serie di interventi di prima manutenzione
che ne garantiscano il corretto e duraturo attecchimento. Tali operazioni, oltre ad essere fondamentali
per una buona riuscita e tenuta nel tempo dell’intervento, sono importanti anche dal punto di vista
dell’opinione pubblica che percepisce la nuova area forestale come soggetta ad attenzioni e cure,
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In alcuni casi, ad esempio alcune conifere, non è neanche detto che sia necessario.