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IL GREEN DEAL EUROPEO

I

l piano di investimenti del

Green Deal

europeo

mobiliterà i fondi dell’UE e creerà un contesto

in grado di agevolare e stimolare gli investimenti

pubblici e privati necessari ai fini della

transizione verso un’economia climaticamente

neutra, verde, competitiva e inclusiva. Il piano si

articola in tre dimensioni:

• finanziamento: mobilitare almeno 1 000

miliardi di € di investimenti sostenibili nei

prossimi dieci anni. Il bilancio dell’UE destinerà

all’azione per il clima e l’ambiente una quota di

spesa pubblica senza precedenti, attirando i fondi

privati, e in questo contesto la Banca europea per

gli investimenti svolgerà un ruolo di primo piano;

• quadro favorevole agli investimenti: prevedere

incentivi per sbloccare e riorientare gli

investimenti pubblici e privati. L’UE fornirà

strumenti utili agli investitori, facendo della

finanza sostenibile un pilastro del sistema

finanziario. Agevolerà inoltre gli investimenti

sostenibili da parte delle autorità pubbliche

incoraggiando pratiche di bilancio e appalti verdi;

• sostegno pratico: la Commissione fornirà

sostegno alle autorità pubbliche e ai promotori in

fase di pianificazione, elaborazione e attuazione

dei progetti sostenibili.

Il meccanismo per una transizione giusta

Il meccanismo per una transizione giusta è

uno strumento chiave per garantire che la

transizione verso un’economia climaticamente

neutra avvenga in modo equo e non lasci

indietro nessuno. Fermo restando che il piano di

investimenti del Green Deal europeo si prefigge di

soddisfare le esigenze di finanziamento di tutte le

regioni, il meccanismo fornirà un sostegno mirato

a quelle più colpite nell’intento di mobilitare

almeno 100 miliardi di € nel periodo 2021-

2027, attenuando così l’impatto socioeconomico

della transizione. Contribuirà a generare gli

investimenti di cui necessitano i lavoratori e le

comunità che dipendono dalla catena del valore

dei combustibili fossili.

Il meccanismo si aggiunge al sostanzioso

contributo fornito dal bilancio dell’Unione tramite

tutti gli strumenti direttamente pertinenti alla

transizione.

Il meccanismo per una transizione giusta consterà

di tre fonti principali di finanziamento:

1) il Fondo per una transizione giusta, per il

quale saranno stanziati 7,5 miliardi di € di

nuovi fondi UE, che si sommano alla proposta

della Commissione per il prossimo bilancio

a lungo termine. Per poterne beneficiare gli

Stati membri dovranno individuare i territori

ammissibili mediante appositi piani territoriali

per una transizione giusta, di concerto con la

Commissione. Il Fondo per una transizione

giusta concederà principalmente sovvenzioni

alle regioni: sosterrà i lavoratori, aiutandoli

ad esempio ad acquisire abilità e competenze

spendibili sul mercato del lavoro del futuro, e

appoggerà le PMI, le start-up e gli incubatori

impegnati a creare nuove opportunità

economiche in queste regioni. Sosterrà anche gli

investimenti a favore della transizione all’energia

pulita, tra cui quelli nell’efficienza energetica;

2) un sistema specifico per una transizione giusta

nell’ambito di

InvestEU

, che punta a mobilitare

fino a 45 miliardi di € di investimenti. Lo scopo

è attrarre investimenti privati a beneficio delle

regioni interessate, ad esempio nei settori

dell’energia sostenibile e dei trasporti;

3) uno strumento di prestito per il settore

pubblico in collaborazione con la Banca europea

per gli investimenti, sostenuto dal bilancio

dell’UE, che dovrebbe mobilitare investimenti

compresi tra 25 e 30 miliardi di €. Servirà ad

accordare prestiti al settore pubblico, destinati

ad esempio agli investimenti nelle reti di

teleriscaldamento e alla ristrutturazione edilizia.

Tramite la piattaforma per una transizione

giusta la Commissione offrirà assistenza tecnica

agli Stati membri e agli investitori e garantirà

il coinvolgimento delle comunità interessate,

delle autorità locali, dei partner sociali e delle

organizzazioni non governative.

Fonte:

Europa

IN EUROPA NEL 2020

S

econdo il rapporto “L’ambiente in Europa:

stato e prospettive nel 2020 (

SOER 2020

)”,

sebbene le politiche europee sull’ambiente

e il clima abbiano contribuito a migliorare la

situazione ambientale negli ultimi decenni,

i progressi compiuti dall’Europa non sono

sufficienti e le prospettive per l’ambiente nei

prossimi dieci anni sono tutt’altro che rosee.

Dalla relazione emerge che, riducendo le

emissioni di gas a effetto serra, l’Europa ha già

compiuto notevoli progressi nel corso degli

ultimi vent’anni in termini di mitigazione dei

cambiamenti climatici. Segnali di miglioramento

sono evidenti anche in altri settori, quali quello

dell’inquinamento atmosferico e idrico, e con

l’adozione di nuove politiche per affrontare il

problema dei rifiuti di plastica, per l’adattamento

ai cambiamenti climatici nonché per l’economia

circolare e la bioeconomia.

Il rapporto delinea le sette aree chiave in cui è

necessaria un’azione coraggiosa affinché l’Europa

possa raggiungere gli obiettivi e le ambizioni

fissate per il 2030 e il 2050.

1. Realizzare il potenziale non sfruttato delle

attuali politiche ambientali.

2. Adottare la sostenibilità come quadro di

riferimento per l’elaborazione delle politiche.

3. Mettersi alla guida dell’azione internazionale

verso la sostenibilità.

4. Promuovere l’innovazione nella società.

5. Aumentare gli investimenti e riorientare il

settore finanziario per supportare progetti e

imprese sostenibili.

6. Gestire i rischi e garantire una transizione

socialmente equa. Le politiche nazionali e dell’UE

svolgono un ruolo essenziale nella realizzazione

di “transizioni giuste”, assicurandosi che nessuno

rimanga indietro.

7. Creare più conoscenze e competenze. È

necessario rafforzare ulteriormente le capacità di

farsi strada in un mondo in rapido mutamento e

di investire in istruzione e competenze.

Fonte:

Eea

Politica Europea ed internazionale