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ARTIFICIALE CONTRO

L’INQUINAMENTO

MARINO

U

no studio dell’Istituto di scienze applicate

e sistemi intelligenti del Cnr (

Isasi-Cnr

)

ha individuato un nuovo metodo in grado di

distinguere le microplastiche dal microplankton o

dalle microalghe all’interno dei campioni marini.

Usando l’intelligenza artificiale e un sensore

olografico, il metodo proposto dal Cnr permette

di acquisire informazioni dagli elementi analizzati

grazie all’uso di un microscopio olografico, che

fornisce un’ampia e inedita gamma di parametri

altamente distintivi che caratterizzano le

microplastiche. In questo modo, le informazioni

acquisite permettono di “addestrare” un

sistema di intelligenza artificiale, che potrà così

distinguere il materiale inquinante dagli altri

materiali naturali, le cui dimensioni e le cui forme

sono molto simili a quelle delle microplastiche.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista

scientifica

Advanced Intelligent Systems

, e ha

coinvolto due gruppi del Consiglio nazionale

delle ricerche: il gruppo di Olografia digitale di

Pozzuoli e il gruppo di Intelligenza artificiale

di Lecce. Le ricerche sono state finanziate dal

progetto interdisciplinare Pon (Programma

operativo nazionale) “Sistemi di rilevamento

dell’inquinamento marino da plastiche e

successivo recupero-riciclo (Sirimap)”, uno dei

cui obiettivi è proprio lo sviluppo di tecniche

automatiche di monitoraggio delle plastiche nel

mare.

Fonte:

Rinnovabili

contrastare

l’acidificazione degli

oceani

U

na ricerca svolta in collaborazione tra

il Politecnico di Milano, il Centro Euro-

Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e la

società di gestione del risparmio AMUNDI, sta

sviluppando soluzioni tecnologiche innovative

per la riduzione dell’anidride carbonica presente

nell’atmosfera e la conseguente acidificazione

degli oceani, il fenomeno che mette a rischio il

naturale equilibrio degli ecosistemi marini. Il

progetto

Desarc-Maresanus

ha messo a punto un

processo di alcalinizzazione che consiste nello

spargimento di idrossido di calcio sulla superficie

del mare. La sostanza chimica, combinandosi

in un processo spontaneo con l’acqua di mare,

ne aumenta la capacità di resistenza all’acidità,

consentendo il contrasto alla riduzione del PH.

Lo studio modellistico condotto dai ricercatori

impegnati nel progetto ha evidenziato come lo

spargimento di idrossido di calcio sulla superficie

del mare, grazie alla sua naturale, spontanea

combinazione con le acque marine, ne aumenti

la capacità tampone al processo di acidificazione

che è in corso anche per il Mar Mediterraneo. Il

modello fluidodinamico utilizzato per la ricerca

ha confermato l’elevata dispersione dell’idrossido

di calcio, quando è rilasciato da una nave nella

sua scia, soluzione che si è rilevata come la più

efficiente per facilitarne la dissoluzione grazie alla

turbolenza creata dal movimento propulsivo delle

imbarcazioni utilizzate per lo spargimento.

Fonte:

CMCC

BlueMED sulla

plastica

L

a

Bluemed initiative

è un’iniziativa europea di

ricerca e innovazione sostenuta da 16 paesi

del bacino del Mediterraneo (9 paesi europei e

7 appartenenti alla sponda sud) e guidata dalla

Commissione europea. L’iniziativa ha avviato

un’azione specifica per mitigare l’impatto

ambientale, economico e sociale del marine

litter, attraverso l’azione Pilot Bluemed “

Towards

plastic-free, healthy Mediterranean Sea

”.

In linea con gli obiettivi generali dell’Iniziative,

che è mirata a favorire la crescita blu sostenibile

nel Mediterraneo, il Pilot Bluemed, avviato nel

2018, vede 12 paesi coinvolti a condividere e

adottare, in modo coordinato e collaborativo,

le buone pratiche e azioni di successo per il

monitoraggio, prevenzione e gestione del marine

litter.

Per sua natura, l’inquinamento da plastica

rappresenta un problema transfrontaliero e

richiede un coordinamento globale e approcci

multipli a lungo termine per sviluppare soluzioni

condivise. Ogni paese aderente all’iniziativa

ha avviato un hub nazionale che fungerà da

aggregatore dei principali stakeholderdel paese

capitalizzando i progetti d’innovazione di

eccellenza e le migliori buone pratiche che

rispondono alle necessità prioritarie riscontrate

nei propri territori. La circolazione delle buone

pratiche e delle competenze porterà a favorire la

conoscenza e l’implementazione delle misure di

mitigazione in modo trasversale tra tutti i paesi

dell’area e a facilitare processi virtuosi per la

tutela e valorizzazione del Mediterraneo.

