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FONDO BLUEINVEST

L

a Commissione europea, in collaborazione con

il Fondo europeo per gli investimenti, parte del

Gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI),

ha varato lo scorso febbraio il fondo BlueInvest. Il

fondo BlueInvest sarà gestito dal Fondo europeo

per gli investimenti e finanzierà fondi sottostanti

che si rivolgono strategicamente all’innovativa

economia blu e la sostengono.

L’economia blu prevede attività legate a oceani,

mari e coste, e comprende tutte le imprese

operanti nella produzione di beni e servizi che

contribuiscono all’economia marittima, attive in

mare e a terra. Nell’economia blu rientrano molte

iniziative e imprese promettenti in fase iniziale,

nate spesso da programmi di ricerca e sviluppo

finanziati dall’Unione europea. Queste sviluppano

soluzioni per le energie rinnovabili, i prodotti

ittici sostenibili, le biotecnologie blu, i sistemi

informatici marittimi e molto altro ancora.

Il fondo del nuovo programma è completato

dalla

piattaforma BlueInvest

della Commissione

europea che stimola la propensione agli

investimenti e l’accesso ai finanziamenti

per le imprese, le PMI e le scale-up in fase

iniziale. Attraverso il Fondo europeo per gli

affari marittimi e la pesca, la Commissione

finanzia inoltre un regime supplementare di

sovvenzioni di 40 milioni di € per sostenere

le PMI dell’economia blu a sviluppare e

commercializzare prodotti, tecnologie e servizi

nuovi, innovativi e sostenibili.

Fonte:

Europa

LIFE: per un’europa più

verde

L

a Commissione europea ha annunciato lo

scorso febbraio un investimento di 101,2

milioni di euro per gli ultimi progetti nell’ambito

del programma

LIFE

per l’ambiente e l’azione

per il clima. Il finanziamento sosterrà 10 progetti

ambientali e climatici su larga scala in nove Stati

membri, aiutando la transizione dell’Europa verso

un’economia sostenibile e la neutralità climatica.

Questi progetti si trovano a Cipro, Estonia,

Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Slovacchia,

Repubblica Ceca e Spagna.

Gli investimenti del programma LIFE dovrebbero

mobilitare più di 6,5 miliardi di € di fondi

Programmi Comunitari

complementari. Gli Stati membri infatti possono

utilizzare anche altre fonti di finanziamento

dell’UE, tra cui i fondi agricoli, regionali e

strutturali e Orizzonte 2020, nonché fondi

nazionali e investimenti del settore privato.

I progetti su vasta scala sosterranno il

Green

Deal europeo

e l’ambizione dell’UE di diventare il

primo continente a impatto climatico zero entro il

2050: contribuiranno a ripristinare e conservare

gli ecosistemi e le specie da cui dipendiamo,

a progredire verso un’economia circolare, a

migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua, a

stimolare la finanza sostenibile e ad aumentare la

resilienza dell’Europa ai cambiamenti climatici.

Fonte:

Europa

MEDSEALITTER

O

gni anno, circa 8 milioni di tonnellate di

plastica finiscono in mare, di cui il 7% nelle

acque del Mediterraneo. I risultati emersi dal

monitoraggio condotto dall’

ISPRA

, nell’ambito

del progetto europeo

MEDSEALITTER

nel 2017

e 2018, mostrano i trend e i range di densità dei

macrorifiuti galleggianti in alto mare, vicino la

fascia costiera, e vicino la foce dei fiumi: la foce

dei fiumi presenta il maggior quantitativo di

rifiuti galleggianti, più di 1000 oggetti per kmq, e

vicino la costa tra i 10 e i 600 oggetti per kmq.

Fondamentale la collaborazione dei pescatori

nel monitoraggio dei fondali marini condotta

in Adriatico dal 2013 al 2019: rinvenute nelle

reti di 224 pescherecci (coinvolti in due progetti

di ricerca europei

DEFISHGEAR

e

MLREPAIR

)

194 tonnellate i rifiuti “incastrati”. Solo nella

marineria di Chioggia raccolte 45 tonnellate.

E la situazione non migliora salendo in superficie:

le quantità di macroplastiche rinvenute raggiunge

una densità media che oscilla tra i 2 e i 5 oggetti

flottanti per kmq, mentre la densità media delle

microplastiche, ossia particelle più piccole di

5 mm, è compresa tra 93 mila e le 204 mila

microparticelle per kmq. I itorali nazionali

“ospitano” dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri

di spiaggia.

Fonte:

La stampa

eurosea

l progetto

H2020 EUROSEA

ha lo scopo

di rafforzare il coordinamento tra le

iniziative europee (

EOOS

) e mondiali (

GOOS

)

sull’osservazione di tutti le variabili che

caratterizzano mari e oceani e, soprattutto, di

innalzare il livello di efficienza delle componenti

tecnologiche che ne caratterizzano i sistemi

operativi e la strumentazione. All’interno del

progetto, tre workpackages sono focalizzati

su attività dimostrative che svilupperanno

innovazione sui sistemi di osservazione e

previsione utilizzati per la prevenzione di

eventi estremi sulle coste, per la gestione dei

cambiamenti climatici e la salute di mari e oceani.

Questi servizi, con un livello di innovazione più

avanzato per quanto riguarda gli strumenti in

uso, saranno sviluppati in collaborazione con gli

utilizzatori finali e tutti quegli attori che possano

contribuire significativamente alla diffusione

anche sul mercato di soluzioni tecnologiche

più efficienti a supporto dell’economia blu. Le

presentazioni riguardanti ciascun workpackage in

cui si articola questo progetto bandiera sui mari e

gli oceani europei, tenutesi nel corso dell’evento

di lancio del progetto, che ha avuto luogo a

Bruxelles dal 27 al 29 novembre 2019, sono

pubblicate sul sito del progetto e consultabili qui.

Fonte:

ISPRA

CHANGE WE CARE

N

ell’ambito delle attività del progetto

INTERREG Italia Croazia CHANGE WE

CARE

, che intende produrre piani condivisi di

adattamento al cambiamento climatico in 5

aeree costiere pilota nell’area di collaborazione,

è stato redatto un

documento

di analisi sulle

tendenze in atto nel Mar Adriatico. Il documento

evidenzia come le simulazioni rilevino già ora

una tendenza al riscaldamento e, in tempi più

lunghi, una riduzione nelle precipitazioni specie

nel Nord Italia, un bilancio idrico decrescente nel

bacino dell’Adriatico, un aumento delle giornate

secche nelle regioni costiere, un indebolimento

della circolazione termoalina, maggiore salinità

nel bacino, diminuzione dei tenori di ossigeno

negli strati profondi, e un’accelerazione

nell’aumento del livello del mare. L’importanza

di poter disporre di serie di dati pluridecennali

anche per variabili rilevanti a livello locale

come moto ondoso e vento è messa in rilevo

in questo rapporto di attività di progetto utile

all’elaborazione dei previsti piani di adattamento.

Fonte:

ISPRA