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1.5 Scelta del materiale di propagazione

La scelta del materiale di propagazione è un altro aspetto da considerare per la buona riuscita

dell’intervento di forestazione: è necessario infatti che gli individui da utilizzare siano accuratamente

scelti per garantirne la qualità e lo stato sanitario (privi di lesioni e/o fitopatie) e, ove possibile,

genetico. È importante che il materiale vegetale da impiegare sia conforme alle specie e alle varietà

dichiarate, esente da difetti strutturali e lesioni, esente da infezioni, dotato di un apparato radicale

normale e in buone condizioni. Va esaminata anche la modalità di allevamento, scegliendo fra zolla o

contenitore

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, in quanto la radice nuda comporta problemi di attecchimento con conseguente

insuccesso della piantumazione.

I risultati migliori dal punto di vista ecologico e funzionale si ottengono attraverso la riproduzione

a partire da piante spontanee presenti nei consorzi residui all’interno del tessuto urbano o nelle sue

immediate vicinanze.

Purtroppo l’approvvigionamento del materiale vivaistico rappresenta non di rado un problema, in

quanto attualmente a scala nazionale manca una vera programmazione degli interventi delle opere a

verde, e ciò comporta che spesso viene richiesto ai vivai materiale che non è subito disponibile, con

conseguenti ritardi e/o cambiamenti nella scelta delle specie. Un materiale vivaistico di qualità riduce

invece il rischio di una scarsa sopravvivenza degli individui impiantati e una buona riuscita degli

interventi di forestazione. In particolare nel caso di individui arborei è opportuno che vengano valutati

i seguenti aspetti:

la struttura del fusto, che deve essere diritto e privo di lesioni e alterazioni, soprattutto sul

colletto (la zona di passaggio fra il fusto e la radice, a livello del terreno);

la forma della chioma, che deve essere simmetrica e presentare una regolare ramificazione,

senza tagli drastici;

la giusta proporzione fra altezza e diametro

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;

un apparato radicale sano, ben strutturato e con un numero sufficiente di radici. In particolare

va verificata la presenza di eventuali radici strozzanti e/o spiralate, che crescendo potrebbero

causare problemi alla pianta, e in caso di piante fornite in zolla, va accertato che la stessa sia

di dimensioni adeguate a quelle della pianta;

l’età e le dimensioni, da scegliere anche in relazione al sesto d’impianto previsto per

l’intervento. Come regola generale, sarebbe però opportuno preferire esemplari giovani che

riprendono la crescita in modo più rapido e vigoroso delle piante di maggiori dimensioni (ed

età).

È consigliabile che tali caratteristiche vengano valutate da specifico personale, sia nel vivaio che

nel sito d’impianto (per verificare che durante la movimentazione le piante non abbiano subito danni).

Mentre la maggioranza delle specie arboree è disponibile sul mercato, ci possono invece essere

problemi per gli arbusti, per i quali l’offerta vivaistica è più ridotta (con vistose carenze per alcune

specie dei generi Salix, Cytisus etc.) (Cornelini et al., 2002)70. In particolare in ambito mediterraneo,

per i fattori limitanti già citati (cfr 1.4), può essere più difficile reperire specie idonee, in quanto le

specie autoctone di comune impiego e maggiormente reperibili nei vivai non sempre sono coerenti con

le serie di vegetazione mediterranea

(AA.VV

., 2010)71.

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In Italia è diffuso soprattutto l’uso della zolla che consente di far crescere la pianta su substrati simili a quelli di destinazione, anche se è

fondamentale che vengano effettuati trapianti in vivaio per consentire un corretto sviluppo dell’apparato radicale (oltre al fatto che le piante

in zolla hanno costi maggiori). Le piante in contenitore sono generalmente più leggere e svincolate dalla stagionalità del suolo, in quanto il

substrato può essere appositamente preparato secondo le esigenze, tuttavia è necessaria una maggiore attenzione durante sia i rinvasi che la

messa a dimora per evitare radici spiralate o danneggiate. La radice nuda non viene di solito usata, se non per eventuali scambi fra vivai.

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Ad esempio ad un diametro di 20-25 cm deve corrispondere un’altezza di 5,5-6 metri, per una pianta con circonferenza del fusto di 40-45

cm, l'altezza deve essere di circa 8 - 10 metri.

70

Cornelini P., Palmeri F., Sauli G., 2002.

Le specie autoctone da impiegare negli interventi di ingegneria naturalistica

. Acer n.6.

71

AA.VV

., 2010.

Analisi e progettazione botanica per gli interventi di mitigazione degli impatti delle infrastrutture lineari

. ISPRA Manuali

e linee guida 65.3/2010.