De Angelis et al. / Qualità dell’ambiente urbano – XI Rapporto (2015)
ISPRA Stato dell’Ambiente 63/15 pagg. 482-498
486
Tenendo conto solo delle province già considerate nella precedente edizione è stata
elaborata la
Tabella 5.4.2
che mette a confronto il numero di acque scarse e non
classificabili nelle stagioni 2013 e 2014. In generale, rispetto allo scorso anno, si
evidenzia una lieve diminuzione delle acque scarse; si passa, infatti, da 83 a 64. I casi
maggiormente critici, in relazione a numero e
trend
, riguardano le province di Napoli e
Reggio Calabria (entrambe con 14 acque scarse nel 2014), anche se in quest’ultima
si registra una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente (17). Delle città
aggiunte in questa edizione del rapporto, il maggior numero di acque scarse è
presente nella provincia di Teramo (7) (cfr
Tabella 5.4.1
).
Per quanto riguarda le acque non classificabili, in alcuni casi, queste risultano in
numero piuttosto rilevante: Messina (67) e Como (32) gli esempi maggiormente
evidenti.
Rispetto allo scorso anno, sempre considerando le province presenti nella precedente
edizione, il numero di queste acque si è ridotto notevolmente da 458 a 173. Gli
esempi più significativi si hanno nelle province di Savona, La Spezia, Bergamo, Viterbo
e Latina, in cui non sono più presenti acque non classificabili a vantaggio di quelle
eccellenti e buone, notevolmente aumentate. Un deciso miglioramento si è avuto
anche nelle province di Foggia e Siracusa dove il numero in questa categoria si è
comunque ridotto, specialmente nella provincia di Foggia (da 91 a 20).