Fonte:

ARPAE

Interreg-Med e la

crescita blu

I

l progetto

Pharos4mpas

, finanziato da

Interreg

Med

, ha sviluppato un approccio integrato

all’economia del mare nel Mediterraneo;

durato 18 mesi, il progetto ha prodotto delle

raccomandazioni finali

per tutti i settori presi

in considerazione: acquacoltura, trasporto

marittimo, produzione di energia eolica al largo,

settore croceristico, pesca amatoriale, settore

ittico di piccole e medie dimensioni, nautica

da diporto. Il progetto ha evidenziato come sia

necessaria una collaborazione pratica tra questi

settori produttivi e la tutela delle aree marine

protette che parimenti contribuiscono alla

crescita blu. Il progetto ha elaborato al riguardo

anche delle brevi note di politica economica per il

Mar Mediterraneo.

Fonte:

CNR-Ismar

EURO ARGO

I

l progetto

Euro-Argo

, il consorzio comunitario

che contribuisce al programma internazionale

ARGO

, la rete che fornisce informazioni sulla

salute degli oceani grazie ad una ampia flotta di

navi che raccolgono dati e svolgono osservazioni

oceanografiche, è attivo dal 2014. In occasione

dei suoi primi cinque anni di attività ha diffuso

il rapporto sui risultati fin qui raggiunti. Questa

infrastruttura di ricerca europea fornisce al

programma Argo il 25% della flotta impiegata

a livello globale per l’oceanografia operativa, lo

studio degli impatti del cambiamento climatico

su mari e oceani, la raccolta di dati biogeochimici

per determinare la qualità delle loro acque. I

dati sono raccolti da galleggianti robotizzati

che misurano prevalentemente la temperatura

e il grado di salinità. Il centro di raccolta dati

per il Mediterraneo e il mar Nero,

Medargo

, è

attualmente coordinato dall’Istituto nazionale di

oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste.

Fonte:

Euro-argo

A.MAR.SI

L

o scorso novembre l’

ISPRA

e la Lega Navale

Italiana (

LNI

) hanno firmato una convenzione

per realizzare congiuntamente un progetto

di “citizen science” che prevede la raccolta di

dati in mare tramite le imbarcazioni messe a

disposizione dagli aderenti all’associazione e,

in particolare, grazie alla collaborazione nelle

attività di osservazione delle persone che

animano il suo Centro Culturale Ambientale.

I ricercatori dell’ISPRA che saranno coinvolti

nell’iniziativa, contribuiranno alla formazione

degli iscritti della LNI che saranno impiegati

nella raccolta delle osservazioni marine, al

coordinamento della raccolta dei dati e alla loro

validazione. I temi focalizzati dal progetto A.MAR.

SI riguardano l’avvistamento di esemplari di

specie marine protette, di organismi marini, vivi

o morti, impigliati nelle reti, di rifiuti galleggianti

o depositati sul fondo, nonché le osservazioni

sulle praterie di Posidonia Oceanica. Tra i

benefici attesi dal progetto meritano di essere

citate la possibilità di diffondere le conoscenze

scientifiche sui temi marini ad un ampio pubblico

e la sua conseguente sensibilizzazione alla

protezione del mare e delle sue coste.

Fonte:

Leganavale

LIFE per LA bonifica

DEL Mar Piccolo

L

a laguna costiera che si estende per poco più

di 20 Kmq a nord di Taranto è caratterizzata

da alte concentrazioni di sostanze inquinanti. Il

progetto

Life4MarPiccolo

sta esperimentando una

soluzione innovativa per recuperare quell’area

dai metalli pesanti che ne inquinano le acque e i

sedimenti. La bonifica avviene tramite un sistema

mobile di microfiltraggio in grado di separare

con un altro grado di efficienza i composti,

assorbiti da una membrana, in soluzioni acquose

differenziate per peso molecolare e ingombro di

superficie. I sedimenti inquinati sono trattenuti

nell’impianto, mentre l’acqua ripulita viene

rimessa in mare. Dove non ci sono sedimenti,

il progetto utilizza per la bonifica in corso

microorganismi fungini, innocui per la salute

umana, che attaccano direttamente i batteri che